Sembrerà banale, tuttavia rileggersi non è così scontato come sembra.

Non soltanto capita spesso, ma purtroppo a volte si rischia anche di commettere dei seri errori.

Che ancora più spesso si trasformano in veri e propri danni.

L’importanza della rilettura

Lo so. Una volta che abbiamo finito di scrivere (qualsiasi cosa, ma in questo specifico caso mi riferisco a un libro, sia di narrativa sia di altro genere) abbiamo quella voglia irrefrenabile di inviare il malloppo a un editor, a un’agenzia, a un editore o di pubblicarlo.

Non c’è ma che tenga: ci abbiamo impiegato tanto, magari mesi (o anni!), ora basta. È tempo di lasciare che la nostra creatura spicchi il volo.

Che male c’è?

Tanto. Ma tanto male.

Perché prima di fare qualsiasi altra cosa, qualsiasi dico, occorre rileggere. Non la veloce rilettura che facciamo dopo, magari sommaria perché tanto c’è l’editor/l’agente/l’editore ecc., ma una rilettura approfondita di quanto abbiamo scritto.

Se non sei uso a rileggere, magari ti chiederai il perché. Magari dirai che sei stato attento a scrivere, hai usato lo strumento di correzione ortografica di Word e co., hai riletto di volta in volta mentre scrivevi e via dicendo.

Tutto molto bello, ma non basta.

Senza una rilettura fatta come si deve (approfondita), rischi seri pericoli.

Vediamo quali.

Ah, i refusi…

Allora, io detesto i refusi, sebbene sia la prima a lasciarne un po’ per strada, e sebbene siano un male ormai congenito (trovi refusi dappertutto, dal piccolo libro autoprodotto per tre persone al bestseller dell’anno), si cerca quanto meno di evitarli, di scovarli e di eliminarli.

Alcuni sono semplici da trovare, anche perché se sono errori di digitazione (e quando scriviamo velocemente, e magari distratti da altro, come social e notifiche varie) spesso il correttore di Word e co. ci viene in aiuto (praole invece che parole verrà segnato subito in rosso).

Altri sono infidi. Spazi doppi, lettere mancanti, lettere in più, parole troncate… Spesso sono parole già presenti nel dizionario, quindi Word e co. non li considerano errore. Oppure parole invertite in una frase, che Word e co. raramente ritengono sbagliate. E passano inosservate…

Alcuni esempi: atri invece che altri, insegnate invece che insegnante, risposte invece che riposte, posso anziché possono, prende anziché prendere, schierandosi anziché schiarendosi… E ancora: molto è meglio così, per fare anche un esempio di parole invertite.

Ho calcolato che insegnate al posto di insegnante viene scritto su due testi su tre di quelli che mi arrivano. Una volta l’ho scritto anche io 🙂

Sono errori che comunque con una robusta e attenta rilettura vanno via velocemente (e l’editor si accorge già da queste… piccolezze, diciamo, che non è stata fatta una rilettura).

Altri sono più tosti, e oltre a denotare una pressoché totale assenza di rilettura, sono indice anche di una disattenzione di livello cinquanta (su cento).

Mi sono distratto!

Facendo una classifica degli errori più frequenti di una rilettura assente (e di una scrittura spesso disattenta), se la medaglia di bronzo va ai refusi, quella d’argento va alle distrazioni.

Sto parlando di quando scriviamo e abbiamo la mente impegnata anche in altro, magari sollecitata da altri impulsi (i social…), e quindi una frase, ad esempio, inizia in un modo e finisce in un altro… perché l’abbiamo iniziata, ci siamo fermati, abbiamo cazzeggiato e poi l’abbiamo ripresa (senza rileggerla, ovviamente).

Non appena proferite quelle parole, avevano già ferito la povera Olivia.

È evidente che nella frase qui sopra c’è stato un incidente di percorso. La struttura è chiaramente errata: il soggetto della subordinata è implicito, pensiamo sia una persona (visto che proferisce delle parole), mentre il soggetto della principale è “le parole” (dal plurale).

La frase può essere corretta o spostando la virgola (non appena proferite, quelle parole…), anche se l’inciso a mio avviso è pesante e comunque “stacca” troppo, oppure riscrivendola: non appena Mario ebbe proferito quelle parole, la povera Olivia si sentì ferita; o: le parole che Mario aveva proferito ferirono la povera Olivia.

Ci sono altri esempi simili che vedono soggetti diversi, confusioni o veri e propri errori di morfosintassi (per Raffaello ed Ezechiele, e anche per Olivia, Ortensia e gli altri gatti, sui loro visi si leggeva la preoccupazione). Da inguaribile positiva (in questi casi), spero sempre che siano errori di distrazione, velocità nel voler finire di scrivere e via dicendo, e non una totale ignoranza di come funziona la lingua italiana.

Chi è che è?

Sul podio, a meritarsi la medaglia d’oro, abbiamo l’errore meno frequente (per fortuna!), ma il più difficile da scovare (e da correggere).

I già conosciuti buchi di sceneggiatura.

Nomi (propri, di città, di Stati…) che cambiano (Olivia si chiama Europa fino a pagina 34), che sono invertiti (Raffaello parla con Joker che però è da tutt’altra parte), che sono addirittura doppi (a pagina 50 c’è un’Olivia che ritorna anche a pagina 345, e non si capisce se è la stessa di pagina 50 o un’altra)… Colori, accessori, oggetti tra i più disparati che prima sono una pesca e poi una mela, armi che da colt diventano bazooka, personaggi che muoiono ma per qualche rito vudù tornano in vita, personaggi che finiscono le superiori a pagina 454 ma a pagina 564 devono ancora diplomarsi…

Potrei andare avanti all’infinito perché di plot holes così (e anche più gravi) ce ne sono tantissimi, ma penso tu abbia capito l’antifona. E spesso, ahimè, non sono così evidenti come gli esempi che ti ho fatto, e il povero editor/agente/editore/redattore/ecc. ne ha da lavorare…

Anche in questo caso i buchi di sceneggiatura evidenziano assenza di riletture, riletture sommarie oppure fatte dall’amico/a del cuore (o da Olivia, visto che viene citata spesso!).

E anche in questo caso un mese in più passato sopra il proprio testo può servire a molto.

Insomma, penso tu abbia capito che rileggersi è fondamentale. Può essere noioso, soprattutto se stiamo per mesi (o anni, ripeto!) su un testo, ma, come dice il proverbio… se si fa trenta si fa anche trentuno 🙂

Ps. Siccome Europa ha voluto dire la sua, mantengo qui sotto le sue parole 🙂

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Pps. Non ho riletto il testo, giusto per rimanere in tema. Sai scovare i refusi?