Siccome sto per cancellare il mio vecchio blog, “L’antico calamaio”, e non voglio perdere le recensioni lì presenti, ho deciso di riproporre le migliori qui.

Spero sia un modo per stuzzicare la tua curiosità e spingerti ad acquistare quello che per me è stato davvero un libro che ha meritato di essere letto.

Parto oggi con la recensione de “La collezionista di sogni” di Valentina Bellucci.


Self-publishing

Genere: Romance

448 pagine

Prezzo edizione cartacea: 18,72 euro

Prezzo edizione digitale: 0,99 euro

Quarta di copertina

Per Tristan e Mary Lou, Londra è proprio come una prigione, e vittime sono proprio loro: due ragazzi adolescenti, incompresi dal resto dei compagni e testimoni di vite complicate.
Mary Lou Finger ha sedici anni, la passione per la lettura e una vita incasinata; è bella ed è brava a scuola, ma non basta, a casa sua vive un inferno.
Tristan Colin, il ragazzo più sfigato della scuola, è chiuso in se stesso da un vuoto incolmabile.
Un giorno però le loro vite saranno destinate ad incrociarsi e sarà proprio mentre si imbatteranno l’uno nell’altra che Tristan avrà intenzione di invitarla ad uscire. Ma cosa accadrebbe se lei dovesse accettare? E come mai ogni sabato mattina Tristan scompare? Dove va?
La vita di Mary Lou sembra davvero molto confusa, fino a quando un incontro inaspettato cambierà tutto il suo modo di vedere le cose. Sarà proprio lì, alla Boy and Dolphin Fountain, in Hyde Park che conoscerà Annabel, una ragazza di dodici anni, intelligente e spigliata, che dalla vita ha tutto, ma che sarà costretta a crescere troppo in fretta e ad affrontare qualcosa di molto più grande di lei.
“La collezionista di sogni” è un romanzo commovente, una storia di amore e di amicizia, ma soprattutto una storia di vita. Parla dell’amore nelle sue mille sfaccettature, in una realtà che spezza il cuore e ci ricorda l’importanza dei sogni.


Che senso ha vivere tutti assieme se siamo così tanto distanti gli uni dagli altri?

Ci sono libri che leggi per semplice passatempo. Quelli che, una volta terminati, ritornano nel loro scaffale, e di cui presto tendiamo a dimenticarci perché non ci hanno lasciato nulla. E poi ci solo quelli come “La collezionista di Sogni”. Libri che sanno prenderti, nei quali ti immergi a tal punto da dimenticare quello che ti circonda. Libri che ti fanno ridere. Libri che ti fanno commuovere.

Era da tanto tempo che non mi scappava una lacrima. Ma il libro di Valentina, le storie di May Lou, Tristan e Annabel mi hanno talmente emozionata che, alla fine, quella lacrima è scesa.

Mary Lou, Annabel e Tristan sono tre adolescenti costretti a crescere troppo in fretta. All’apparenza come tutti gli altri, in realtà nascondono nel loro profondo dure realtà che li obbligheranno a fare i conti con l’altra medaglia della vita. Quella dura, brutta, cattiva. Quella che ognuno di noi vorrebbe nascondere da qualche parte. I destini di Mary Lou, Annabel e Tristan si incroceranno lungo le vie di Londra, una Londra autunale e invernale, dai colori aranciati, dorati, sino ad arrivare al grigio fumo della neve calpestata e marcia. 
Mary Lou e Tristan frequentano la stessa scuola, ma non si conoscono. E come potrebbero? Lei, la classica studentessa modello; lui, lo sfigato di turno. Universi completamente paralleli. Fino a quando, un giorno, Tristan non deciderà di chiedere a Mary Lou di uscire.

Da lì, le loro vite cambiano, migliorano, peggiorano, si completano. Mary Lou coltiva anche un sogno nel cassetto: diventare una scrittrice. E sarà grazie all’incontro fortuito con Annabel, in Hyde Park, che la ragazza riuscirà a mettere su carta ciò che a lungo ha tenuto nella propria mente, conscia anche che tutti hanno sempre considerato il suo sogno una stupidaggine.   

In fondo leggere è come sognare ad occhi aperti il sogno di qualcun altro.

Se vi aspettate una storia d’amore e di amicizia, ebbene, vi potrei rispondere che “La collezionista di Sogni” appartiene a questo genere ma non vi appartiene. Vi appartiene poiché l’amore e l’amicizia sono i due sentimenti che muovono le azioni dei tre protagonisti. Non vi appartiene perché c’è molto, molto di più, dietro.

Valentina ha saputo entrare perfettamente nelle menti di Tristan e Mary Lou (il romanzo è in prima persona con i loro POV per ogni capitolo), a tal punto di riuscire a estrapolare i loro pensieri ed emozioni e di trascriverli su carta. Il risultato sono due personaggi dai contorni nitidi e delineati. Io, che in genere in un personaggio cerco soprattutto l’aspetto caratteriale ed emotivo, piuttosto che quello fisico o di dettaglio (com’è fatto, come si veste, etc.), ho davvero amato sia Mary Lou e Tristan, sia la piccola Annabel. Quest’ultima è semplicemente raccontata dalle parole di May Lou, e la conosciamo attraverso i loro incontri, sempre più frequenti verso il finale del libro, di cui non parlerò per evitare noiosi spoiler.

Un’altra cosa che apprezzo della scrittura di Valentina è la capacità di trascinare il lettore nella storia, dall’inizio alla fine, pur non trattandosi di un romanzo adrenalinico o di avventura. Inoltre, sono soprattutto le emozioni e i sentimenti a predominare la scena, analizzati in maniera molto profonda e con quel pizzico di malinconia che io adoro, e che difficilmente riesco a trovare in un libro (l’ultima volta è stato durante la lettura di “Raccontami di un giorno perfetto” della Niven).

“La collezionista di Sogni” non è solo amore e amicizia. È un vero è proprio inno alla vita e alla sua bellezza; alla bellezza delle piccole cose, che diventano grandi nel momento in cui tutto sta per essere perduto. 

Il libro di Valentina ci ricorda di continuare a sognare, di collezionare anche noi i nostri sogni e di coltivarli, perché non c’è niente più bello di sognare. E non c’è niente di più bello dei sogni che le piccole cose possono darci.