Ridurre in articolo l’esperienza di quattro giorni, e farlo con l’energia al 25%, è dannatamente complicato, e mi perdonerai se tralascerò qualcosa o commetterò degli errori.

Purtroppo in questo istante un peso sulla schiena mi schiaccia al pavimento, e per ora non sembra intenzionato ad andarsene.

Tenterò però di raccontarti quanto ho vissuto da giovedì a domenica, ma mi perdonerai se non userò la solita verve: il fazzoletto me lo impedisce.

Alcuni ragazzi dello staff CSU (credits: pagina Facebook CSU)

Giorno uno: bello ma freddo

Coloro che dicono che da me fa freddo perché abito sui monti non sono mai scesi a Torino Porta Nuova giovedì 9 alle 9.30: il freddo gela i muscoli.

Altro che primavera! Sembra di essere nuovamente in inverno, anche se il sole, sornione, picchia sui tetti dei palazzi.

Fortuna che tra bus, metro e valige, il caldo riesce a ghermirmi, e spero non mi abbandoni per i giorni successivi (solo col senno di poi saprò che non solo mi ha abbandonata, ma è anche la causa del mio 25% di energia).

Arrivata in fiera, di certo non sto troppo a curare le biciclette: il mio turno allo stand CSU inizia a mezzogiorno ed è intervallato da numerose interviste come media partner (con tanto di maglietta!).

Il viavai non è ancora forte, ma d’altronde è il primo giorno del Salone: il vero ingorgo arriverà tra sabato e domenica.

Noi del CSU però siamo pronti a tutto: venite, venite, visitatori, e lasciate che i nostri libri vi acchiappino.

Come media partner mi sono subito lanciata in alcune interviste che mi permettono di conoscere nuovi autori e di “approfondirne” dei nuovi.

Il giovedì mi aspettano tre scrittori molto promettenti: Silvano Giacosa, autore del romanzo di formazione “Fragile è il nostro domani”, Maria Carla Mantovani, autrice del fantasy “Il fulcro dell’universo”, e Silvia Cavallo, autrice di “Chiedimi se sono felice”, un romanzo mainstream sull’importanza di essere donna e madre.

Ecco le loro interviste.

La giornata si conclude con una bella presentazione a staffetta di molti autori del CSU, tra cui la sottoscritta e due scrittori provenienti dalla fucina di Policromia: Alfonso Pistilli e Alessandra Giorgi.

Rientro nell’appartamento prenotato per i giorni del Salone in modalità KO TECNICO ma felice di aver conosciuto nuove persone?

Banalità? Forse è così, però è la verità.

Giorno due: certi amori

“Certi amori regalano / Un’emozione per sempre” canta Ramazzotti.

Ed è proprio così: l’amore per i libri regala un’emozione infinita.

Quella che provo vagando per i tre padiglioni del Salone più l’immenso oval, e sempre di più mi sento come una piccola Alice nel paese delle meraviglie, dove lo Stregatto ha una copertina rigida e la Regina di cuori è in brossura.

La fila per entrare in questa fabbrica del cioccolato di carta è infinita e ricopre tutto il piazzale antistante l’edificio, e faticosamente mi faccio largo tra braccia e gambe sventolando con un po’ di gas il mio abbonamento professionale.

Le interviste del venerdì sono brevi ma intense: Veronica Aguilar con la saga fantasy “La bilancia dei mondi divisi”, Laura Santella con il fantasy “Lucifer” e Cristina Corzetto (tra l’altro mia compaesana) con lo storico “Cara sorella” e il conceptual illustrato “Storia di Ludmlilla”.

Libri molto interessanti che mi sento di consigliare a tutti e che presto arriveranno nella mia libreria.

Ma non è finita qui, perché il buon Secci (uno dei fondatori del Collettivo e l’anima del Salone) ha pensato bene di tenere noi autori impegnati anche in altre cose…

Ed ecco quindi la mia intervista per Electo Radio, questa volta in qualità di autrice 🙂

Giorno tre: Emanuela freakin’ Navone

Ormai lanciatissima, inizio il sabato al Salone con tutta l’intenzione di lasciare ogni singolo soldo che ho in tasca e di abbandonare per una buona volta l’attitudine genovese del “braccino corto”.

E quindi vai di Libraccio, il sancta sanctorum per ogni librofilo che si rispetti: se vai a una fiera del libro dove c’è questo stand e non lo visiti, sarai radiato dall’albo degli annusatori di libri.

E anche quest’anno faccio cappotto, con ben due Stephen King, che si aggiungono alla collezione de “La Torre Nera”, e un saggio; per non parlare dei due Lovecraft comprati a 3 euro l’uno (tant’è la vena genovese si fa sentire) e dei due saggi sull’editing… fortuna che un’amica torinese ne terrà alcuni per me per un po’, sennò avrei rischiato di non riuscire a salire sul treno, carica com’ero!

Il sabato sono in pausa come media partner, ma ho il piacere di conoscere altre colleghe e di essere intervistata da Martina “Ambrose” Specter (soprannome dato da me in quanto, come la sottoscritta, anche lei fan della WWE).

Ed eccomi in compagnia di altre media partner 🙂

Giorno quattro: it’s a song to say goodbye

La domenica mi vede arrivare al Salone carica come un muletto e con un accenno di tosse che si rivelerà nei giorni successivi un’influenza coi fiocchi (il 25%, ricordi?).

Al controllo la sicurezza mi blocca e mi sprona ad aprire la valigia, nemmeno tenessi al suo interno una bomba, e questiona anche sulla piastra per capelli, udite udite, un vero arnese da guerra! Non sia mai che vi piastri tutti! Fortuna che un’anima buona decide che l’orpello femminile è troppo ridotto per costituire un’arma e me lo fa tenere (e meno male! Il giovedì ho dovuto abbandonare al suo destino la mia preziosissima acqua e limone).

Le interviste della domenica hanno il sapore dell’autunno e di qualcosa che si avvicina alla conclusione, ma non pensiamoci e conduciamole con il solito sorriso: è tempo che Patty Balossino, autrice di “Cuore di ghiaccio” (M/M), e Lorenzo Ruggeri, autore di “Il cavaliere di bronzo” (fantasy per ragazzi).

E direi che anche quest’anno il Salone ha reso davvero bene, con ben trecento pezzi venduti da parte del Collettivo, una soddisfazione penso per ogni autore e per il direttivo, che si è davvero impegnato affinché tutto riuscisse al meglio.

Personalmente, appena ripresa e raggiunto almeno un 50% cercherò di capire dove piazzare il bottino “salonesco”, anche perché a inizio giugno sarò di nuovo sulla cresta dell’onda, e questa volta in senso letterale, perché il Collettivo parteciperà alla fiera del libro di Imperia!

Orsù, allora, armiamoci di altre cassette della frutta e riprendiamo a costruire la nostra libreria fai-da-te: è tempo di nuovi acquisti.