L’ambientazione di un libro: gli errori da non fare

L’ambientazione di un libro è essenziale per avere la cornice nella quale i tuoi personaggi agiranno. L’ambientazione, però, non è solo una cornice. È importante che tu abbia chiaro questo concetto per non rischiare di ambientare romanzi in “non luoghi” o far agire i tuoi personaggi in enormi spazi bianchi.

Quali sono gli errori dell’ambientazione di un libro, quindi?

Lo scopriamo oggi.

Se non sai che cos’è un’ambientazione o se la reputi non necessaria, ti consiglio questo mio articolo.

I 3 principali errori dell’ambientazione di un libro

Ci sono tanti errori di ambientazione, ma ne ho recuperati tre, che sono i principali e più frequenti.

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[su_service title=”Ambientazione sbagliata” icon=”icon: bell” icon_color=”#d70c0d”][/su_service]

Vediamoli uno per uno.

Errore numero 1: poca o nessuna ambientazione

È l’errore di cui ti parlavo a inizio articolo.

Capita quando, chi legge il tuo libro, vede i personaggi agire e muoversi in uno spazio bianco, senza alcuna interazione con oggetti o ambiente.

Perché l’ambiente non c’è.

Succede anche quando il lettore sa che Mario Rossi abita a Milano, ma la città è così poco specificata da sembrare un’altra qualsiasi — può essere Milano come Roma o Firenze.

In altre parole, il lettore non “sente” il luogo. Non lo vive. Non annusa i profumi, non tocca le cose, non ode i rumori.

Come risolverlo?

Se ti sei accorto che il tuo libro ha poca ambientazione, e che le azioni dei tuoi personaggi navigano in un mare di nulla, devi intervenire sul testo inserendo frasi o paragrafi.

Fa’ interagire i tuoi personaggi con l’ambiente che li circonda, fagli prendere oggetti, sedersi sulle sedie, sbattere porte, e così via. Usa i cinque sensi e falli sentire il profumo delle belle di notte sul davanzale, falli toccare la seta delle coperte, falli vedere i bambini che giocano al parco, falli gustare un intenso caffè.

Se la tua ambientazione è solo abbozzata, trova gli spunti per inserire parti dei luoghi dove si muovono i tuoi personaggi. Se sono lungo il marciapiede, parla di quello che hanno intorno. La stessa cosa se sono al mare o in cima a una collina e sta arrivando il temporale.

Attenzione però a non inserire troppe informazioni.

È l’errore che vediamo adesso.

Prima, però, ti va di mettere mi piace all’articolo? 🙂

Errore numero 2: troppa ambientazione

Anche dare troppe informazioni o troppi dettagli su ciò che circonda i personaggi è un errore, e fa parte di quella bestia dai lunghi denti chiamata infodump.

Ecco un esempio tratto dal mio Prontuario di editing (che hai ricevuto se ti sei iscritto alla newsletter. Non ti sei iscritto? Clicca qui!).

Finalmente Antonella giunse alle porte della sua città. Non credeva che quei cinque lunghi anni di assenza fossero stati così lunghi. Londra le era mancata, le era mancata tanto. Le era mancata la confusione della Tube, con tutte quelle teste che si muovevano all’unisono e quello sciamare fuori dai tornelli come tante mosche attirate dal miele. Le era mancato guardare in lontananza il Tower Bridge, che con le sue due torri sembrava voler afferrare il cielo. Si chiamava così per via del fatto che collegava il distretto di Southwark alla Torre di Londra, un’antica costruzione in cui venivano rinchiusi e giustiziati i prigionieri.

L’ultima frase è un infodump, un’informazione superflua. Serve qualcosa alla storia sapere perché il Tower Bridge si chiama così? No.

Descrizioni troppo dettagliate, molto “Wikipedia”, sono statiche e non servono a nulla al lettore.

Se vuoi creare un’ambientazione che viva insieme ai personaggi, sfrutta i cinque sensi e immergi i personaggi nell’ambientazione.

Non limitarti a lunghe e noiose descrizioni di quello che ha intorno, se non interagiscono con i personaggi.

Invece che scrivere:

C’era un vaso di fiori sul davanzale della finestra.

Metti:

Mario prese il vaso di gerani e lo scaraventò a terra.

Come risolverlo?

Abbiamo già in parte risposto a questa domanda.

Le informazioni piatte vanno migliorate e rese visive, quelle superflue vanno rimosse.

Come distinguere il superfluo dall’essenziale? Semplice. Mettiti nei panni del lettore. L’informazione che hai dato gli serve? Serve alla storia? Se la risposta è no devi rimuoverla.

Se alla storia e al lettore non serve sapere che fino a qualche anno fa non c’era la metropolitana nella stazione di Genova Brignole (una delle due più importanti della città), perché inserirlo?

Errore numero 3: ambientazione sbagliata

In questo caso non siamo di fronte a poca ambientazione o troppe informazioni, ma a informazioni sbagliate.

Tra gli errori dell’ambientazione di un libro, questo capita quando non conosciamo bene il luogo dove si svolge la storia o, se è inventato, non lo abbiamo costruito bene.

Ad esempio, decidiamo di ambientare il nostro romanzo a Torino e inseriamo piazza Castello. Solo che, invece di metterla in pieno centro, la collochiamo verso Grugliasco (periferia). Oppure scriviamo che Firenze è bagnata dal Po. E così via.

Alcuni errori sono vere e proprie lacune geografiche, altri semplici sviste.

Se la tua ambientazione è inventata, presta particolare attenzione a ogni dettaglio: vie, piazze, fiumi, monti, mari… Il lettore magari non se ne accorge, ma tu sì.

Come risolverlo?

Segna ogni città, fiume, mare, eccetera che incontri nel tuo libro.

Una rinfrescata con un libro di geografia (o anche la cara Wikipedia) non fa mai male.

Per quanto riguarda vie e piazze, usa Google Maps per verificare se sono dove le hai collocate.

Se la tua ambientazione è immaginaria, tieni una lista delle vie, piazze e dei luoghi della tua storia. Se hai creato un’ambientazione fantasy, dovresti avere anche una mappa.

Spulcia ogni dettaglio alla ricerca di incongruenze e sviste. È un lavoro noioso, ma ne varrà la pena 🙂

Come strutturi l’ambientazione del tuo romanzo? Sei capitato in questi errori?

Scrivimelo nei commenti!