editor freelance quale scegliere

Gli editor sono un elemento imprescindibile della creazione di un libro, si sa.

Formarsi come professionista non è semplice e bisogna tenere a mente che l’editor è sempre in formazione, perché c’è sempre da imparare.

Per prima cosa, però, è fondamentale tenere presente cinque qualità che non devono mancare, quale che sia il percorso di studio o lavoro.


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Cinque qualità imprescindibili

Ogni professione, manuale o creativa o altro, prevede delle caratteristiche, degli skills che ogni candidato deve avere. Come in ogni curriculum, anche quello dell’editor deve contenere alcune qualità che potrebbero rendere la sua figura sul mercato più… accattivante, diciamo.

Insomma, se io dovessi assumere un editor, guarderei anche (e soprattutto) a questi cinque aspetti. Mi importerebbe assai poco se ha cinque master in scrittura creativa e due in editing: l’importante è che sappia soddisfare alcuni requisiti fondamentali per affrontare un testo nella giusta maniera.

Pignoleria

Un editor deve essere pignolo. Punto. Anche a costo di risultare antipatico allo scrittore, ma deve mettere in luce qualsiasi dubbio gli sorga mentre sta correggendo il testo. Dubbi di lessico, di sintassi, di contenuto. Qualsiasi.

Lo so, come si suol dire: cercare il pelo nell’uovo.

Ma è soltanto scavando a fondo (ma proprio a fondo!) che l’editor potrà rinvenire anche la più minuscola particella di polvere che inesorabilmente imbratterà il testo.

Quindi; lungi da noi editor che “ci danno là”. Avranno vita breve.

Pazienza

Stare chini su un testo o sulla tastiera per sette, otto ore al giorno, se non di più, può essere snervante, soprattutto se fuori c’è un bel sole o se ti hanno chiamato per una partita di calcetto. E poi potresti dirti: “Ma sì, sono freelance, mi organizzo il tempo come mi pare”. E magari potresti decidere di dedicare meno tempo a un testo perché sì, lo rileggo poi. Solo che il poi potrebbe non arrivare…

A parte questo esempio (e ogni editor che si rispetta sa che prima viene il dovere, senza distrazioni, Instagram, Facebook, WhatsApp, Steam, YouTube poi il piacere), lavorare su un testo richiede pazienza. La pazienza di controllare ogni riga, di leggere lentamente perché una lettura più veloce in fase di revisione potrebbe rischiare di farti perdere per strada qualcosa. E a volte la pazienza di sostituire una parola con un’altra una, due, dieci volte (per fortuna esistono alcuni trucchetti per velocizzare certe cose).

Quindi, di nuovo, lungi da noi editor che vogliono rivedere un testo in fretta. Avranno vita breve.

Umiltà

Caratteristica forse più insita nell’animo umano che legata al lavoro in sé, tuttavia un editor deve essere umile. Sì, perché troppa saccenteria non porta lontano.

Editor troppo boriosi, prepotenti, che vogliono a tutti costi imporre il loro punto di vista perché è il loro, rischiano di inimicarsi ben più di uno scrittore o di un editore.

Bisogna saper argomentare il proprio lavoro e le motivazioni che spingono a consigliare una correzione o a sostituire una parola con un’altra, ma quando si è nel torto o si ha sbagliato, bisogna chinare la testa e riconoscerlo.

Come dico sempre: siamo persone e non macchine, è normale sbagliare.

Curiosità

L’editor è curioso per natura. Sa che ogni testo su cui lavorerà è un piccolo bagaglio culturale che arricchirà la sua valigia. Quindi dovrà saperne di più.

Per forza! Se devi rivedere un testo ambientato in Sicilia nel Medioevo, devi per forza sapere qualcosa, di storia, di geografia, di cultura, di usi e costumi. In caso contrario, come potrai approcciarti a un testo senza questo bagaglio di nozioni?

Uno dei miei lettori di traduzione lo ripete sempre, da un anno a questa parte: prima di tradurre un testo informatevi, prima di tradurre un testo informatevi, prima di tradurre un testo informatevi!

E quindi voglio parafrasarlo: prima di correggere un testo informati!

Diffidenza

Eh sì, mi duole dirlo ma l’editor deve anche essere diffidente.

In altre parole, non deve mai dare nulla per scontato.

Questo, il fatto di dare per scontato, è tipico soprattutto degli editor alle prime armi, di chi ha iniziato da poco e manca di malizia (?), e soprattutto teme di essere troppo invasivo durante la revisione. Oppure, considera sacro tutto quello che gli viene sottoposto.

Ecco, evita di considerare sacro o intoccabile il testo che dovrai correggere. Non lo è. Innanzitutto perché se lo fosse, che senso avrebbe la tua revisione? E poi anche l’autore, come l’editor, non è infallibile e può sbagliare.

Può sbagliare sia nella scrittura in sé, sia in quello che scrive. Non sto dicendo che sia ignorante (nel senso che ignora), ma può avere delle dimenticanze, o scrivere A per B. E in certi casi, scrivere 1989 al posto di 1990 può avere conseguenze… drastiche.

Armati di pazienza (appunto!), allora, perché dovrai verificare ogni informazione del testo che correggerai. E se sei in dubbio, non esitare a chiedere: l’autore saprà volentieri risolvere i tuoi dubbi.