Strumento spesso usato e spesso no, il correttore grammaticale di Microsoft Word, soprattutto nelle sue versioni più recenti, offre numerosi vantaggi ma ha alcune pecche.

Li vediamo oggi.


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Innanzitutto, cos’è il correttore grammaticale di Word?

Be’, lo dice la parola stessa: uno strumento interno al software che aiuta nella grammatica e nella sintassi.

Attivarlo è semplice: alla voce Revisioni, troverai la dicitura “Correzione ortografia e grammatica”. La versione più nuova di Word è differente, invece, perché si tratta di aprire la finestra “Editor” e contiene anche alcune statistiche di leggibilità, ma il risultato non cambia.

Schermata del correttore grammaticale di Word

Ogni frase e parola che il correttore ritiene opportuno rivedere è classificata secondo “ortografia” o “grammatica”, e nella versione più recente vengono anche suggeriti elementi come la “concisione”, il “registro formale” o le “scelte lessicali”.

La ortografia considera anche tutte le parole straniere, o parole che il correttore non ha nel suo database (ad esempio, nel testo oggetto di esempio, mi dà errata la parola scalzista, che comunque esiste, ma che evidentemente non ha nel database). La grammatica riguarda, è ovvio, la grammatica, e il correttore considera ad esempio verbi coniugati male, concordanze sbagliate, punteggiatura.

Il registro formale invece controlla se per caso non abbiamo usato regionalismi o termini più della lingua parlata (sempre nell’esempio di cui sopra, mi dice di controllare il termine “cencio”). Le scelte lessicali riguardano ad esempio l’uso della d eufonica, i numeri scritti in numero (perdona il giro di parole).

Messa così, il correttore grammaticale di Word sembra lo strumento migliore per aiutarti a rivedere il tuo libro.

Sì e no.

I vantaggi

È innegabile che attivare il correttore è uno strumento davvero utile per scoprire subito eventuali errori e inesattezze.

Se scrivi male una parola, ad esempio csa al posto di casa, il correttore lo evidenzia subito in rosso. Lo stesso per termini che credi esistano ma in realtà non è così (soddisfava invece di soddisfaceva). Il correttore evidenzia anche spazi vuoti o superflui ed errori di ortografia (come scrivere un amico).

Insomma, se comunque vuoi dare una pulitura iniziale del tuo testo, prima di correggerlo, l’Editor di Word ti è di grande aiuto.

Tuttavia ogni suggerimento non va preso con le pinze, e come vedremo adesso, non tutti gli errori vengono “scovati”.

Gli svantaggi

Come scrivevo prima, Word ha un database in cui è contenuto il lessico, ma può capitare che alcune parole non vi siano, come lo scalzista di poco prima, e che quindi lui le consideri errate. Questo limite è ben presto superato, perché basta essere sicuri che quella parola esista e aggiungerla al suo dizionario (cliccando sulla parola con il tasto destro).

Sempre legato al database è un altro limite, ben più grande. Se scrivo cosa anziché casa, Word non mi dà errore, perché per lui quella parola esiste. In altri termini, “in altra casa” e “in altra cosa” per il correttore è uguale. Refusi come questi non vengono considerati.

Inoltre, spesso i suggerimenti di Word sono… come dire… surreali. Qualche esempio.

In questo caso, Word suggerisce di sostituire “alla stoffa” con “ha la stoffa”. Non ho ancora capito il motivo.

Qui invece mi suggerisce di scrivere i lenti o le lente al posto di le lenti. Evidentemente c’è qualche lacuna nel suo database.

Infine, qui mi dice che forse ho sbagliato a scegliere la parola e me ne suggerisce alcune… che non c’entrano nulla con la frase!

In conclusione, il correttore di Word è utile per una pulizia sommaria da refusi (quelli che trova, come lettere mancanti o spazi in più) e per controllare errori di grammatica e ortografia, ma per un’analisi più approfondita ahimè è inutile. Ragionando come una macchina, perde numerose sottigliezze che solo l’occhio umano può vedere.