I dialoghi sono la linfa vitale di una storia e di una narrazione coinvolgente, ma spesso alcuni errori (piccoli, spesso; enormi, altrettanto spesso) possono minare l’efficacia di queste conversazioni tra personaggi.

In questo articolo, esploreremo 4 esempi comuni di errori nei dialoghi e come evitarli.

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Informazioni superflue

Nei dialoghi, è essenziale evitare di sovraccaricare il lettore con informazioni superflue o già note.

È proprio qui, nella provincia di Genova, in Liguria, che durante la Seconda guerra mondiale i cosiddetti ‘pipetti’ attaccavano le persone dall’alto.

Le precisazioni geografiche a cosa servono, se nel testo si evince già che la storia è ambientata a Genova, in Liguria?

Invece, concentriamoci sul nucleo dell’informazione essenziale per la trama.

As you know, Bob…

L’uso del “As you know, Bob” è un errore frequente nei dialoghi, in cui un personaggio spiega a un altro qualcosa che entrambi conoscono già.

Come sapete, vostra maestà, gli Ylsides hanno attaccato il nostro avamposto, che si trova proprio al confine con il regno dei Goblin.

Il riferimento a conoscenze comuni risulta innaturale: quando ti viene la tentazione di scrivere, in un dialogo, “come sai”, fermati: sicuramente stai per dare un’informazione scontata.

È meglio far emergere tali informazioni attraverso azioni, reazioni o confronti con eventi passati.

Informazioni che l’interlocutore conosce già (as you know, parte 2)

I personaggi devono parlarsi come se si stessero scambiando informazioni nuove e rilevanti.

Ho parlato con mio fratello Mario.

Se il personaggio ha solo un fratello, non ha senso specificare il nome o il fatto che sia suo fratello. Mettere solo “Mario”, se è l’unico personaggio a chiamarsi così (il lettore è attento e se ne ricorda) o “mio fratello”, se Mario è il nome anche di un altro personaggio.

Evitare dettagli ridondanti e focalizzarsi su ciò che rende la conversazione interessante e, soprattutto, significativa per la storia.

Anticipazioni di dialoghi

Quando un personaggio anticipa ciò che sta per dire, si crea una doppia esposizione che può risultare poco naturale.

Am Shaegar drizzò la schiena alla richiesta del sovrano e iniziò a raccontare com’era finito lì. «Mi sono svegliato in una prigione goblin e…»

Non ha senso, nella narrazione, scrivere “iniziò a raccontare com’era finito lì”: verrà già scritto nel dialogo!

Altro esempio:

Felnor guardò Am Shaegar e spiegò cosa fosse la meteora. «La meteora è adorata dal culto di Akbaa…»

Anche in questo caso, l’aggiunta di “e spiegò cosa fosse la meteora” è ridondante e, per questo, superflua.

In conclusione, i dialoghi ben scritti sono fondamentali per una scrittura creativa coinvolgente. Evitare informazioni superflue, l’uso di “As you know, Bob”, evitare di dire cose ovvie e di anticipare il dialogo aiuta a creare conversazioni fluide e realistiche tra i personaggi. Prestando attenzione a questi errori, possiamo migliorare la qualità delle nostre storie e garantire che i dialoghi siano una forza trainante per coinvolgere i lettori.