Una storia di coraggio e forza d’animo. La storia di una donna che è nata per essere leggenda.
La trama
Quando il Male fece la sua comparsa nel mondo, il Bene creò i Mitriba: Cacciatori figli di Mitrial.
Secoli di lotte si sono susseguiti nell’antico Regno del Fandür, segnati dalle alterne vittorie delle due fazioni. Ere combattute nell’attesa della grande battaglia finale.
Gioselith di Ophal è la prima Cacciatrice che il mondo abbia visto e grazie agli insegnamenti del suo Rataj, Pheor, è diventata la più abile guerriera di tutti i tempi. Ma non è facile essere una Cacciatrice e Gioselith dovrà lottare non solo contro Abomini e Creature, ma anche contro il pregiudizio: una donna fra i Cacciatori? Impossibile.
Eppure lei saprà guadagnarsi la stima e il rispetto che merita.
Una storia di coraggio e forza d’animo. La storia di una donna che è nata per essere leggenda.
La recensione
Leggo epic fantasy da quando avevo tredici anni, e da allora di acqua sotto i ponti ne è passata.
Eppure ogni volta è come se fosse la prima: entrare in un mondo sconosciuto, fantastico, popolato da esseri di cui non conoscevi l’esistenza, usciti dalla penna di scrittori la cui fantasia galoppa su soffici dorsi come il cavallo alato di Atreiu ne “La storia infinita”.
Ho sempre invidiato questi autori, lo ammetto: com’è possibile creare un mondo dal nulla e parlarne come davvero esistesse? Ma dall’altro lato provo una forte ammirazione. E non posso che premiarli quando mettono la loro immensa immaginazione al servizio di noi lettori.
Il romanzo della Baumgarten non discosta da quanto scritto sinora.
Mondo immaginario ben costruito: c’è.
Personaggi con doti e poteri sovrannaturali: c’è.
Quest del protagonista: c’è.
Si correrebbe il rischio di cadere nel già sentito, ma, non so voi, a me capita raramente, soprattutto col fantasy classico.
Ma andiamo per ordine.
Gioselith, la protagonista, è un Mitriba, un Cacciatore: il suo scopo è combattere e annientare Creature e Abomini, esseri corrotti dal male. Tuttavia Gioselith ha anche una missione più importante: scovare e uccidere l’Immondo, da cui Creature e Abomini dipendono. Un uomo sedotto dal Male (mi verrebbe da dire che ha ceduto al lato oscuro, ma sconfinerei nella fantascienza…).
La vita, per, Gioselith, è difficile: è una donna, ed è una Cacciatrice.
In un mondo maschilista e sessista, la sua presenza è vista di cattivo occhio dai piani alti, da coloro che gestiscono i Nidi, ormai divenuti un covo di burocrati al soldo del potere.
Gioselith sa di essere osteggiata da tanti, ma anche di avere accanto persone che credono in lei. E, grazie a loro, e alla sua forza di volontà, riesce a proseguire in un mondo governato da uomini.
Tuttavia, ancora non lo sa, ma Gioselith non è solo una Cacciatrice donna dotata e dalle forti abilità… è qualcosa di più. Qualcosa che la lega indissolubilmente all’Immondo e alla sua brama di potere.
Come scrive l’autrice in coda del libro, ha volutamente estremizzato lo stereotipo del maschio dominante e delle razze diverse dall’uomo che sono crudeli.
Io non credo, però, che si tratti di stereotipo: semplicemente, soprattutto nel primo caso, è quello che ancora accade al giorno d’oggi. Troppo spesso una donna viene incolpata di inferiorità e additata se fa “lavori da uomini”. E spesso i suoi sacrifici sono vani.
La figura di Gioselith è l’impersonificazione della forza, del coraggio, della volontà di proseguire per la propria strada a dispetto di tutto e tutti.
Una figura che dovremmo prendere come esempio.
In fondo, quello che accade a Gioselith, accade a molte di noi: lavoriamo duro e non sempre siamo premiate e, se succede, è dopo chilometri di fatiche.
Mi è piaciuta da subito, Gioselith, con il suo coraggio e la caparbietà di affrontare con grinta ogni situazione, anche le più difficili.
Forse per questo il finale mi ha lasciato un gusto acido in bocca, ma spero che l’autrice sia solerte e mi offra un po’ di zucchero per scacciarlo — in altre parole: voglio la continuazione!
Mi è piaciuta l’idea di saltare dal presente al passato inserendo stralci del rapporto, solido e all’apparenza indistruttibile, tra Gioselith e il suo Rataj, il suo maestro, Pheor: in qualche paragrafo capiamo subito l’emotività che lega la giovane Cacciatrice al suo mentore.
E devo spendere qualche parola sull’Immondo? Oh, lo so, il Male mi ha sempre affascinata, e questo villain non è da meno. Crudele, imperturbabile. Anche se… e qui taccio: non voglio fare spoiler.
Insomma, che il romanzo mi sia piaciuto credo si sia capito, quindi non mi resta che attendere pazientemente il seguito.
Consigliato? Sì, agli amanti del genere e a chi vuole credere in se stesso… nonostante le avversità.
There are 2 comments on this post
Ciao Emanuela,
ottima recensione, mi è venuta voglia di leggerlo.
Le problematiche sociali forniscono quel piccolo appiglio con la realtà che anche i fantasy devono avere, l'importante non calcare troppo la mano altrimenti il lettore rischia di uscire fuori dal mondo della fantasia al primo svincolo... ma non avendo ancora letto il romanzo non posso esprimermi a riguardo.
Faccio i miei migliori auguri a B. P. Baumgartner e alla sua Gioselith.
Solo chi ha una grande dote creativa può creare mondi Fantasy al limite del reale.
Da come ne parli sembra proprio un romanzo al pari della grandi distribuzioni.
Chissà quando ci sarà un seguito.