Da che punto guardo la scena?

Nei romanzi che leggo e correggo, gli errori del punto di vista sono tra i più frequenti.

Informazioni sbagliate, confusione tra i personaggi, sbalzi da un personaggio e l’altro…

Spesso molti di questi errori sono semplici sviste, che si cancellano con un click. Altre volte bisogna andare più a fondo e, ahimè, riscrivere tutto.

Se anche tu ti sei trovato in questa situazione, o se non sai che cosa sono gli errori del punto di vista, tranquillizzati. Sei nel posto giusto.

Oggi ti parlerò del punto di vista e degli errori più frequenti.

Pronto? Iniziamo.

Piccola premessa: che cos’è il punto di vista?

Un passo indietro è doveroso.

Il punto di vista… che cos’è?

Se ti stai facendo questa domanda, permettimi una breve parentesi per spiegartelo in poche righe.

Il punto di vista è la telecamera che inquadra la scena.

Ancora dubbioso?

Allora faccio un esempio. E visto che mi piacciono, userò i videogiochi.

Pensa ai videogiochi di strategia, ad esempio quelli dove devi costruire imperi, città, o anche luna park o centri commerciali.

Sei una grande mano che posiziona qua e là oggetti, persone, palazzi. Con un click fai muovere i personaggi, quei piccoli omini che sciamano sulla piattaforma e di cui sai tutto.

Ecco, un primo punto di vista è questo: una visione dall’alto, onnisciente, dove la tua grande mano muove i personaggi e sa tutto di loro.

Il narratore si chiama onnisciente. L’esempio classico è “I promessi sposi” del Manzoni. La focalizzazione è “zero”: il lettore conosce tutto dei personaggi.

Adesso prendi come esempio i videogiochi 2D o 3D, come Super Mario, Zelda, eccetera.

In questo caso la tua mano non è più calata dall’alto, ma muove uno di questi personaggi: il protagonista del gioco. In genere, se giochi da solo, ne puoi muovere solo uno, o cambiare personaggio di volta in volta.

Nella scrittura, la tua mano è legata a un personaggio, segue le sue azioni e i suoi pensieri. Il lettore conosce solo quello che conosce il personaggio. Pensa solo quello che pensa lui. I pensieri degli altri personaggi, le loro azioni, sono visibili solo se collegati alla prospettiva del personaggio che segui.

Il narratore è esterno: il lettore conosce solo quello che conosce il personaggio, non di più.

Infine considera i videogiochi sparatutto, i punta e clicca, i videogiochi dove sei in prima persona nella testa del personaggio e vedi direttamente attraverso i suoi occhi.

In questo caso la visione è interna e ancora più limitata. Nella scrittura si parla di punto di vista interno.

Non c’è questa grossa differenza tra punto di vista interno ed esterno: cambia (solo) la scrittura. In terza persona (esterno) e in prima (interno).

Fatte queste, seppur brevi e non esaustive, premesse, vediamo quali sono gli errori del punto di vista.

Per comodità te ne ho elencati quattro.

I quattro errori del punto di vista più frequenti

Gli errori del punto di vista che ho trovato più di frequente sono quattro:

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[su_service title=”Informazioni sbagliate per quel punto di vista” icon=”icon: ban” icon_color=”#d7110c”][/su_service]

[su_service title=”Head Hopping” icon=”icon: ban” icon_color=”#d7110c”][/su_service]

[su_service title=”Confusione tra i personaggi” icon=”icon: ban” icon_color=”#d7110c”][/su_service]

Vediamoli uno per uno.

Punto di vista non uniforme

Spesso ti capita di cambiare la prospettiva (il punto di vista) attraverso la quale osservi la scena.

Questo cambiamento può essere voluto.

Succede, ad esempio, quando un capitolo lo scrivi in terza persona e uno in prima persona. Magari ti interessa dare una prospettiva diversa a seconda del personaggio che usi.

Amabile Giusti, in “Tentare di non amarti”, fa così: la prospettiva della protagonista femminile, Penny, è in terza persona, quella maschile, Marcus, in prima.

E se, invece, ti fossi sbagliato?

L’errore capita spesso all’interno dello stesso paragrafo, come in questo esempio:

Andrea si riscosse al suono della sua voce. «Serena! Tutto a posto?».
Serena scosse la testa. «C’è un… problema».
Mi drizzo a sedere. «Cioè?». La guardo di sottecchi.

Qui sei passato dalla terza persona alla prima in un dialogo. Sbagliato, ma si può correggere.

In effetti possiamo dire che questo errore è tra i più “semplici” e facilmente correggibile.

Informazioni sbagliate per quel punto di vista

Questo secondo errore del punto di vista è più sottile e ostico. In altre parole, se non hai un occhio critico potresti non farci nemmeno caso.

Dare informazioni sbagliate per il punto di vista adottato vuol dire scrivere cose che quel personaggio non conosce e non vede.

