Una storia di coraggio e umanità.
Un mondo a noi sconosciuto, vicende intrecciate dai fili del destino.
Una lotta contro il tempo per fermare l’avanzata di un male oscuro.
La lotta per la sopravvivenza della civiltà ha inizio.
La trama
Un pianeta morente.
La disperazione di un popolo, trascinato sull’orlo dell’estinzione. Una storia di coraggio, di pochi temerari disperati che cercano il proprio destino oltre i confini del pianeta natale.
Una storia lontana nel tempo che si lega al presente nei sogni di una giovane ninfa.
E ancora storie di guerra, disperazione, amore e amicizia tornano a vivere nel “il Libro”, Mir’Antis. Un manufatto di inestimabile valore, che custodisce e riporta fedelmente, avvenimenti lontani nello spazio e nel tempo, storie di cavalieri, di elfi, di ninfe e di uomini, che si intrecciano e prendono vita, che si susseguono a ritmo incalzante in un avvicendarsi di colpi di scena, complotti e tradimenti, prove d’amore e di lealtà.
La recensione
Certe storie ti avvolgono come un manto di seta e ti cullano nelle loro soffici mani.
Come un viaggiatore, parti per nuovi mondi e non sai quello che ti aspetta, ma continui a camminare, certo che non rimarrai deluso.
Questo mi è accaduto iniziando a leggere il romanzo di Eleonora.
Come un incauto viaggiatore, sono stata trascinata tra le pagine del Mir’Antis e trasportata in lande sconosciute. Ho incontrato volti nuovi, strani, alcuni spaventosi. Ho assistito a crude battaglie e lampi di speranza. Sono giunta alla fine con il cuore in gola, e con il desiderio di andare oltre.
Mir’Antis non è una storia. Mir’Antis è tante storie. O forse oserei dire è La storia, la storia di un popolo che si credeva perduto e che è riemerso. Un po’ come la storia di molti di noi.
Ma quello che ho scritto è riduttivo e rimane lontano da cos’è davvero il romanzo di Eleonora Capodimonti.
Un romanzo complesso, dall’intreccio davvero complicato, eppure alla fine ogni nodo viene al pettine e apre la strada a nuove storie, nuove avventure.
Il romanzo si dipana attraverso salti temporali che introducono al lettore il prima, il presente e il dopo. All’apparenza sembra non esservi un filo conduttore, e ammetto che questo agli inizi mi ha scombussolata. Proseguendo nella lettura, però, la penna di Eleonora mi ha trainata con sé, e solo alla fine mi sono resa conto che quadrava tutto, e che la confusione iniziale era effimera come una notte affollata di sogni.
La penna della Capodimonti è incalzante, non dà tregua al lettore, che è sospinto sempre più a fondo nel Mir’Antis, nelle vicende dei protagonisti. È una penna buona, quella di Eleonora. L’autrice dimostra di conoscere alla perfezione quello che scrive, di vivere il mondo che ha creato, di sentirlo suo e di essere capace di trasmettere questa intimità al lettore.
Ed è bello, perché non è semplice costruire un mondo fantastico e farlo vivere.
I personaggi, dalle mille sfaccettature, anch’essi vivono tra le pagine. Scalpitano e sgomitano per mostrare la loro presenza. E lo fanno senza appesantire la lettura.
La storia. Che non è una ma tante.
Nell’intreccio complesso, un mio plauso va a Eleonora per essere riuscita a non perdere mai il filo, ad avere sotto controllo anche il dettaglio più insignificante.
Scrivere fantasy non è facile e non è immediato.
Complimenti a Eleonora Capodimonti per esserci riuscita.