Dopo il Maschio Alfa… il Maschio Palla
Hai presente tutti quei maschi alfa di cui sono zeppi i romanzi di adesso? Tutti ‘sti maschioni muscolosi, di una bellezza rara e che fanno battere il cuore a noi donne, e se sono stronzi cadiamo ai loro piedi?
Bene, adesso scordateli. Perché è arrivato il Maschio Palla.
È arrivato l’arrotino!
Visto che in editoria il fondo non si tocca mai e quando pensi di aver visto il peggio ti stai sbagliando di grosso, e visto che ormai è in ogni dove la voglia di adeguarsi ai gusti dei lettori (non ho ancora ben capito quali), ecco profilarsi all’orizzonte di Editòria un nuovo personaggio tipo: il Maschio Palla.
Se la costante presenza di belli e dannati stava annoiando perfino i bradipi, questa nuova involuzione del personaggio maschile farà rattrappire qualsiasi essere dotato di linfa vitale nel raggio di qualche chilometro.
Il Maschio Palla. Sottotitolo: come distruggere secoli e secoli di letteratura.
Sto tentando di leggere un libro
Ne parlerò più avanti in questo mese, ma il verbo tentare non è messo lì a caso. È che proprio sto arrancando, e fidati, mi capita raramente.
Ciò che mi rende inviso questo benedetto romanzo è soprattutto la maniera in cui l’autrice ha distrutto il protagonista maschile, divenuto nel giro di qualche pagina un perfetto esemplare di Maschio Palla.
I tratti per smascherare questi cliché moderni sono tantissimi e ne basta uno affinché gli altri piovano come rospi.
Il Maschio Palla non ha personalità. Sembra di sì, all’apparenza, ma a un’analisi più profonda capirai che è messo lì solo per servire la protagonista femminile: appena entra in scena lei, tutte le qualità che pareva avere il Maschio Palla si annichiliscono, ed egli diventa il suo burattino.
Lo vedrai sciogliersi nelle azioni più sdolcinate dai tempi delle telenovelas spagnole, agire senza criterio in modi anche discutibili, lo troverai ovunque sia la protagonista femminile, e logicamente (non sia mai che ne sentiamo la mancanza), la storia d’amore è così zuccherosa da farti bere caffè amaro per tutta la vita. Insomma, diabete assicurato.
Bello, dirà qualcuno. ‘Na noia, dico io.
Soprattutto perché questo soggetto non è più solo nei romanzi rosa, young adult, romantic suspense, dark romance, paranormal romance e altri sottogeneri simili.
Lo trovi in romanzi di avventura, fantasy, thriller… horror persino! Dove di solito si muovono altri personaggi, e di Maschi Palla se ne vedono assai pochi.
Non che sia contraria (ma lo sono)
Ho già parlato di originalità.
E mi par giusto dire che un personaggio maschile non deve necessariamente essere bellissimo, bravissimo e seguire a quattro zampe il personaggio femminile, per essere memorabile.
La memorabilità di ogni personaggio (in generale, quindi sia maschile sia femminile) non riguarda solamente i pregi, e anzi, meno ce ne sono e meglio è.
Per quale motivo? Perché il lettore ci si rivede. Se un personaggio non ha difetti, è bello e bravo in tutto, raramente qualche lettore ritroverà in lui tratti che sente vicini. L’animo umano è fatto di errori.
Peccato che questo non succeda in letteratura, soprattutto quella che “vende”, dove le scene sono popolate di maschi e femmine di bellezze uniche ed esemplari, senza difetti, e, se mai ci fossero, basta un click, come se si trattasse di una finestra di Windows, e la chiudi. Così i difetti scompaiono dalla pagina.
Qualche maligno dirà che sono gelosa (rido), invidiosa (rido) o peggio, in realtà sto solo parlando di un dato di fatto, e serve ben poco per rendersi conto che la letteratura di oggi è popolata da questi fantocci, che purtroppo si stanno diffondendo in numerosi generi che prima (per fortuna) non li contemplavano.
Il Maschio Palla è l’emblema di questa progressiva involuzione che ahimè temo sarà molto lunga.
Quindi preparati a leggere di personaggi maschili dannatamente noiosi e che le uniche palle sono quelle che designano il loro nome.
Da questa prospettiva, la voglia di darmi all’orto è sempre più forte.