La scrittura creativa è un viaggio affascinante verso mondi immaginari e storie coinvolgenti.
Grazie all’avanzamento della tecnologia, gli scrittori possono sfruttare strumenti innovativi per potenziare la loro creatività. Uno di questi strumenti è ChatGPT, un modello di linguaggio avanzato sviluppato da OpenAI.
In questo articolo, esploreremo cinque vantaggi derivanti dall’utilizzo di ChatGPT nella (per la) scrittura creativa.
Ovvero: come NON interagire con il proprio editore.
Un decalogo di errori che, per il quieto vivere, e per un rapporto editore-autore professionale, consiglio di leggere con attenzione.
Warning: ironia a gogò, quindi se sei suscettibile ti sconsiglio la lettura.
I puristi dello “show, don’t tell” epurano qualsiasi elemento di “disturbo” dai testi che scrivono (se autori) e che correggono (se editor).
A me una scrittura in “tell” non dispiace, o perlomeno non sempre la vedo con gli occhi di fiamma.
Come sempre, però, a tutto c’è un limite, e nel caso della scrittura in tell c’è un limite che, se varcato, potrebbe annoiare il lettore… o peggio.
Spesso sento dire che una volta che conosci le regole, disattendile.
Ecco, in scrittura creativa è sempre un piacere farlo (sì!), perché altrimenti dove starebbe la creatività?
In scrittura creativa, appunto, non in scrittura (e basta).
Una delle prime cose che insegnano nei corsi di scrittura creativa e in quelli di editing è: se puoi scriverlo con meno parole, fallo.
Ossia: evita circonlocuzioni aerobiche: ne va della scrittura.
In effetti, se ci sono solo due parole per dirlo, perché usarne quattro?
Sembrerà banale, tuttavia rileggersi non è così scontato come sembra.
Non soltanto capita spesso, ma purtroppo a volte si rischia anche di commettere dei seri errori. Che ancora più spesso si trasformano in veri e propri danni.
Sappiamo tutti che il dibattito intorno all’autopubblicazione non terminerà domani e nemmeno fra qualche anno.
È la battaglia, chiamiamola così, fra tradizione e innovazione. Fra chi difende (per rimanere nella metafora) l’editoria tradizionale e chi si ribella cercando nuovi porti a cui approdare.
Una battaglia che, come tante, non ha né vinti né vincitori, ma due fronti lunghi ormai chilometri.
Caro editore, o aspirante editore:
questo articolo è per te. Per te che ogni giorno devi schivare i sassi che i tuoi autori ti tirano contro. Per te che ogni ora devi fronteggiare minacce di querela e quant’altro. Per te che fai il tuo lavoro ma raramente riceverai un grazie.
Questo articolo è per te (anche perché i “tipi di autore” di cui scriverò hanno l’ego talmente enorme da non rendersi conto che si sta parlando di loro).
Divertente, per l’editor, è scartabellare il dizionario alla ricerca di parole nuove (o vecchie ma rispolverate).
C’è sempre qualcosa da scoprire!
Purtroppo, e questo capita con autori (credo) troppo sicuri di se stessi, a volte queste belle parole sono del tutto fuori contesto.
La tecnica dello show è caldamente consigliata dai grandi romanzieri e dai maestri di scrittura creativa. A buona ragione: una scena mostrata, di qualsiasi tipo, è più di impatto rispetto al noioso e monocorde raccontare.
E se decidessimo di mostrare la nostra storia anche mentre la progettiamo?