Punti interrogativo ed esclamativo?! Parliamone!
In un precedente articolo ho parlato dei tre puntini sospensivi e avevo messo un esempio su come non usarli. Te lo riporto, perché ci serve anche per l’articolo di oggi.
«Le persone non sono mai quelle che sembrano………» Mario stirò le labbra in un sorriso mentre estraeva un lungo coltello da sotto la giacca. «O forse sì………..»
Luigi sbarrò gli occhi. «Che vuoi fare???????»
«Indovina……..»
«Pazzo!!!!!!!!!!»
Oltre che a un eccessivo utilizzo dei puntini di sospensione (che, te lo ricordo, vanno sempre e solo in coppia di tre), questo esempio presenta anche una sovrabbondanza dei punti interrogativo ed esclamativo.
Come per i puntini di sospensione, anche questi altri due segni vanno usati con parsimonia e solo se strettamente necessario.
In questo articolo ti farò qualche esempio su come utilizzare i punti esclamativo e interrogativo; scoprirai anche gli errori più frequenti circa un loro utilizzo improprio.
Pronto? Cominciamo!
Una definizione grammaticale
Come tutti sanno, il punto interrogativo viene utilizzato nelle domande, siano esse di dubbio o di richiesta (Grammatica-italiana.it):
Mi presti la tua penna?
Era davvero Marco?
Il punto esclamativo viene utilizzato, invece, nelle frasi esclamative che esprimono meraviglia, dolore, rammarico, o anche un ordine o un’esortazione (Sensini, La dimensione linguistica).
È stupendo!
Da quanto tempo non ci vediamo!
Va’ a casa!
Dai, muoviti!
Punto interrogativo e punto esclamativo vengono anche usati insieme per esprimere stupore o incredulità:
Tu e Mario vi siete lasciati?!
Di solito, dopo questi due segni occorre la lettera maiuscola, ma non è errore inserire la minuscola quando si vuole evidenziare la rapidità delle domande o delle esclamazioni:
“Misericordia! cos’ha signor padrone?” (I promessi sposi, Alessandro Manzoni)
Usi impropri dei punti interrogativo ed esclamativo
Una volta appurato a che cosa servono questi due segni, cerchiamo di capire come NON usarli.
Se per quanto riguarda il punto interrogativo non abbiamo molto margine di manovra, perché può essere usato solo nelle frasi che esprimono, appunto, una domanda, con il punto esclamativo c’è spesso la tendenza a esagerare.
Vediamo alcuni casi di uso improprio dei punti interrogativo ed esclamativo.
1. Troppi punti esclamativi e interrogativi
Ricordi l’esempio a inizio articolo?
«Le persone non sono mai quelle che sembrano………» Mario stirò le labbra in un sorriso mentre estraeva un lungo coltello da sotto la giacca. «O forse sì………..»
Luigi sbarrò gli occhi. «Che vuoi fare???????»
«Indovina……..»
«Pazzo!!!!!!!!!!»
Succede spesso che vi sia un utilizzo eccessivo di questi due segni. Spesso gli scrittori lo fanno per marcare l’intonazione della domanda o dell’esclamazione.
Attenzione: usare troppi punti esclamativi e interrogativi di per sé non è un errore, ma graficamente non sono belli da vedere e, in ogni caso, l’intonazione della domanda o dell’esclamazione si capisce lo stesso.
Scrivere:
«Che vuoi fare???????»
O:
«Che vuoi fare?»
è la stessa cosa. Se proprio vuoi esprimere una forte emozione, allora usa sia il punto esclamativo e quello interrogativo:
«Che vuoi fare?!»
La stessa cosa per il punto esclamativo:
«Pazzo!!!!!!!!!!»
e
«Pazzo!»
esprimono sempre stupore.
2. Utilizzo troppo frequente (del punto esclamativo)
Un po’ come accade con i puntini di sospensione, c’è la tendenza, per quanto riguarda il punto esclamativo, a usarlo troppo spesso.
Ti faccio un esempio. Questo passo è tratto da “Il ladro di corpi” di Ann Rice. Ho inserito i punti esclamativi in ogni dialogo:
«Dove l’hai preso!»
«L’ho rubato, te l’ho detto!» rispose. «Il precedente proprietario è morto!»
«Devi essere più preciso!»
«Davvero! Detesto accusare me stesso!»
«Ma io non sono mica un poliziotto! Io sono un vampiro! Parla in modo che possa capire!»
Come noterai anche tu, in alcuni casi sono sbagliati, in altri stonano.
Usare un punto esclamativo al posto dell’interrogativo per enfatizzare la domanda non va bene: il lettore non la interpreta come domanda ma come esclamazione.
Ricordi la definizione di punto esclamativo? Esso serve a indicare meraviglia, dolore, rammarico, ordine o esortazione. Quindi limita l’utilizzo del punto esclamativo solo in questi casi. Ricorda che per dare enfasi a un dialogo non è necessario riempirlo di punti esclamativi. Basta saperlo scrivere, e le parole, da sole, faranno il loro dovere.
Riprendendo l’esempio precedente…
«Dove l’hai preso?»
«L’ho rubato, te l’ho detto» rispose. «Il precedente proprietario è morto.»
«Devi essere più preciso.»
«Davvero? Detesto accusare me stesso.»
«Ma io non sono mica un poliziotto. Io sono un vampiro. Parla in modo che possa capire.»
3. (Non) utilizzo del punto interrogativo
Questo non è un utilizzo improprio. Il punto interrogativo non viene proprio usato!
Questo errore è tipico delle chat e dei messaggini, dove si fa di fretta e ci si dimentica dei pezzi per strada.
Ebbene: lascia i messaggi delle chat alle chat. Se stai scrivendo un libro, assicurati di scriverlo bene 🙂
E quindi non scrivere:
«Ciao, come va»
Ma scrivi:
«Ciao, come va?»
Riassumiamo
I punti interrogativo ed esclamativo li usiamo sempre, e come non potremmo? Sono indispensabili. È bene, però, saperli usare al meglio ed evitarne una sovrabbondanza, che non solo è brutta da vedere, ma trae in confusione il lettore.
Prima di concludere, ti lascio uno specchietto riassuntivo. Fanne buon uso.