“Il tuo destino vive in te, Paige. Devi solo avere il coraggio di vederlo, perché il coraggio è più importante della paura stessa”.
La trama
La recensione
Se si ha la pazienza di proseguire la lettura sino alla fine, questo corpulento urban fantasy riserva numerose sorprese.
Questo ho pensato quando, la settimana scorsa, ho raggiunto la pagina finale di “Drop of blood”. E ho chiuso il libro, soddisfatta.
L’enorme mole del romanzo può spaventare il lettore meno incallito: quasi ottocento pagine.
Tuttavia, la scrittura è godibilissima e, una volta entrati nel “mood”, nel libro, non ci accorgiamo nemmeno della lunghezza.
Il filo conduttore è uno dei classici degli urban fantasy: Paige, la protagonista, è una sedicenne arrabbiata con il mondo e con i genitori, che l’hanno tenuta all’oscuro dal destino che l’aspetta, ossia diventare una Cacciatrice di vampiri, come la madre prima di lei.
Come tante adolescenti, Paige non vuole che qualcuno le progetti la vita, e farà di tutto per opporsi al volere dei genitori e del Consiglio. Lei detesta i vampiri, e vi è una ragione ben precisa, che riguarda il fratello maggiore — ma che, per ovvi motivi, non vi rivelerò.
La sua vita viene sconvolta, e non poco, con l’arrivo di un nuovo vicino di casa: l’enigmatico, bello e strafottente Nathan.
Una persona tanto odiosa quanto attraente, che non passerà inosservata agli occhi della ribelle Paige.
Ma qualcosa trama nell’oscurità, e il Male è sempre in agguato, pronto a colpire quando meno te lo aspetti.
Riuscirà Paige a seguire il suo destino e a far ragionare il proprio cuore?
Il romanzo è scritto in modo semplice e a volte banale, ma rispecchia perfettamente l’animo controverso e ribelle della protagonista.
Apparentemente, leggendo i primi capitoli, si potrebbe (erroneamente) pensare di trovarsi davanti a uno dei tanti romance che spopolano oggi: lei e lui, lui stronzo, lei gli corre dietro suo malgrado, eccetera.
Tuttavia, proseguendo la lettura, scopriamo un universo ben più vasto, che racchiude in sé anche numerosi elementi della mitologia greca, che l’autrice padroneggia alla perfezione.
Verso le battute finali, poi, il romanzo ha una forte accelerazione, e siamo catapultati nell’azione, un colpo di scena dietro l’altro.
Insomma, di certo “Drop of blood” non annoia, e devo dire che, nonostante la lunghezza, l’ho letto in poco tempo.
I personaggi sono caratterizzati al meglio, a partire dalla protagonista: leggendo la sua storia (narrata in prima persona), “sentiamo” i suoi sedici anni, le sue paure e i suoi desideri. Ammetto che certe volte sarei voluta entrare nel libro e darle due schiaffi, ma non è forse questo, il bello di un personaggio vivido e vivo? Il fatto che sappia regalarci un’emozione, bella o brutta che sia?
In conclusione, consiglio vivamente questo urban fantasy, anche se avrei ridotto di un poco la prima parte, che, forse, è un po’ troppo lenta.
Se i libri lunghi non vi spaventano e volete leggere qualcosa di diverso, “Drop of blood” fa per voi.
There is 1 comment on this post
Francamente non saprei... La storia della Cacciatrice di vampiri adolescente mi pare di averla già sentita, e anche se non è male... mi da un po’ troppo l’impressione del “già letto, grazie!”.
Per farsi un giudizio veritiero bisognerebbe vedere quali sono gli elementi accessori, per così dire, che, mi pare di capire, non scarseggino.
La lunghezza spaventa soltanto gli editori e i lettori della domenica: se una storia è buona la si legge volentieri fino alla millesima pagina, perché no?
Qualcuno pensando all'accostamento vampirismo-mitologia greca potrebbe storcere il naso; voglio rassicurarlo: il pregio delle storie che parlano di vampiri è quello di poterle accostare a qualsiasi argomento senza che per questo perdano coerenza. Il fatto che affondi le radici nella mitologia e in un lontano passato, anzi, è un elemento che fa da surplus.
Buona lettura.