Un bravo scrittore non deve soltanto saper elaborare e costruire una buona storia con una trama solida e dei personaggi accattivanti; deve anche avere uno stile di scrittura il più possibile pulito e fluido.
Proprio per questo, occorre evitare alcuni elementi che appesantiscono, come, nel caso dell’articolo di oggi, i pleonasmi e le tautologie.
Pleonasmi e tautologie, cosa sono?
Secondo Le bon usage di Maurice Grevisse e André Goosse, il pleonasmo, o tautologia, è “il fatto di esprimere più volte, volontariamente o no, la stessa informazione nella frase”.
In pratica, senza accorgercene, a volte rischiamo di dire la stessa cosa più volte.
Spesso, appunto, involontariamente; altre volte utilizzando alcune espressioni ormai entrate nel linguaggio comune e che non ci sembrano sbagliate, quando in realtà andrebbero evitate.
Alcuni esempi
Entrare dentro
Uscire fuori
Applaudire con le mani
Annuire con la testa
Stringere i pugni delle mani
Abolire interamente
Apparenza esteriore
Panacea universale
Monopolio esclusivo
Duna di sabbia
Rifare di nuovo
Dunque, di conseguenza
Vedere con i propri occhi (anche se è accettato come rafforzativo)
Collaborare insieme
Prevedere in anticipo…
… e così via.
Ci sono poi pleonasmi più sottili, diciamo, come ad esempio “conoscere qualcosa che ci è ben noto”, o “intrinsecamente di natura propria”, “se invece, al contrario”, e via di seguito, che è più difficile scovare se non si ha un occhio… allenato.
Una volta conosciuti, comunque, è facile e veloce rimuovere tutti i pleonasmi.
Attenzione! Non serve, adesso, correre sul proprio testo e cancellarli indiscriminatamente: alcuni possono essere accettati come rafforzativo, come il già menzionato “vedere con i propri occhi”.
E tu, che pleonasmi conosci? Scrivimelo nei commenti!