Scrivere un dialogo è parte integrante di ogni storia. Può essere scritto bene o male, e purtroppo è una delle cose più difficili, i rischi di finire con qualcosa di mediocre sono tantissimi.
Prima ancora, però, di entrare nello stile del dialogo, occorre prendere in considerazione alcune accortezze… grafiche, diciamo.
Vediamone tre, le più “importanti”.
«Ciao.» Disse Maria
Questo errore lo trovo davvero dappertutto, anche in testi editi da case editrici (addirittura, piccolo aneddoto: un autore con cui ho collaborato ha pubblicato il suo romanzo con una casa editrice e mi ha omaggiato di una copia. Ho dato una letta e mi sono accorta che tutti i dialoghi avevano questa impostazione, nonostante in fase di editing io li avessi corretti. Il sipario cala).
Proviamo a scrivere il dialogo senza virgolette: Ciao, disse Maria.
Ci viene spontaneo scrivere così, e non Ciao. Disse Maria. Giusto? E così deve essere se usiamo le virgolette, di qualsiasi tipo.
Anche perché disse Maria è un inciso direttamente collegato al dialogo, sta reggendo il dialogo stesso. Non è scollegato come, ad esempio, in questa frase: Ciao. Maria sorrise (e quindi: «Ciao.» Maria sorrise, e NON «Ciao» Maria sorrise. Sono due frasi separate, e per questo motivo vanno separate da un punto.
Quindi:
«Ciao» disse Maria.
«Ciao.» Maria sorrise.
e non:
«Ciao.» Disse Maria.
«Ciao» Maria sorrise.
«Ciao.» [stessa persona, a capo] «Come va?»
Altro errore, che attiene di più alla comprensione (prima erano minuzie stilistiche che però è bene conoscere e seguire), è racchiudere il dialogo di una stessa persona in diverse virgolette e/o andare a capo.
«Ciao.»
«Come va?»
O:
«Ciao.» «Come va?»
Il lettore, anche il più disattento, capirà che qualcosa non funziona, o penserà che siano due persone a parlare.
Se un dialogo non è separato da incisi va inserito nella stessa coppia di virgolette, e non va mai a capo.
Quindi:
«Ciao. Come va?»
O:
«Ciao» disse Maria. «Come va?»
«Ciao, lo sai cosa mi ha detto ieri Maria? «Mi sposo!» mi ha detto! Non ci posso ancora credere.»
Capita molto spesso di inserire dialoghi all’interno di dialoghi, ma non bisogna mai usare le stesse virgolette. È necessario inserire virgolette diverse per, appunto, diversificare il tipo di dialogo (riportato, in questo caso).
Quindi:
«Ciao, lo sai cosa mi ha detto ieri Maria? “Mi sposo!” mi ha detto! Non ci posso ancora credere.»
Sempre per diversificare, è opportuno anche usare virgolette diverse per i pensieri (se uso le caporali per i dialoghi, ad esempio, userò le virgolette alte per i pensieri), o scriverli in corsivo o in tondo.
Il lettore capirà di più… e ringrazierà!