Una scrittura incisiva e accattivante non deve mai fermarsi al “già sentito”. Anzi: più originale è e più il lettore sarà contento e se ne ricorderà.

Per questo, nell’articolo di oggi ti elenco dieci espressioni che dovresti evitare, se non vuoi cadere nella banalità e rischiare che la tua scrittura venga etichettata come “qualcosa che ho già letto”.


Già sentito, ma cosa?

Tutti noi tendiamo a usare espressioni, frasi, vocaboli che abbiamo già sentito. Magari li abbiamo letti sui libri del nostro scrittore preferito e vogliamo usarli. Perché no? Quando una persona inizia a scrivere, molti corsi consigliano di rifarsi sui propri autori preferiti, analizzare la loro scrittura e magari prendere in prestito qualcosa. Non c’è nulla di male.

Occorre però non esagerare.

E soprattutto evitare tutte quelle espressioni che ormai usano tutti e che sono così stra-abusate da dare la nausea. Non mi riferisco a luoghi comuni intesi come proverbi o frasi fatte (scoprire l’acqua calda, ad esempio), che comunque è meglio evitare, ma a espressioni più sottili che può “far figo” usare “perché le usano tutti”.

Ecco. Proprio perché le usano tutti è meglio evitarle!

1: nero come la pece/il carbone

Se è nero, è come la pece o come il carbone. Anche come l’inchiostro (anche se si legge meno).

Tante altre cose sono nere: una lavagna, un mobile, la tua auto!

Perché limitarsi al già sentito? Sii originale!

Magari i capelli del tuo personaggio Mario sono neri come le gomme della bicicletta di Luigi. O come la macchina che Luigi si è appena comprato (con i soldi di Mario!).

2: sguardo di ghiaccio

Se c’è un figo nella storia, ha di certo lo sguardo di ghiaccio. Chissà perché, poi. In fondo, ho già visto dei begli uomini (e delle belle donne) anche con gli occhi scuri, e credimi che erano molto profondi!

Questo si rifà a molti dei cliché sui personaggi, che ti consiglio come sempre di evitare. Crea un personaggio tuo, non creare un personaggio sullo stampo di tanti altri.

3: sbadigliare come un leone

Meglio lasciarlo in pace, se si è svegliato con la luna storta potrebbe rincorrerci!

4: le farfalle nello stomaco

Se un personaggio è innamorato, di certo sente le farfalle nello stomaco. Farfalle che frullano, svolazzano, ripercorrono le pareti con allegria e vivacità.

Sempre farfalle sono, e sempre nello stomaco stanno.

Ci sono tanti altri modi per mostrare che una persona è innamorata o attratta o invaghita: sono sicura che ne inventerai dei migliori (e originali!).

5: le braccia di Morfeo

Talmente logora e abusata che ci hanno fatto anche il titolo di un libro.

Ovvio, se Mario si addormenta cadrà nelle braccia di Morfeo. Se Luigi è stanco si lascerà avvolgere tra le braccia di Morfeo. E così via…

Oh, a me ‘sto Morfeo ha stufato, non so a te!

6: silenzio assordante

Prima era di tomba/tombale (sì, lo ammetto: l’ho usato anche io!).

Adesso è assordante.

Non capita un libro in cui almeno una volta non venga usato.

E basta, su, il silenzio può essere tantissime cose, ma smettiamola di usare “assordante”.

7: occhi negli occhi, occhi che si incatenano (e per liberarli è difficile)

In una scena di particolare suspense (erotica), i due personaggi sono sempre occhi negli occhi, oppure i loro occhi (o il loro sguardo) si incatenano.

È un’immagine molto bella, lo ammetto, perché rende l’idea dell’attrazione di X per Y. Purtroppo, anche usatissima, ormai.

Di nuovo, facciamo uno sforzo di fantasia e troviamo qualcos’altro.

8: tremare come una foglia

… in balia del vento, della tempesta, al freddo e al gelo, in inverno…

Insomma, questa povera foglia trema.

Però… hai mai visto una foglia tremare? Va be’, non è questa la sede per discuterne.

Si può tremare in vari modi e con vari paragoni, e soprattutto si può mostrare come si trema, senza ricorrere alla solita (ma facile) espressione abusata.

9: ridere di gusto

Ormai tutti ridono di gusto, ci hai fatto caso?

Ho smesso di contare le volte in cui ho segnalato di variare, perché sì, spesso in un manoscritto è un’espressione che ritorna più e più volte (e più volte, più volte, più volte…).

10: accecato/a dall’ira

Eh sì, se Mario è arrabbiato, furibondo, furioso e qualsiasi altro aggettivo possa andar bene, è accecato dall’ira.

Di nuovo: mostrare, mostrare. Non fermarsi al primo paragone sentito e banale.

E tu? Quali espressioni hai sentito dappertutto e non sopporti? Quali ti è capitato di usare? Scrivimelo nei commenti!