L’editing è più di un semplice controllo grammaticale; è una fase essenziale che dà vita alla tua narrazione.

Attraverso l’editing, affini e perfezioni la tua storia, rendendola non solo coerente ma anche coinvolgente e memorabile per i lettori.

In questo articolo, vediamo di capire che cosa è l’editing (davvero), in pillole.


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Pillola numero uno: oltre la correzione grammaticale

L’editing va ben oltre la correzione di errori ortografici e punteggiatura.

Per come la intendo io, e per come concepisco io le mie correzioni, si divide in due categorie principali: editing di contenuto e editing strutturale.

L’editing strutturale si concentra su trama, personaggi, e coerenza interna, per assicurare che ogni elemento della storia sia logico e ben sviluppato. L’editing di contenuto, invece, affina il testo, eliminando errori grammaticali, ovviamente, ma migliorando lo stile (nel caso di ripetizioni, ridondanze, frasi poco chiare, arrampicate sugli specchi…).

Pillola numero due: oltre la semplice “lettura”

L’editing non è una semplice “lettura” con conseguente correzione di errori.

Infatti, noi editor usiamo più tecniche, per un solo testo (di più è sempre meglio, ricordatelo).

Leggiamo ad alta voce. È una tecnica semplice ma efficace che, soprattutto in fase di rilettura, aiuta a cogliere discrepanze nel ritmo e anomalie nel linguaggio che potrebbero passare inosservate alla lettura silenziosa. Inoltre, la lettura ad alta voce spesso consente di beccare quel refuso che era rimasto indietro.

Lasciamo riposare il testo tra una sessione di editing e l’altra o tra la sessione di editing e la rilettura. Distanziarsi dal proprio lavoro per qualche giorno offre una nuova prospettiva critica, essenziale per un editing fatto bene. Un po’ come quando scriviamo un libro e poi lo lasciamo riposare, occorre fare così anche quando correggiamo. Alcuni errori rischiamo di non vederli subito, magari perché il testo ha necessità di un intervento su più livelli, e aspettando anche solo un giorno avremo la mente più fresca.

Pillola numero tre: e l’editor giusto?

Una volta ottimizzato il testo autonomamente, considera l’investimento in un editor professionista.

Questa figura apporta un valore inestimabile, grazie alla sua capacità di identificare debolezze invisibili all’autore e di suggerire miglioramenti mirati.

La scelta dell’editor giusto dovrebbe basarsi sulla familiarità con il tuo genere e sulla capacità di stabilire una collaborazione produttiva. Dovresti anche testare l’editor, prima di contattarlo e “sceglierlo” e mai acquistare a scatola chiusa.

(A tal proposito, io offro una prova gratuita di editing sulle prime cinque cartelle del tuo testo :-))

Investire tempo e risorse nell’editing è fondamentale per migliorare la qualità del tuo manoscritto. Un testo ben editato non solo dimostra professionalità ma anche rispetto per i tuoi lettori. Ricorda, l’arte dell’editing è il ponte tra lo scrivere per sé stessi e pubblicare per qualcuno. Dedica a questa fase l’attenzione che merita, e il tuo lavoro ne risulterà trasformato.

editing di un libro