Non avevo ancora compreso che nulla al mondo può mai eguagliare le meraviglie che riusciamo a evocare nella nostra mente.
Ci sono incontri casuali in grado di segnare un’intera esistenza. E ci sono storie che restano segrete per una vita intera ma poi, una volta raccontate, fanno il giro del mondo. Quando ad Ankara, negli anni Trenta, un giovane conosce sul posto di lavoro Raif Effendi, viso onesto e sguardo assente, è subito colpito dalla sua mediocrità. Man mano che i due entrano in confidenza, questa prima impressione non fa altro che ricevere conferme: schernito ed evitato da tutti sul lavoro, Raif viene maltrattato persino dai suoi familiari. Quale può essere la ragione di vita di una persona simile? Quale, se c’è, il segreto dietro una vita apparentemente inutile? Il taccuino di Effendi, consegnato in punto di morte al collega, contiene le risposte, raccontando una storia tutta nuova: dieci anni prima, un giovane e timido Raif Effendi lascia la provincia turca per imparare un mestiere a Berlino. Visitando un museo, rimane folgorato dal dipinto di una donna che indossa un cappotto di pelliccia, e ne è così affascinato che per diversi giorni torna a contemplare il quadro. Finché una notte incrocia una donna per strada: la stessa donna del dipinto. Maria. Un incontro che gli sconvolgerà la vita.
** Questa recensione fa parte del blogtour e review tour di “Madonna col cappotto di pelliccia” organizzato da Fazi Editore. In fondo troverai le altre tappe già effettuate ** |
Un’anima si manifesta solo quando trova la sua gemella e non ha più bisogno di confrontarsi con gli altri, con l’altrui raziocinio e gli altrui calcoli… Solo allora cominciamo a vivere veramente — a vivere con la nostra anima. In quel momento tutti i dubbi e l’imbarazzo vengono accantonati, e le anime superano ogni ostacolo per lanciarsi l’una tra le braccia dell’altra.
Un libro, quello di Sabahattin Ali, che potrebbe, a una lettura veloce e disincantata, essere classificato come uno dei tanti classici della letteratura romantica.
L’amore, sì, è il tema trainante di tutta la storia, ma sarebbe riduttivo dire che è l’unico. In un certo senso, l’amore è inglobato in una tematica più ampia e dal piccolo ma importante nome di: l’uomo.
Il vero protagonista della storia è Raif Effendi, un traduttore all’apparenza dalla vita banale e scandita dalla solita routine, con una famiglia che non lo apprezza, ricambiata, e una personalità che lascia indifferenti.
È così che lo vede l’io narrante della prima parte della storia, che ha appena iniziato a lavorare nell’azienda dove si trova Effendi. Tuttavia il narratore capta qualcosa in più oltre la maschera di banalità che il traduttore ha calato sugli occhi, e dopo aver trovato per caso un suo disegno, tra i due nasce un’amicizia cordiale e sempre più solida.
Quando Raif, dopo una lunga malattia, è ormai sul letto di morte, l’amico scova un suo taccuino, in cui Effendi ha scritto le sue memorie.
Ed è il vero inizio della storia, dove ci immergiamo nell’atmosfera postbellica della Germania degli anni Venti, tra salotti culturali e riunioni di dissidenti politici. Sarà proprio durante la visita a una mostra artistica che la vita di Effendi cambierà, segnando l’incontro con l’amore.
Quella di Raif Effendi è una storia molto triste, la storia di un ragazzo che non ha ancora trovato il proprio posto nel mondo e vaga qua e là alla ricerca del suo vero Io. Una vita combattuta tra la vena artistica che lo sprona a darsi alla pittura e le ambizioni del padre, che lo vorrebbe a capo del suo saponificio in Turchia, patria d’origine.
È questa pulsione che muove le azioni del protagonista, prima e dopo l’incontro con l’enigmatica Maria Puder, una ragazza che, come lui, non ha ancora trovato un posto nel mondo e si limita a lasciarsi vivere nel suo lavoro di soubrette in uno dei tanti locali notturni berlinesi.
Due anime gemelle che solo dopo l’incontro cominciano a vivere.
Il loro non è un amore carnale o passionale: è un amore quasi platonico, emozionale; il loro rapporto quasi da fratello e sorella o da madre e figlio… ma proprio per questo è così forte da poter durare per sempre.
Come scrivevo prima, è l’uomo il vero tema trainante della storia; l’uomo, o meglio, il suo destino.
Siamo destinati a una vita banale, indifferente, come Raif Effendi, che potrebbe cambiare in modo drastico senza che ce lo aspettiamo, oppure siamo noi gli artefici del nostro destino?
E qual è il nostro posto nel mondo? Siamo destinati a qualcosa di grande o a esistere nella mediocrità?
Tutte domande, queste, che mi sono posta dopo aver terminato la lettura di “Madonna col cappotto di pelliccia”.
Un romanzo breve ma profondo, che lascia un senso di amaro malinconico in bocca, e ti sprona a riflettere su molti aspetti dell’esistenza.
Consigliato a chi ama le storie d’amore ma senza illusioni, e a chi apprezza un buon libro non solo per i contenuti, ma anche per i messaggi che trasmette.
Qui di seguito le altre tappe del blogtour:
18/02 – Vi presento Raif Effendi – I Sussurri delle Muse
18/02 – Recensioni – I libri: il mio passato, il mio presente e il mio futuro; Viaggiatrice Pigra
19/02 – L’incomprensione e la mediocrità a spasso nei secoli – I libri: il mio passato, il mio presente e il mio futuro
20/02 – La ricerca della felicità: ieri come oggi? – Sognare Leggi e Sogna