** Questa recensione fa parte del Review Party dedicato all’antologia. Qui sotto trovi gli altri blogger partecipanti **

Nelle viscere della terra, sotto gli abissi dell’oceano, tra gli spazi siderali e le steppe siberiane, la penna di Jules Verne riesce a farci vivere mille avventure. Questo volume raccoglie i più famosi e i più amati racconti celebrando uno dei grandi maestri della narrativa fantastica. All’interno: “Viaggio al centro della terra”; “Ventimila leghe sotto i mari”; “L’isola misteriosa”; “Michele Strogoff”; “Un inverno tra i ghiacci”; “L’espresso del futuro”.

Quando c’è da leggere un classico sono sempre io la prima a correre, o almeno ci provo. Ho una particolare predisposizione per i classici, non solo perché sono un ottimo spunto di scrittura creativa, ma soprattutto perché hanno un’originalità che ahimè nei romanzi attuali spesso manca.

Di Verne lessi da molto piccola “Il giro nel mondo in ottanta giorni”, edizione per ragazzi che poi ho perso chissà dove, e ho acconsentito con molto piacere a partecipare al Review Party di quest’antologia davvero originale, a partire da com’è stata disegnata.

Come romanzo, io ho scelto “Ventimila leghe sotto i mari”. Se devo essere sincera non saprei dire perché ho scelto quello rispetto agli altri romanzi dell’antologia (che comunque leggerò), forse per mettermi di fronte a un elemento che non è molto nelle mie corde: il mare.

Il mare, infatti, è il vero protagonista di questo romanzo. Un mare ricco di abitanti, di luoghi inesplorati tra cui la mitica Atlantide; un mare tutto da scoprire e che grazie alla penna precisissima di Verne il lettore può vedere quasi con i suoi occhi.

Il mare, l’ho sempre visto con diffidenza (e uso la virgola apposta dopo il nome per darvi l’enfasi che merita). Mi ha da sempre messo ansia: quella distesa così piatta, immobile, che dovunque tu vada è sempre la stessa.

Il libro di Verne mi ha aperto gli occhi: sotto questa distesa apparentemente immota e uguale, c’è davvero un mondo da scoprire. E perciò devo ringraziare il Nautilus per avermi permesso di esplorarlo.

Ma veniamo al libro. La caccia a una fantomatica e molto “melvilliana” balena è il preludio a una scoperta a dir poco sconcertante, per il protagonista Aronnax, il fido servitore Conseil e il fiocinatore Ned Land: altro che cetaceo! quello che vedranno è un modernissimo (per i tempi, s’intende) sottomarino guidato da un misterioso signore che si fa chiamare capitano Nemo. Egli, irato per i ripetuti tentativi di attaccare il Nautilus, prende come “prigionieri” proprio i tre uomini, e non consentirà loro di scendere più a terra.

Prigionieri tra virgolette, perché per Aronnax, Conseil e Land si apre un’avventura che non ha parole nel nostro vocabolario per essere spiegata, ma solo occhi per essere letta.

Infatti, da buon re dei mari, Nemo porterà i nostri amici a visitare qualsiasi anfratto sconosciuto e ancora da scoprire del Mare (lettera maiuscola messa appositamente), con viaggi e avventure che penso tutti vorremmo vivere.

Voglio soffermarmi per qualche istante sul capitano Nemo. Una personalità che conosciamo attraverso il punto di vista di Aronnax e che quindi, come lui, non comprendiamo a pieno. Egli conserverà fino alla fine quell’aria di mistero e di dolore, che di tanto in tanto emerge in immagini vivide che solo l’attenta e precisa penna di Verne riesce a mostrare.

Un uomo che sembra aver perso qualsiasi parvenza di umanità, a partire dall’odio per l’umanità stessa, che rifugge vivendo sul Nautilus e rifiutandosi di mettere più piede a terra. Il motivo, qui non lo conosciamo, anche se ci verrà svelato in un altro libro: “L’isola misteriosa”.

Ma Nemo l’umanità non l’ha persa; l’ha sola nascosta bene, e come scrivevo prima di tanto in tanto emergono tratti del suo passato doloroso, che ci spingo a volerne sapere sempre di più.

Un personaggio a mio dire memorabile, di cui tutti vorremmo leggere e che vorremmo inventare.

In definitiva, a parte ovviamente consigliare questo romanzo e gli altri di Verne, mi sento di dire a chi critica i classici: prendetene uno e leggete qualche pagina. Ognuno di loro ha una storia da raccontare e che vale la pena di vivere.

Il mio giudizio

Scrittura

Classificazione: 5 su 5.

Trama

Classificazione: 5 su 5.

“Page turner” (ossia: quanto prende)

Classificazione: 5 su 5.

Consigliatissimo!