I 5 pilastri di un romanzo… ossia: gli elementi che non devono mancare
Un romanzo è fatto di tante cose, se ci pensi bene.
Visto da lontano, è “solo” un insieme di pagine (se di carta), frasi, lettere e numeri.
Se ci avviciniamo, però, vediamo che ognuna di queste frasi ha un significato, che dà corpo alla storia. Unendo ogni frase, abbiamo una narrazione di senso compiuto. Una storia, appunto.
Ancora più da vicino, ci accorgiamo che la storia è diversa per ogni romanzo (salvo rare eccezioni).
Diversa, sì.
Ma per essere tale, per essere considerata storia, deve contenere cinque elementi fondamentali.
Sono i pilastri che reggono ogni romanzo (ma anche un racconto, anche se in alcuni casi più attenuati) e che, senza i quali, non saprebbe stare in piedi.
- Trama
- Personaggi
- Ambiente
- Dialoghi
- Stile
Di questo parlerò nel mio articolo.
Primo pilastro: la trama
Si sa, ogni romanzo che si rispetti ha bisogno di una trama: l’impalcatura che lo regge e che gli impedisce di cadere.
Salvo rari casi, storie senza trama non stanno a galla.
Puoi avere un’idea, anche originale, ma se non viene strutturata rimarrà tale. Un’idea, appunto.
L’anno scorso mi ballava in testa un’idea che mi piaceva: insomma, la vedevo bene per una storia. Così, spinta da essa e senza pensare ad altro, ho iniziato a scrivere. Purtroppo, l’idea si è esaurita dopo una decina di pagine, e la storia è morta lì.
Non avevo costruito la trama che l’avrebbe tenuta in piedi.
Raramente le storie senza trama vanno avanti: anche se non hai una scaletta, ti serve almeno una sovrastruttura che identifichi il chi, il cosa, il perché, il dove e il quando. Gli elementi essenziali della tua storia.
Secondo pilastro: i personaggi
Il chi della tua trama.
Un romanzo senza personaggi non esiste. Non può esistere.
Se narri una storia, devi per forza di cose avere qualcosa da dire. E avere qualcuno di cui parlare, anche te stesso.
Spesso alcune storie non hanno personaggi, ma sono esse stesse il personaggio.
In ogni caso, vi deve essere sempre un chi che compie delle azioni.
I personaggi arricchiscono l’impalcatura della tua storia. La rinforzano.
Per questi motivi vanno strutturati alla perfezione: evita cliché e stereotipi come se fossero malattie infettive.
Ogni tuo personaggio deve essere unico e coerente, ossia deve agire conformemente al suo carattere e non essere “forzato” — quando lo fai muovere non perché lo farebbe lui, ma perché ti serve per proseguire con la storia.
Ciascun personaggio deve avere voce, carattere e fisicità. In altre parole, non deve essere una tinca, come direbbe Cerami: “Quando costruisce un personaggio la prima cosa che uno scrittore si deve chiedere è se non sia per caso una tinca, qualcuno cioè messo lì al puro servizio della storia, senza una sua personalità, senza un carattere preciso.”
Il tuo protagonista deve avere sempre di fronte un conflitto con il quale interagisce; conflitto che, spesso, lo cambia radicalmente.
Terzo pilastro: l’ambiente
Sebbene molti romanzi siano ambientati in non-luoghi, ossia in un posto non propriamente definito, è meglio tracciare in modo approfondito il contesto della tua storia — se, poi, stiamo parlando di un fantasy, questo acquista un significato ancora più forte.
Se la trama e i personaggi sono l’impalcatura, possiamo pensare all’ambiente come allo stucco e al colore delle mura: una casa non stuccata e della quale si vedono ancora i mattoni della costruzione sta in piedi, ma non è bella.
Lo stesso per l’ambiente di un libro: se non c’è la storia comunque fila (anche se in certi casi fila male), ma manca qualcosa.
Per questo il mio consiglio è di curare l’ambientazione del tuo libro: se è un luogo reale, rendilo ancora di più reale, come se il lettore vi si muovesse; se è inventato, fa’ sì che sembri esistere davvero.
