Consi e sconsi è la nuova rubrica librosa del 2023 che uscirà ogni fine mese.
In questa rubrica ti presenterò i tre libri che ho letto più belli del mese (o dei precedenti, nel caso di gennaio) e i tre che sconsiglio.
Una rubrica di forme e colori diversi, perché anche dei libri non si butta via niente!
Qualsiasi lettore forte è anche un lettore esigente, soprattutto se legge da anni (e per anni intendo venti, trenta) e soprattutto se ha letto qualsiasi genere.
Oggi, con l’aumento del numero di libri autopubblicati, ossia con l’entrata nel mercato di un numero enorme di scrittori, ma soprattutto di un numero enorme di “finti-scrittori”, si assiste a una piattezza narrativa davvero desolante. E desolante è anche il fatto che, spesso, oltre ai “finti-scrittori” autopubblicati, anche le case editrici si sono adagiate sul piattume.
Quante volte ti è capitato di avere un’idea che per te era L’IDEA, la migliore fra tutte, l’idea che avrebbe dato via a una delle storie più belle che tu abbia mai scritto…
… ma poi, parlandone, ti è stato detto che non funzionava?
A me è capitato un po’ di volte, e tutte le volte è stata difficile da mandare giù.
Tutti gli scrittori (nessuno escluso!) orbitano attorno a due pianeti: il Generale e lo Specifico.
Quando si tratta di scrittura, però (ormai lo sai se segui da un po’i miei articoli), non esiste LA regola che dice “fai questo e fai quello”. Quindi, non esiste lo scrittore di serie B (o A) che generalizza o di serie B (o A) che specifica.
Tuttavia, spesso, nell’economia di una frase, è meglio o generalizzare o specificare, ed è sbagliato generalizzare o specificare.
Oggi vediamo alcuni casi in cui generalizzare funziona poco e soprattutto penalizza.
I puristi dello “show, don’t tell” epurano qualsiasi elemento di “disturbo” dai testi che scrivono (se autori) e che correggono (se editor).
A me una scrittura in “tell” non dispiace, o perlomeno non sempre la vedo con gli occhi di fiamma.
Come sempre, però, a tutto c’è un limite, e nel caso della scrittura in tell c’è un limite che, se varcato, potrebbe annoiare il lettore… o peggio.
Sì, sull’editing è stato scritto tanto e tanto ancora verrà scritto.
E per fortuna, direi, visto che fino a qualche anno fa in Italia erano in molti a non sapere nemmeno che questo lavoro esisteva.
Dall’altra parte, però, la fioritura di numerosi editor che non hanno le giuste competenze sta minando questa professione, e, altro problema grave, sta causando numerose perplessità su cosa sia davvero l’editing.