Chiunque abbia deciso di intraprendere la carriera dello scrittore, o anche, con meno velleità, di scrivere quel romanzo che aveva nel cassetto da anni, ha di certo incontrato molti problemi. Nessuno nasce “imparato”, e una buona dose di studio, di fogli stracciati e di tentativi magari poco riusciti non ce li toglie nessuno. La scrittura è un’arte bellissima, ma anche molto difficile. Non basta scrivere qualcosa per diventare scrittori. Non basta nemmeno padroneggiare l’italiano, se non conosciamo alcune tecniche e regole di stile. E, soprattutto, non bastano due tentativi, e nemmeno dieci o venti.
Si impara a scrivere scrivendo, sì, ma anche imparando dai nostri errori.
Gli errori di un esordiente
Un esordiente è una persona che si affaccia da poco al mondo della scrittura. Magari ha sempre voluto scrivere ma non ha mai pensato di scrivere per gli altri. In questo articolo mi occuperò degli errori che spesso fa un esordiente durante la stesura del suo romanzo. Sono errori che abbiamo fatto (e facciamo!) tutti, me compresa. Per semplicità mi occuperò sono di errori a livello generale, senza scendere troppo nello specifico.
Scrivere senza avere una trama
Qualche mese fa mi era venuta l’ispirazione per un racconto da un sogno che avevo fatto e che mi era rimasto in testa. Decisi allora di iniziare a scrivere qualcosa, buttando giù un po’ di pagine. A un certo punto, però, mi sono resa conto che quello che stavo scrivendo non aveva capo né coda. Pensandoci, non avevo una trama, ma solo un’idea.
La trama è l’elemento che lega ogni elemento di un romanzo; senza, avremo solo pezzi qua e là senza alcun collegamento. Capirete che scrivere senza una trama, o scrivere senza sapere dove vogliamo andare, inficerà il nostro romanzo. Il novantanove percento delle volte sarà carta straccia.
Prima di iniziare a battere sui tasti, pensiamo alla nostra trama, al perché vogliamo scrivere, e facciamo uno schema. Avremo così tutti i collegamenti chiari in mente, senza andare in panico dopo cinquanta pagine e dopo esserci accorti che quelle cinquanta pagine erano carta straccia.
Scrivere tutto
Avete presente quel momento in cui siete talmente affamati da piazzare dentro due fette di pane tutto quello che vi capita a tiro? O quando siete di fronte a uno panorama mozzafiato e, invasi dalla smania di catturare quel momento, fate impallare il vostro cellulare o la vostra fotocamera? Bene, prendete tutto ciò e pensate alla scrittura.
A tutti sarà capitato di avere una folgorazione e di cominciare a scrivere e scrivere e scrivere. E magari ci riesce anche bene, senza difetti di trama o altro. Il problema è nel nostro romanzo c’è tutto. Ridete, vero? Eppure l’eccesso di informazioni (avevo già accennato all’infodump qui) è l’errore più frequente nel quale un emergente cade. Il timore di non essere compresi dal lettore ci fa commettere l’errore di spiegare tutto, magari più e più volte, rischiando seriamente che il lettore chiuda il libro dopo aver riaperto a fatica la palpebra calante. Non solo: la nostra smania di voler dire tutto fa sì che molte delle nostre informazioni siano superflue. Infodump, appunto.
Come evitarlo? Non c’è una regola precisa, ma tanto esercizio e tanta pazienza.
Scrivere un capolavoro
Molti esordienti peccano di modestia. Loro hanno scritto un libro, quindi per forza di cose hanno scritto un capolavoro. E guai a commentarlo negativamente! Si scatenerebbe l’inferno.
Proprio per questo motivo, lo scrittore “pieno di sé” commette uno degli errori più antipatici: non rileggere né revisionare, né tanto meno affidare a un professionista il proprio romanzo. E’ perfetto così, non necessita di una correzione. Se poi le recensioni sono tutte negative, la colpa è del lettore, che non ha compreso l’anima del libro.
In questi casi c’è poco da fare: solo una buona dose di “facciate” può far rinsavire il sedicente autore e farlo tornare coi piedi a terra.
Scrivere senza conoscere l’argomento
Tornando a spulciare nel mio piccolo, tempo fa mi sono arenata in un racconto poiché dovevo tirare in ballo la polizia a causa della scomparsa di un personaggio. Mi sono chiesta: qual è la procedura in caso di sparizione? Come si muove la polizia? E chi sporge denuncia?
Scrivere comporta anche documentarsi. E se non ci documentiamo, rischiamo brutte figure. Anche una cosa semplice come il luogo dove ambientiamo la nostra storia, se non è ben documentato (ad esempio: una via che non esiste anche se la città è reale, lo sbocco sul mare a Torino, un lago a Genova, etc.) penalizza il nostro romanzo.
Il consiglio è: se non sappiamo come funziona qualcosa, come questo qualcosa è fatto o com’è un luogo, documentiamoci o lasciamo perdere. Evitiamo improbabili parabole che potrebbero sì far divertire il lettore, ma farlo arrabbiare subito dopo.