libro non vende

Che un libro possa non vendere succede. Anzi, se sei un autore poco conosciuto è praticamente la prassi. Se ti autopubblichi, capita 9 volte su 10.

Ma cosa succede se invece sei supportato da un editore?

Di chi è la colpa?


row of books in shelf
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Nicchie e piccoli editori

Gestisco da due anni una collana di narrativa per la casa editrice PubMe.

Posso dirti che promuovere e vendere è davvero, davvero difficile.

E non perché i libri che pubblico siano banali, brutti o altro; anzi, io e i miei collaboratori cerchiamo solo il meglio, magari di nicchia, ma vogliamo soltanto storie che lascino il segno.

Di nicchia: soffermiamoci un secondo su questo.

Se pubblichi un romanzo di nicchia, che quindi ha una fascia di lettori meno ampia, meno ampie saranno le vendite, rispetto magari a un romanzo rosa che è tra i generi più letti in Italia.

Questo è già un ostacolo.

Se poi sei supportato da un piccolo editore, le difficoltà sono maggiori. Come scrivevo in un altro post, una piccola casa editrice ha meno forza di mercato, riesce a inserirsi con più difficoltà.

Tanti blogger e giornalisti preferiscono “adagiarsi”, diciamo così, a promuovere grandi nomi, forse per prestigio, forse per sicurezza, chissà. Con più difficoltà accettano romanzi di piccoli autori, magari poco conosciuti (a meno di non avere un contatto diretto, magari un aggancio).

Ma la colpa è davvero dell’editore?

È colpa tua!

Il cavallo di tanti autori che non vendono è: è colpa dell’editore. Lui non mi promuove, non fa niente, se ne frega!

Siamo sicuri che sia davvero così?

Tu, autore, hai la certezza verificata che non stia facendo niente per promuoverti? Hai accesso alla sua casella di posta per vedere le e-mail che quotidianamente invia, sei accanto a lui quando telefona?

Come puoi dire che il tuo editore non ti promuove?

Magari lo sta facendo, ma i risultati non arrivano subito: recensioni, segnalazioni, articoli, non sono immediati.

E poi, diciamocela tutta, anche tu come autore devi fare la tua parte. Autore e editore devono lavorare uniti per promuovere il libro: nessuno dei due deve sedersi e aspettare che sia l’altro a fare il lavoro.

Mi dispiace che questo articolo sia polemico, però sono stanca di leggere e sentire di autori che accusano i propri editori di non fare nulla. Spesso è vero, certo e sono la prima ad arrabbiarsi, ma bisogna valutare attentamente ogni contesto. E soprattutto non limitarsi a ciò che si vede, ad esempio sui social. I social non sono tutto.