Ad esempio, se siamo legati alla prospettiva di Mario e vediamo tutto attraverso i suoi occhi, non possiamo vedere il taglio lungo la schiena o sapere chi, dietro di lui, è in agguato. E se Mario non conosce una lingua, non possiamo scrivere che trova un foglio scritto in egiziano.

Se scrivi in prima persona, è semplice accorgerti di questo errore. Vedi tutto attraverso gli occhi del tuo protagonista, da lì non si scappa. Più difficile la narrazione in terza, e capire quando si è legati a un personaggio e quando, invece, la prospettiva si sposta in modo sbagliato.

Con il narratore onnisciente non ci sono di questi problemi, perché la prospettiva è dall’alto: vedi tutto e sai tutto di tutti.

Head Hopping

L’Head Hopping (che si può tradurre in italiano con: saltare da una testa all’altra) è un errore ancora più sottile e cattivo del precedente.

Compi questo errore ogniqualvolta salti (appunto) da una testa all’altra nel bel mezzo della narrazione.

In altre parole: il tuo punto di vista zompa qua e là, come una pallina da ping pong, e il lettore non capisce più da che punto seguire la storia né chi è il personaggio principale in quella scena.

Ecco un esempio tratto dal mio Prontuario di editing (se non l’hai ancora fatto, iscriviti alla newsletter per riceverlo gratuitamente o acquistalo a 2,99 euro su Amazon):

«Ciao, Matteo» disse Luca. Si sedette accanto a lui. Aveva notato come non lo guardasse in faccia, i suoi occhi erano palline di un flipper che saettavano qua e là.
«Luca.»
«Come stai?»
«Da quando ti interessa?» replicò Matteo. Che faccia tosta aveva a presentarsi lì!
Luca si mosse a disagio sulla sedia. «Come va il lavoro?»
«Mi hanno sbattuto fuori.»
«Mi dispiace» disse Luca. Si era pentito di essere andato lì.
«Vi ho visti, tu e mia moglie. Sull’auto, qualche sera fa» disse Matteo. E adesso come avrebbe reagito? Lo fissò dritto negli occhi per la prima volta.

Qual è il personaggio principale in questo scambio di battute? Matteo? Luca? Non si capisce.

L’ideale sarebbe ancorare la narrazione a una sola prospettiva (punto di vista) e proseguire con quello. E se proprio vogliamo far sapere a tutti che cosa pensa Luca (o Marco), scriviamolo a parte.

Attenzione!

Non confondere l’Head Hopping con il narratore onnisciente.

Come ti scrivevo prima, il narratore onnisciente sa tutto di tutti. La sua visione è calata dall’alto, quindi non è un errore presentare più punti di vista contemporaneamente.

Tuttavia, se decidi di legare la narrazione a un personaggio (il protagonista), e solo a quello, non saltare da una testa all’altra.

Se vuoi presentare più punti di vista differenti, stacca ogni paragrafo o suddividili in capitoli. Il lettore capirà meglio.

Confusione tra i personaggi

Ultimo degli errori del punto di vista. Forse il più frequente, per mia esperienza.

Che cosa intendo per confusione tra i personaggi? Quando, soprattutto nei dialoghi, non si capisce bene chi dica cosa.

Permettimi di ripescare un altro esempio del mio Prontuario per farti capire meglio.

«Non credevo che se ne fossero andati via tutti», mormorò Diego mentre frugava nella tasca alla ricerca dell’accendino.
Monica gli porse il suo. «Non se ne sono andati». Aspirò il fumo della sigaretta. «Sono morti».
«Morti?», domandò.
«Sì», rispose.
Osservò il cielo. In lontananza nubi pesanti come macigni sembravano stringere il mare in una morsa. «Sarà meglio che vada», sussurrò. Si incamminò a passo svelto verso il portoncino di legno marcio.

Chi è che osserva il cielo? Diego o Monica? Dalla narrazione dovrebbe essere Diego, poiché la battuta prima è di Monica. In realtà le parole sono di Monica, che dopo aver risposto “sì”, osserva il cielo e se ne va.

Tuttavia dalla narrazione non si capisce.

Non è necessario scrivere sempre chi dice cosa in un dialogo. Una volta fissati gli interlocutori, il lettore capirà facilmente chi parla. Tuttavia, in ogni punto dove potrebbe esservi confusione, cerca di essere più chiaro possibile.

A volte basta un semplice click, come nel nostro esempio: bastava non andare a capo dopo la risposta di Monica e il lettore capiva che era lei che continuava a parlare.

Conclusioni… e oltre

Oggi hai visto i principali errori del punto di vista. Quelli più frequenti e più anticipatici.

Nelle prossime settimane li analizzerò uno per uno nel dettaglio, in modo da darti tutti gli strumenti utili per aiutarti a rimuoverli.

Per il momento ecco uno specchietto riassuntivo 🙂

Le immagini usate sono di <a href=’http://it.freepik.com/vettori-gratuito/avatars-persone_761436.htm’>Freepik</a>

errori del punto di vista