self-publishing italiano

Un romanzo di formazione che ci parla dell’Italia contemporanea… e di quella “nascosta”.

La trama

Matteo lavora per una piccola testata giornalistica di Roma, ma ambisce a qualcosa di più. Quando meno se lo aspetta e nel modo più inconsueto che abbia mai potuto immaginare, la sua carriera prende una piega decisamente positiva.

La sua vita cambia totalmente: i soldi non sono più un problema, ma l’aspetto sociale ne risente molto.

Carmen, storica coinquilina con cui ha intrecciato un’amicizia profonda, non lo riconosce più.
La sua relazione con Silvia fatica a decollare.

A frenarlo come sempre, sono le stesse paure e angosce che l’hanno costretto ad andarsene da Bergamo parecchi anni prima: un fatto accaduto negli anni della sua adolescenza ha condizionato e indirizzato la sua vita in maniera irreversibile.

In mezzo a questa crisi interiore, Matteo cerca contro tutto e tutti di mantiene quella posizione che da sempre ambiva, ma che rivela aspetti che non aveva previsto.

Saranno le stesse persone che tanto hanno creduto in lui, a porlo di fronte a un bivio.

La recensione

“Aspettando l’alba” è un romanzo di formazione che ci parla dell’Italia, di quell’Italia degli anni Ottanta e Novanta di cui molti di noi ricordano, fatta di serate con gli amici al baretto sotto casa o cincischiando lungo le vie della propria città, a raccontare storie insieme agli amici di una vita. Ma ci parla anche dell’Italia “nascosta”, quell’Italia fatta di sotterfugi, di slealtà, di persone pronte a tutto pur di salvaguardare i loro interessi.È questa Italia nebulosa, omertosa, di cui nessuno ha voglia di parlare. Tante persone la incontrano e rimangono affascinati dalle sue spire fatte di successo e soldi. Come Matteo.

Matteo è un giornalista che lavora in una redazione di Roma, ma che, come tanti giovani che vogliono “di più”, non si accontenta. Vuole la carriera, vuole scucirsi di dosso il capo che non sa apprezzare il suo lavoro. Un lavoro onesto e sempre alla ricerca della verità, per quanto scomoda.

L’imprevisto è sempre dietro l’angolo, e anche Matteo vi incappa.

Un imprevisto che gli aprirà le porte della redazione di uno dei giornali più famosi a livello nazionale, dove, in breve tempo, farà carriera, supportato dal direttore e dall’amico politico.

Tuttavia, fama e soldi, si sa, tendono a far dimenticare i sani principi, e Matteo si ritrova, suo malgrado, invischiato in una spirale dorata dalla quale non vuole uscire, allontanandosi da tutto quanto per lui conta: l’amica e coinquilina Carmen, con cui ha condiviso tanto, e l’amata Silvia, per la quale farebbe di tutto ma che distanzia piano piano, inconsciamente.

Sarà di nuovo la vita a mettergli di fronte un altro imprevisto, e qui dovrà scegliere: verità o menzogna?

La storia di Matteo è la storia di molti di noi, che troppo spesso si sono sentiti “schiacciati” sotto pesi a prima vista facili da sopportare.

Il dilemma tra “quello che va detto” e “quello che si deve dire” è l’anima di ogni servizio di informazione, ma è anche un’arma a doppio taglio.

È più corretto raccontare qualcosa stando attenti a non inimicarsi gente sgradita?

O è meglio gettare la verità, buttarla davanti a tutti senza pesi sulla coscienza?

Se ci pensiamo, è un dilemma che accomuna molte situazioni, da una semplice decisione alla stesura di articoli.

Matteo è l’emblema di questo dilemma. “Aspettando l’alba” è il racconto di un ragazzo alle prese con una delle decisioni più cruciali per la sua vita professionale: parlare o tacere.

Matteo è anche la storia italiana di una persona, la vita di un ragazzo dalle umili origini che si ritrova pieno di soldi ma costretto a venire a patti con la sua coscienza, tutti i giorni.

Il romanzo mi è piaciuto. Adoro i romanzi di formazione, questo non è da meno. Adoro soprattutto quando raccontano della realtà senza girarci intorno e senza fronzoli: una realtà spesso cruda, difficile da digerire, come quella di Matteo, che tuttavia rimbocca le maniche e va avanti. Nonostante tutto.

Sì, non tutte le storie hanno un lieto fine, ma quella di Matteo è bella perché è la storia di ognuno di noi.

La notte prima o poi finisce, e anche noi aspettiamo l’alba, certi che il sole farà capolino da oltre la montagna.

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