La d eufonica
Se hai già scritto qualcosa e hai avuto modo di interagire con case editrici, professionisti o agenzie, spesso avrai notato come numerosi “ad” e “ed” vengano sostituiti con “a” e “e”.
Magari ti sei anche chiesto perché.
Stiamo parlando della cosiddetta d eufonica.
Oggi vedremo che cos’è e come usarla.
Iniziamo!
Il rafforzamento sintattico
La d eufonica è un caso particolare di rafforzamento sintattico.
Il rafforzamento sintattico è il fenomeno fonetico per cui una consonante iniziale di parola, quando è preceduta da determinate parole uscenti in vocale, si rafforza, cioè è pronunciata come doppia (La dimensione linguistica, Sensini)
Il rafforzamento sintattico è un fenomeno essenzialmente orale, ma esistono casi in cui usa anche nella grafia.
Ad esempio:
- Sopra, sovra, contro: soprattutto, contraccolpo, sovrapporre.
- Sì e così: siffatto, cosiddetto.
- Fra: frapporre.
- E, o, né: eppure, oppure, neppure.
- A, da, su: addosso, davvero, supporre.
- Là e più: laddove, piuttosto.
Abbiamo visto come la d eufonica sia un caso particolare di rafforzamento sintattico.
Vediamo perché.
Un caso particolare: la d eufonica
La congiunzione e, la preposizione a e la congiunzione o (ma in misura meno frequente), quando sono seguite da una parola che inizia per vocale, possono acquistare una d:
- A -> ad
- E -> ed
- O -> od
Questa d è eufonica, ossia una consonante il cui solo scopo è evitare il suono sgradevole prodotto dall’incontro di due vocali, soprattutto identiche:
- a aiutare -> ad aiutare
- e ecco -> ed ecco
- o oltre -> od oltre (ma poco usato)
Quando usare la d eufonica?
C’è da dire che fino a qualche ventennio la d eufonica era usata di frequente.
Oggi, invece, si preferisce usarla solo quando si incontrano due vocali identiche, come negli esempi sopracitati (ad adesso, ed ecco). La d eufonica nella o non viene quasi più usata.
Quindi:
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[su_service title=”Oggi sono stato ad Ancona” icon=”icon: thumbs-o-up” icon_color=”#19d70c”][/su_service]
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La d eufonica va evitata anche in altri casi.
- Prima di un inciso: Ed, giunto a casa, andò a coricarsi (ma: E, giunto a casa, andò a coricarsi).
- Davanti alla acca aspirata di alcune parole straniere: Come stiamo ad hamburger? (ma: Come stiamo a hamburger?)
- Se nella parola successiva vi sono d o t che renderebbero il suono sgradevole: Fino ad adesso non ho avuto problemi (ma: fino a adesso non ho avuto problemi).
Casi “particolari” di d eufonica
Oltre a essere messa laddove vi siano due vocali identiche, è rientrato nell’uso comune l’utilizzo della d eufonica in casi come:
- Tu / lui / lei ed io;
- Ad esempio;
- Ad eccezione;
- Fino ad ora;
- Ad esso /ad essa;
- Dare ad intendere;
- Ad opera di…
Conclusioni
La d eufonica serve per evitare suoni sgradevoli (cacofonie). Tuttavia usarla anche nei casi dove andrebbe evitata non è un errore da penna rossa.
Però, se vuoi dare un suono più armonioso alle tue frasi, ti consiglio di attenerti a queste regole implicite. Inoltre in molte norme editoriali di case editrici o concorsi la d eufonica è severamente vietata. Quindi è meglio che tu inizia a usarla solo nei casi previsti.
There are 2 comments on this post
Non sono d'accordo Emanuela, l'uso odierno diciamo dal 1995 in poi che si tende a fare della "d" eufonica è dettato in larga misura dalle esigenze editoriali che si ripercuotono sull'insegnamento scolastico. Millennial e y-gen vengono quindi spinti ad abbandonarne l'utilizzo. L'eufonia creata da uno iato molto marcato tra due vocali è spesso piacevole, ne è piena la letteratura classica, serviva e serve per avvicinare il lettore allo scrittore. Scandire la separazione tra vocali è un modo per farsi comprendere meglio ed è decisamente inclusivo, ma richiede attenzione da parte del lettore. Oggi, in chiave di profitto verso un pubblico disattento ed impulsivo, si è scelto di incafonire lo scritto diminuendo lo iato, portandolo quanto più vicino ad un suono gutturale da caverna: e a, e e, o o. Se invece il tentativo muscolare di abbandarne l'utilizzo fosse opera dolosa di qualche intellettuale come segno di emancipazione dal passato, forse anche recente, sarebbe gravissimo. Durante la lettura nel nostro cervello si formano dei suoni "virtuali" simili a quelli percepiti durante l'ascolto di brano musicale. Non mi sembra che si sia mai assistito ad un cambio di opinione riguardo "l'eufonia" di brani classici appartenenti al secolo scorso e prima. Oggi invece, per qualcuno, è cacofonico l'uso della "d" eufonica. E' singolare. Dal mio punto di vista stare al passo con i tempi è necessario, ma genuflettersi a logiche di mercato/editoriali significa solamente misurare la propria mediocrità.
Complimenti per non aver pubblicato il commento sulla d-eufonica. LOL