Il self-publishing è per tutti, ma ognuno lo interpreta e lo vive a modo suo. Con questa serie di interviste scopriamo più da vicino il self-publishing, visto con gli occhi di chi lo vive ogni giorno.

Oggi è il turno di Lina Giudetti, autrice di “Anime eterne” e “Il mio angelo”.

Come sei venuto a conoscenza del self-publishing?

A essere sincera tramite alcune amicizie perché prima non avevo idea che ci si potesse auto pubblicare. C’era un tempo in cui (parlo dell’epoca pre e-book) l’auto pubblicazione non esisteva, l’unico modo per pubblicare era proporre la propria opera a una casa editrice che poi l’avrebbe pubblicata in forma cartacea e questo fu quanto io feci nel 2003, pubblicando con una piccola casa editrice locale il mio romanzo d’esordio, ma vedo che oggi ormai è diventato più semplice e alla portata di tutti pubblicare quello che si scrive.

Quando hai iniziato a pubblicare come self-publisher?

Un po’ di mesi fa.

Com’è venuta questa idea? Avevi già pubblicato prima con una casa editrice?

Mi è venuta mentre attendevo da mesi una risposta per una mia proposta editoriale che non arrivava. In quel periodo ho cominciato a scrivere altro e quando ho terminato e l’ho pubblicato, ancora attendevo la risposta dalla casa editrice. Questo solo per spiegare che talvolta uno si auto pubblica perché non ha voglia di aspettare i tempi delle case editrici che sono generalmente lunghi. E sì, avevo già pubblicato una mia opera prima con due case editrici differenti (ma a distanza di anni naturalmente).

Come ti trovi con il self-publishing? Pensi sia un’alternativa conveniente a una casa editrice?

Mi trovo bene con il self-publishing perché mi concede indipendenza totale, anche se di contro bisogna gestire tutto da soli, pubblicità compresa e soprattutto devi essere consapevole di non poter entrare nelle librerie. Se una casa editrice sia un’alternativa conveniente? Beh sì, può esserlo, ma dipende dai servizi che offre. Se riesce a portare seriamente nelle librerie la tua opera, la pubblicizza e fa un buon editing conviene senza ombra di dubbio, ma se non è in grado di far nessuna di queste cose tanto vale auto pubblicarsi. Purtroppo c’è da dire che tali servizi non sempre sono garantiti dalle piccole case editrici perché in tanti casi non hanno fondi a sufficienza per affrontarne le relative spese.

Quali sono state le maggiori difficoltà ad autopubblicarti?

Solo all’inizio nel decidere a quale soluzione di vendita affidarmi (se solo a uno store o Narcissus…)

Quali sono state le maggiori soddisfazioni?

Riuscire a vendere naturalmente più di quel che mi aspettassi e arrivare al cuore della gente con le mie storie.

A tuo avviso, il self-publishing avrà futuro in Italia?

Per adesso sembra di sì perché ormai è diventata una sorta di “moda” auto pubblicarsi e finché ci saranno grandi store a livello internazionale che lo permetteranno, beh…

In generale, cosa pensi del self-publishing? Ti senti di consigliarlo?

Penso che sia una buona alternativa per coloro che non riescono ad arrivare alle grandi o medie case editrici e sì, mi sento di consigliarlo a chiunque sappia come auto gestirsi o cosa aspettarsi nell’esporsi a un pubblico comunque vasto e vario.