Che cosa succederebbe se scoprissi che il passato non è quello che hai studiato e che conosci?
Un’ucronia dove il passato non è come lo abbiamo letto nei libri di storia.
Un romanzo dove la vera evoluzione non è quella che sembra.
Una storia che ci fa riflettere: e se davvero la nostra società non fosse così perfetta come ci fanno credere?
La trama
Un’antica macchina del tempo si prepara a stravolgere la vita e le certezze di Michele, trasportandolo indietro di 200 anni, in una società evoluta, etica e tecnologicamente molto avanzata.
Un mondo ben diverso da quello tramandato dalla memoria storica.
Un’occasione unica per scoprire una cultura affascinante e coinvolgente, ma anche per conoscere capacità straordinarie quali telepatia e telecinesi.
Il protagonista scoprirà, però, una sconcertante verità: lui è un involuto e, come tale, non potrà tornare al suo tempo fino a quando non evolverà. Ma non è il solo.
Come lui, una piccola parte degli abitanti della Terra non è consapevole delle proprie capacità. Sono gli Involuti, una minoranza accolta dal resto della popolazione senza alcuna discriminazione, in attesa del loro salto evolutivo.
Ma qualcuno trama affinché il mondo possa involvere per tornare sotto il controllo di pochi potenti. Michele si avventurerà, allora, nei meandri del tempo, estirpando le sue credenze per superare ogni suo limite e sviluppando doti incredibili persino per il popolo evoluto.
Ma per salvare quella consapevolezza dovrà necessariamente affrontare il più grande dei paradossi temporali.
La recensione
Michele è un uomo come tanti, con una vita comune. Questo fino a quando non trova uno strano oggetto in casa sua, che lo catapulta indietro di duecento anni, in una società evoluta e tecnologica.
Il futuro è nel passato.
L’Ottocento è popolato dagli Evoluti, una razza umana capace di usare la telecinesi e il teletrasporto. La società in cui Michele finisce non ha nulla di quella che conosce: gli uomini sono liberi, non lavorano per i soldi e hanno un’aspettativa di vita che va oltre i cento anni. La popolazione si nutre dei frutti della terra e si respira ovunque un’aria di benessere.
Ma c’è sempre il retro della medaglia. Per tornare nel suo futuro, Michele dovrà evolvere. Sì, perché lui è un Involuto, non può accedere a telepatia e telecinesi. E non è il solo.
La minoranza della popolazione è formata da Involuti, che non hanno diritto di voto e sono relegati ai margini della società, benché essa non faccia loro mancare nulla.
Ma un gruppo di Involuti sta cospirando nell’ombra per controllare la società e farla involvere.
Michele si trova al centro di tutto, e sa che le sue azioni avranno un effetto su passato, presente e futuro.
“La cospirazione degli Involuti” è un’ucronia che ci fa immaginare che cosa accadrebbe se il nostro passato fosse diverso da quello che ci è stato tramandato nel corso degli anni.
E se davvero il passato fosse stato più evoluto del presente?
E se davvero qualcuno ha cospirato per far “involvere” la società?
What if…?
In effetti il romanzo di Max Penna può essere riassunto in questa celebre frase inglese: what if?
Il messaggio trasmesso dall’autore arriva forte e chiaro alle orecchie del lettore. Come si vive in una società tecnologicamente avanzata e dove prevale il benessere e le persone sono così evolute da usare telecinesi e teletrasporto? E cosa succede se qualcuno non è contento e mette in atto una cospirazione per far tornare il mondo a come lo abbiamo sempre conosciuto?
È un interessante spunto di analisi, come tutti quelli che ucronie, distopie, utopie e generi simili trasmettono.
Personalmente apprezzo questo tipo di romanzi. Mi piace immaginare che cosa sarebbe accaduto se (what if, appunto) il passato fosse andato diversamente, o cosa accadrà in futuro.
Max Penna dimostra di aver saputo elaborare in maniera egregia il suo personale passato.
Ogni tessera si è incastrata con le altre formando un puzzle senza neanche una crepa. L’autore padroneggia ogni aspetto della società evoluta come se la conoscesse, come se ci avesse vissuto.
E questo è un punto a suo favore.
Forse i personaggi sono un tantino piatti, con una scarsa caratterizzazione, ma non sono loro i veri protagonisti quanto la società. La società evoluta che permea ogni pagina del romanzo.
C’è da dire che l’ambientazione è perfetta. Davvero. Questo, insieme all’originalità della trama, è un quid che permette al romanzo di emergere tra quelli del suo genere.
La trama è originale, appunto. È strano trovare ucronie o distopie tutte uguali, anche se, ahimè, anche questo succede. Ma ne “La cospirazione degli Involuti” è l’intreccio che fa spiccare il romanzo. Un mix di salti avanti e indietro che svelano qualcosa al lettore ma non del tutto, in modo che dovrà essere lui a porsi le giuste domande — e a trarre le giuste conclusioni.
La mia conclusione, invece, è che se ti piacciono i romanzi originali, scorrevoli da leggere e che ti lasciano qualcosa una volta giunti alla fine, “La cospirazione degli involuti” è quello che fa per te.
Il futuro è nel passato. E il passato plasmerà il nostro presente.