Che cos’è la linguistica?

Scrivere è bello, ma molti vogliono saperne di più: che cos’è una lingua? Come si evolve? Come funziona?

Una scienza che studia tutto ciò è la linguistica.

Termine che forse potrebbe spaventare i più, ma ti assicuro che è molto interessante.

Oggi vediamo di che cosa si tratta.


** Tutto quanto segue è frutto dei miei appunti del corso di Linguistica presso l’università di Genova **

Foto di StockSnap da Pixabay

Che cosa studia la linguistica?

Innanzitutto, la linguistica studia il linguaggio verbale umano, ossia quello trasmesso attraverso la parola e specifico della specie umana. Tale è una predisposizione biologica dell’uomo, innata: la possiede, cioè, dalla nascita.

Non ce ne accorgiamo, ma ogni giorno associamo contenuti, concetti, significati a espressioni fisiche percepibili: ad esempio attribuiamo al contenuto “microfono” un oggetto, e soprattutto una serie lettere che rimandano a quel suono. Usiamo in altre parole sia il canale uditivo sia quello visivo.

Il fine ultimo è di esprimere un messaggio attraverso un sistema di comunicazione condiviso (come l’italiano parlato): il nostro interlocutore capirà di cosa stiamo parlando.

La linguistica studia anche le lingue storico-naturali. Ogni lingua si è evoluta autonomamente poiché parlata da una comunità in un contesto storico e geografico (ad esempio: italiano, cinese, catalano, occitano, genovese, latino, sanscrito).

Alcune lingue di cui magari sentiamo parlare oppure conosciamo perché parte di una nostra passione, non sono storico-naturali: è il caso dell’esperanto, una lingua artificiale, dell’elfico (lingua creata da Tolkien) o del dothraki (lingua presente ne “Il trono di spade”).

A ben pensarci ogni romanzo fantasy che curi la sua ambientazione ha sempre una lingua di riferimento, vuoi architettata ad arte, come l’elfico, vuoi più generica; però è presente in quasi tutti i fantasy, soprattutto di genere epico.

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Lingua e linguaggio

Lingua e linguaggio non sono la stessa cosa: il linguaggio è qualcosa che ci appartiene dalla nascita, abbiamo visto, qualcosa di innato. È come l’hardware di un computer.

Le lingue, invece, non sono congenite ma vanno apprese, e possono variare in base al contesto storico, sociale, ambientale. Mutano e non sono universali.

Le lingue non sono osservabili in modo concreto ma attraverso alcuni dati scritti e parlati.

Per quanto riguarda l’italiano, abbiamo vari tipi di parlato (formale, quello ad esempio con gli amici, o informale). Cosa che non accade nel latino: essendo una lingua morta, al momento non vi è alcun parlante. Esistono anche lingue che non producono né dati scritti né parlati: è il caso di alcune lingue delle Filippine dove non vi è una tradizione scritta né alcun dato orale registrato.

Se il linguaggio ci accomuna, le lingue ci distinguono. E talvolta ci dividono.

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Le branche della linguistica

Molto in breve, vediamo quali sono alcune delle più importanti branche della linguistica.

La linguistica generale studia che cosa sono, come sono fatte e come funzionano le lingue: quante lingue sono parlate nel mondo, quante parole conosciamo, quanti modi esistono per scrivere una lingua, e così via.

La linguistica tipologica studia invece le varie lingue analizzando la loro diversità: se c’è qualcosa di universale, ad esempio, o perché esistono così tante lingue al mondo e non una sola.

La glottologia (o linguistica storica) studia invece i motivi per cui le lingue cambiano nel tempo: come nascono e come muoiono, in che modo inizia un mutamento e come si diffonde.

Altre branche della linguistica sono la linguistica acquisizionale (che studia la formazione della competenza di una data lingua), la psicolinguistica (che studia i fattori neurologici alla base del linguaggio) e la sociolinguistica (che studia il rapporto lingua-società).

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