Ora che conosci le regole… distruggile!
Ti avranno insegnato e detto un po’ dappertutto che una certa cosa si fa in una certa maniera e così via… giusto?
Ebbene: gran parte di ciò che ti hanno detto prendilo e buttalo via!
Se vuoi scrivere il tuo bestseller devi…
… fare così, fare cosà, fare colà, fare chissà-quante-cose-ancora.
Ormai il Web è denso, stracarico, zeppo, inquinato di articoli che ti dicono, che vogliono rivelarti la strategia giusta per scrivere finalmente, evvai! il tuo libro.
E non solo: seguendo tutte queste regole (le definirei così, sì) riuscirai a completare il tuo libro, e soprattutto riuscirai a venderlo! Diventerai famoso! Venderai milioni di copie!
Per non parlare di tutti quegli articoli di scrittura che ti spiegano passo passo come creare un conflitto, un protagonista, un’ambientazione, perfino come scrivere un dialogo, pieni di citazioni di scrittori famosi messe lì non si capisce bene se per aiutarti o per dare sfoggio di sé.
Ne troverai tanti anche qui, e se devo essere sincera a rileggerli mi annoio da sola, ma va be’, una base bisogna darla.
Però la scrittura non si chiama creativa?
E cosa c’è di più creativo che infrangere qualsiasi regola possibile?
Premetto che
Alcune regole, ahimè, purtroppo non vanno infrante.
La grammatica, prima di tutto. Perché un testo sgrammaticato non è creativo, è solo scritto male.
E poi sì, dai, qualche punto fermo sulla progettazione del tuo romanzo ci deve essere. Ad esempio il conflitto di cui parlavo prima: senza un conflitto, un romanzo non sta in piedi.
Tutto il resto… va bene conoscerlo, è giusto conoscerlo. Ed è bellissimo fare tutto il contrario.
Originalità
In questo periodo sto lavorando insieme all’autore a un romanzo molto originale, soprattutto per com’è strutturato.
L’autore ha idee molto chiare: vuole spiazzare il lettore.
E devo dire che ci sta riuscendo molto bene: la storia passa da un personaggio all’altro all’improvviso, e le varie micro-storie sembrano non aver alcun legame con la trama principale. Se non che quando arrivi alla fine capisci che c’è un nesso. Se non sei rimasto troppo spiazzato prima, ovviamente.
Azzardo? Forse, ma diciamocelo: siamo stufi di storie tutte uguali e che seguono sempre il medesimo (e basta!) noioso filo conduttore da A a B a C a D… a Z.
Già è difficile trovare una trama che non ricordi qualcos’altro (e nei miei romanzi mi sento sempre ripetere a pappagallo, quasi fosse il mantra del XXI secolo: bello, sì, ma mi ricorda…), e se proprio quella dobbiamo tenerla così, perché non sconvolgere un po’ le regole della narrazione?
Certo, qualcuno (anzi, molti) potrebbe storcere il naso.
L’anno scorso ho mandato un racconto ad alcuni beta reader. Questo racconto era particolare, non tanto per la trama (e il solito pappagallo ovviamente l’ha fatto presente) quando per com’era stato strutturato. I commenti negativi sono piovuti a cascata, se non vere e proprie stroncature.
Purtroppo, la tendenza è che se un testo si discosta troppo dalla normalità, perfino dai cliché (e ricordo ancora con simpatia tutte le critiche al protagonista maschile del mio “io sono l’usignolo“, perché troppo poco “maschio”), viene immediatamente etichettato come scritto male, senza andare oltre.
Invece, ripeto, la scrittura creativa è tale perché ti permette di creare, di essere creativo, e se rimani troppo imbrigliato nella gabbia delle regole, corri il rischio di scrivere qualcosa che, sì, può piacere agli altri, ma non è tuo.
Perdi quindi la tua identità.
E quindi cosa posso fare?
Scrivi per te stesso.
Lo so, tutti ti dicono di scrivere per gli altri, per il lettore, ed è anche vero, perché ogni volta che metti su carta una parola, una frase, devi sempre tener presente che qualcuno leggerà e dovrà capire.
Però se tu hai un’idea, un’idea anche originale di come impostare la tua storia, è giusto portarla avanti.
Perché quell’idea è tua, e il tuo libro sarà davvero tuo se scritto così.
Difficile, arduo, in un mondo che privilegia il già sentito e già detto (pur criticandolo), ma non impossibile.
Quindi inventa, crea, stravolgi le regole!
E soprattutto sii te stesso.