La tensione si crea con poche frasi, ma con altrettante si uccide.
Saper dosare il detto e il non detto è fondamentale per creare quel senso di attesa nel lettore che lo spingerà a proseguire la lettura.
Se invece si vuole a tutti i costi spiegare, o anche solo mostrare troppo, la maschera cala rivelando l’inganno.
I puristi dello “show, don’t tell” epurano qualsiasi elemento di “disturbo” dai testi che scrivono (se autori) e che correggono (se editor).
A me una scrittura in “tell” non dispiace, o perlomeno non sempre la vedo con gli occhi di fiamma.
Come sempre, però, a tutto c’è un limite, e nel caso della scrittura in tell c’è un limite che, se varcato, potrebbe annoiare il lettore… o peggio.
La paura è una delle tante emozioni che prima o poi ti capiterà di raccontare nelle tue storie, che siano d’orrore o di altro genere. In effetti, l’atto di essere spaventato può capitare tutti i giorni, anche per un nonnulla. Ma come raccontare quel sentimento che ti blocca sulla porta e ti mozza il respiro in gola senza cadere nel banale?