Forse questo articolo farà storcere il naso a più persone, ma vorrei sfatare un mito che spesso sento in giro.

L’editor spesso non è quel mago con la bacchetta il cui tocco rende un libro perfetto.

Non è infallibile, e talvolta, appunto, fallisce.

Capiamo il perché.


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Ma come?

L’editor può tutto! È capace di creare superbe statue da due pietre grezze! Riesce a migliorare anche l'”immigliorabile”! È un mago della scrittura!

Da una parte abbiamo chi ancora non ha capito che cosa sia l’editing e chi sia l’editor, dall’altra invece c’è chi ha deciso che quale che sia il testo, l’editor può.

Oddio, magari molti diranno che è così, però purtroppo ci sono alcuni casi in cui nemmeno l’editor può fare granché, se non mettersi le mani nei capelli e riscrivere tutto. Se capisce cosa riscrivere, beninteso.

Roba da matti

Non mi capita spesso, per fortuna, ma talvolta sì.

Dover correggere dei testi che non solo sono un orrore per la grammatica (Visage non è niente in confronto), ma anche che non sai che cosa vogliono dire, dove vogliono arrivare.

È logico che se l’editor non capisce cosa voglia dire l’autore, difficilmente riuscirà a correggere un testo.

Ci sono comunque vari “step” di fallibilità.

Concetti che non si capiscono

Se il concetto è di per sé incomprensibile, come può l’editor renderlo tale? Corre il rischio di darvi un’interpretazione che non sia quella voluta dall’autore, e di conseguenza la sua azione sarà sbagliata.

Frasi contorte

Sembra simile a concetti che non si capiscono, ma è un gradino più difficoltoso. Il testo di per sé è comprensibile, ma vengono utilizzate frasi in una maniera così contorta da renderlo pressoché impossibile da leggere. Subordinate su subordinate, incisi che iniziano ma non si sa dove finiscano, assenza quasi totale di punteggiatura. Insomma, un bel rebus.

Argomenti che non stanno in piedi

C’è anche il rischio di trovare argomentazioni che non stanno né in cielo né in terra, e di cui l’editor dovrà fare qualche cosa per renderli leggibili. In questo caso, però, non occorre solo destrutturare e ristrutturare il testo, ma bisogna anche capire come riformulare l’intera argomentazione affinché abbia un senso logico (e non soltanto “sintattico”).

Cosa può fare l’editor?

La prima e fondamentale cosa è parlare con l’autore. Chiedere, chiedere, chiedere. Lo so, magari temi di passare per una persona poco competente, ma se qualcosa non ti è chiaro, prima di fare pasticci è bene sentire il parere dell’autore, che sicuramente ti darà quella delucidazione utile a sbrogliare la matassa. È bene sempre sincerarsi che quanto si corregge sia in linea con quanto l’autore vuole dire, e non invenzione.

Correggere un concetto incomprensibile o una frase contorta ha dei rischi: basta anche solo cambiare una congiunzione e il significato va a farsi benedire.

Certo, ci possono essere autori intransigenti per i quali il proprio testo va bene così com’è. Ecco, in questo caso o battagli duramente per far capire che un testo deve essere leggibile anche da terzi, oppure, ahimè, abbandoni.

L’editor non è infallibile, come scrivevo, e può capitare che un lavoro non riesca. Ma questo non vuol dire che l’editor sia incompetente. Soltanto che non c’è dialogo né possibilità di confronto.

Cosa può fare l’autore?

Innanzitutto, rileggi. Come non smetto mai di ripetere la lettura è fondamentale, anche solo per sentire se un testo fila (se una frase è lunga e arzigogolata te ne accorgi subito!).

Poi ascolta attentamente ciò che l’editor ha da dirti. Non lo fa perché si sente superiore ma perché cerca di aiutarti a migliorare il libro (è lì apposta). Anche se ti chiede di riscrivere un intero capitolo, non spaventarti! È meglio una riscrittura prima della pubblicazione che in seguito.

Fidati: più un editor è pignolo e ti chiede delucidazioni e di apportare modifiche, più il lavoro sarà ben fatto.

In fondo, il lavoro di editing è un continuo botta e risposta fra autore e editor, e non un lavoro unidirezionale. L’editor non deve temere di chiedere o di essere troppo intransigente, e l’autore non deve aver timore di riscrivere o di rimettere mano all’intero testo, e né di far valere la propria opinione quando sente che l’editor sbaglia. L’aspetto basilare è la collaborazione. Senza quella difficilmente uscirà qualcosa di buono da una revisione.