Oltre a problemi stilistici, ortografici eccetera, un buon editor controlla anche elementi grafici, o almeno dovrebbe.
È il caso ad esempio dei dialoghi, per i quali vanno seguite alcune regole che fanno la differenza fra un buon libro e un cattivo libro.
La punteggiatura dei dialoghi
Abbiamo già visto che merita un’attenzione a sé stante la punteggiatura dei dialoghi. Quali virgolette usare? E il punto sta dentro o fuori? E la virgola?
Come ben sappiamo ogni editore ha le sue norme anche grafiche e raramente le cambia, e così dovrebbe essere anche per uno scrittore self-publisher.
Ossia: se decidi di usare le caporali « e » e di inserire il punto di chiusura esterno (».), devi mantenerlo sempre, e soprattutto all’interno del medesimo testo.
Ci sono però altri dettagli, forse mi dirai che sono sottigliezze, ma credimi che fanno la differenza fra un testo curato e uno no.
Un errore… maiuscolo
Prendiamo questa frase.
«Ti amo.» Disse Maria.
Un lettore meno attento non troverebbe alcun errore, invece c’è.
L’inciso, poiché è un diretto proseguimento del dialogo (Maria sta dicendo “ti amo”), non va separato da un punto e nemmeno serve la maiuscola.
«Ti amo» disse Maria.
Diverso sarebbe se il dialogo terminasse e dopo seguisse una frase autonoma.
«Ti amo.» Maria sorrise.
In questo caso il punto in chiusura (indifferente se dentro o fuori) è corretto e doverosa la maiuscola.
Un errore… spaziale
Stessa frase.
” Ti amo ” disse Maria.
Se noti ho usato le virgolette alte per uno scopo ben preciso: se decidi di utilizzarle non devi mai mettere uno spazio all’interno.
“Ti amo” disse Maria.
Diverso è il caso per le caporali e la lineetta (em dash o en dash). Infatti, in quest’ultimo caso è necessario uno spazio all’interno:
– Ti amo – disse Maria (e non: –Ti amo– disse Maria!)
Non sempre, ma qualche volta anche nei testi italiani ho trovato uno spazio all’interno della caporale, ad esempio in vecchi romanzi degli anni Ottanta. È comunque più frequente l’assenza di spazio, come per le virgolette alte. Diverso è il caso se il testo è in francese: in questo caso lo spazio all’interno delle caporali è fondamentale:
« Je t’aime » dit Marie.
Un errore… assente
Altro errore che si vede spesso è la mancanza del punto in chiusura del dialogo (quando non è retto da inciso).
«Ti amo»
«Ti amo» Maria sorrise.
Nel primo caso è fondamentale l’inserimento di un punto perché è come se si trattasse di una frase in tutto e per tutto, perciò è necessario il punto in chiusura.
Nel secondo molti sono più elastici e permettono l’assenza del punto, facendo sì che la frase successiva sia parte del dialogo.
Personalmente preferisco il punto in chiusura anche in questo caso, poiché i miei occhi ritengono le due frasi separate: Maria dice “ti amo” e poi sorride. Alla peggio, se si vuole farle dire che ama mentre sorride, si può scrivere: «Ti amo» disse Maria sorridendo, anche se il gerundio è sempre bene usarlo con le pinze e con molta parsimonia.
There are 2 comments on this post
Bello! Questi articoli sono davvero preziosi :)
Grazie :)