Ho letto e recensito tanti fantasy in cui l’ambientazione era così vera da sembrare che l’autore la conoscesse personalmente: impossibile, visto che si tratta di scenari immaginari, ma l’autore è riuscito a darvi quel tocco di verosimiglianza fondamentale per rendere l’ambiente vivo.
Inoltre, fa’ che i tuoi personaggi interagiscano con l’ambiente che li circonda: troppe volte ho letto dialoghi di personaggi che sembravano stare fermi al loro posto, ma lo vedremo fra poco.
Infine, usa i cinque sensi per delineare la tua ambientazione: odori, colori, consistenze, gusti, suoni.
L’ambientazione sarà più vivida se il lettore potrà assaggiarla, odorarla, toccarla, vederla e sentirla.
Quarto pilastro: i dialoghi
Sì, vi sono anche romanzi senza dialoghi, ma, rimanendo nel generico, una storia deve contenere almeno qualche dialogo. Anzi, in alcuni casi i dialoghi sono essenziali.
Pensa a un romanzo scritto tutto con il discorso indiretto: può essere originale, sì, ma, a meno che tu non sia uno scrittore famoso e collaudato, è difficile mantenere il ritmo.
Quindi, meglio affidarsi ai dialoghi classici.
Vedili un po’ come le finestre della tua casa: se ci sono sarà più luminosa, no?
Scrivere un dialogo segue regole ben precise, e non è semplice. Ci vogliono anni per riuscire ad affinare questa dote, e tanto, tanto esercizio.
Uno degli errori più frequenti è scrivere il dialogo così com’è nella realtà: quindi, spesso, pieno di niente.
La maggior parte dei dialoghi di una storia serve per farla andare avanti: scambi di battute alla “ciao, come va? bene, grazie, tu?” non sono belli da leggere e annoiano. Ciò non vuol dire che i dialoghi non debbano essere uguali alla realtà: devono essere verosimili.
Inoltre, ogni personaggio, come nella vita reale, ha un suo modo di esprimersi: può gesticolare, usare intercalari, termini dialettali o frasi ripetute. Se hai strutturato al meglio i tuoi personaggi, i dialoghi verranno da sé: saranno loro a parlare per te.
Inoltre, come scrivevo prima, fa’ interagire ogni personaggio con l’ambiente che lo circonda: evita situazione di talking heads, dove, appunto, i tuoi personaggi sono solo teste che parlano, sorridono, si guardano e sospirano. Se ci fai caso, quando parliamo ci muoviamo, giusto? E così deve essere anche per i tuoi personaggi.
Quinto pilastro: lo stile
Ognuno di noi ha un suo modo di scrivere: chi è diretto, chi gioca con le parole, chi preferisce non discostarsi dalla regolarità, eccetera.
Lo stile si coltiva scrivendo, ma è essenziale per ogni romanzo perché definisce l’Io dell’autore.
In altre parole: leggendo una storia riesci a indovinare l’autore anche senza vedere il nome.
Non è semplice e richiede anni di esercizio e sì, anche qualche scopiazzatura dai big che leggiamo: infatti, prendere spunto dai propri autori preferiti è un ottimo punto di partenza per creare, col tempo, il nostro stile.
Il consiglio che posso darti è di giocare con le regole: se puoi, a volte sperimenta. Non sempre uscirà della robaccia 🙂
Stile, quindi, che va sommato agli altri quattro pilastri di un romanzo.
Se la tua storia li contiene tutti e cinque, sarà completa.
In caso contrario, inizia a lavorare sulle tue lacune: piano piano riuscirai a colmarle.
Scrivi, scrivi e ancora scrivi: è lʼesercizio migliore e che dà più risultati.
There are 3 comments on this post
Grazie per i suggerimenti! Secondo Lei è possibile scrivere un libro in stile "Sposerò Simon Le Bon"? Cioè un romanzo che includa un cantante famoso del quale però ci si ispira solo in parte alla sua vita reale.... Grazie
Grazie a te :-)
Non so se la citazione del nome possa essere fatta senza incorrere in problemi legali.
In casi come questi è sempre meglio usare nomi fittizi.