Una giornata con l’autore
Il 3 febbraio Claudio Secci ha presentato il suo ultimo libro a Sanremo
È un cielo plumbeo e sporco e ci scappa qualche leggero fiocco di neve, mentre aspetto Claudio in un piccolo parcheggio di un’altrettanta piccola cittadina a cavallo tra Liguria e Piemonte.
Appena arriva e ci presentiamo, capisco subito che ho davanti una persona sicura di sé e molto gentile. Con lui la giovanissima Ginevra, attrice del trailer dell’ultimo romanzo: “A piedi nudi”, edito dalla sanremese Leucotea, bestseller della casa editrice a un mese dall’uscita e con presenza nella top ten di Amazon.
Sanremo è anche la nostra meta: oggi, infatti, Claudio presenterà il suo libro presso la libreria Giunti.
E io ho l’onore (e onere) di condurre la presentazione.
Durante il viaggio Claudio mi parla di lui e della sua carriera di scrittore: sa quello che vuole e non ha paura della presentazione imminente, nonostante mi confidi che la piazza sanremese non sia tra le più facili. Per fortuna una sua amica, anch’ella autrice, lo ha aiutato, pescando qua e là curiosi e interessati al suo romanzo.
Il sottile filo di timore attanaglia anche me: non ho mai condotto una presentazione, le uniche volte che ho parlato in pubblico sono state durante i miei anni di accompagnatrice turistica durante l’università.
Tuttavia siamo entrambi fiduciosi, né il tempo, che vicino ad Arma di Taggia ci regala un bell’acquazzone, ci preoccupa più di tanto.
Sanremo è una città caotica, e oggi più degli altri giorni: il festival è imminente, il clima è ancora gradevole, ultimo baluardo di una primavera imminente che sarà schiacciata dal freddo dei giorni successivi; le nuvole latitano ma decidono di essere clementi e non riversano sul terreno nemmeno una lacrima di pioggia.
La libreria Giunti è piccola, raccolta ma molto accogliente, come anche le due librarie. Laura, che si è occupata di allestire la scena, ci accoglie sorridente e ci aiuta a sistemare gli sgabelli e il tavolo.
Mentre Claudio posiziona roll-up ed espositore per il trailer video, e io e Ginevra ogni tanto lanciamo occhiate sfuggevoli all’orologio e ai libri esposti, iniziano ad arrivare curiosi che chiedono l’orario di inizio della presentazione.
Presentazione che si avvicina piano piano, e tutti siamo un po’ agitati, soprattutto perché l’ospite d’onore, la giornalista Monica Napoli di Sky TG24, ha chiamato Claudio dicendogli che potrà presenziare solo verso la fine a causa di un problema personale.
Claudio non esita un attimo, e insieme riformuliamo la scaletta della presentazione.
Ed ecco che il momento arriva, e la paura lascia la libreria Giunti, che nel frattempo si è riempita di amici e interessati. La piazza è difficile, sì, ma gli sgabelli sono tutti occupati e dobbiamo prenderne degli altri. Un buon risultato!
Appena Claudio inizia a parlare, capisco ancora di più che la sua passione per la scrittura non è solo una passione bensì qualcosa che conserva gelosamente nell’anima. Gli brillano gli occhi, la voce ha quel tono estatico che ognuno di noi ha quando parla di qualcosa che ci fa sognare.
Ci racconta di scrivere ormai da anni, e che i suoi libri affrontano sempre tematiche “scomode”, come il bullismo o, nel caso di “A piedi nudi” della violenza minorile. Ci racconta che scrive la sera, prima di addormentarsi, per unire la sua passione con il lavoro e la vita di tutti i giorni.
È proprio la protagonista di “A piedi nudi”, la piccola Gisèle, a far battere il cuore a tutti noi, e sono certa che più di una persona in sala si sia commossa nel pensare ai soprusi che la giovane deve sopportare.
Claudio parla di Gisèle con trasporto, e capisco che ha messo tutto nel costruire questo personaggio emblematico, ridotto allo stato brado ma con una grandissima voce di vivere.
Gisèle non parla, Gisèle è muta ma i suoi occhi raccontano tutto. La sua voglia di emanciparsi inizia da lì, da quei piedi nudi a cui il titolo si riferisce, a quei piedi nudi che amano correre sull’erba e lungo le stanze dell’ospedale e della casa-accoglienza.
Claudio ci racconta tutto questo senza un tremito nella voce, ma in cuor mio so che anche lui è commosso.
Quando parte il trailer e la piccola Gisèle osserva ognuno di noi attraverso lo schermo del video-riproduttore, un piccolo brivido mi accarezza la schiena.
Claudio ci confida anche qualche anticipazione legata ai progetti futuri: il tour di “A piedi nudi”, infatti, è solo agli inizi.
Ad aprile sarà a Roma presso il teatro Imperiale e a Villa Toso (che, tra l’altro, è la location dove è stato girato girato il trailer) ad Asti; a maggio sarà al Salone del Libro di Torino. Dopo le vacanze estive, sono previste ancora due tappe: Salerno e Milano.
A fine presentazione, finalmente arriva Monica, che da esperta di cronaca locale e nazionale ci confida come non esistano dei rimedi veri e propri contro la violenza infantile, né esistono strutture adeguate in Italia, come associazioni o Onlus.
È un breve intermezzo, ma sono stata felice di conoscere anche lei e la sua professionalità.
Il tempo è agli sgoccioli: un giro di autografi, vendita di alcune copie del libro, smontaggio di roll-up e proiettore, e dobbiamo correre via.
Il viaggio di ritorno si prospetta lungo, ma ciò non toglie una breve visita all’Ariston, già transennato per l’imminente festival, e un hamburger serale in uno dei tanti fast-food della zona.
Sono quasi le nove di sera quando salgo sulla mia macchina per tornare a casa, infreddolita, stanca, ma contenta della giornata.
Claudio è davvero una bella persona e anche io, come Gisèle, durante la presentazione ho camminato a piedi nudi sulla scia delle sue parole.
Dati
Titolo: A piedi nudi
Autore: Claudio Secci
Genere: Thriller
Editore: Leucotea
111 pagine
Prezzo: 12,90 euro
Claudio Secci è nato nel 1979 a Torino, è un informatico di professione da vent’anni. Ama viaggiare con sua moglie Francesca e dal 2009 ha iniziato a pubblicare vecchi romanzi nel cassetto e nuove opere, di genere sempre diverso.
www.claudiosecci.com
There is 1 comment on this post
Complimenti per la tua prima esperienza da presentatrice, si vede che ci hai messo impegno.
Mi verrebbe da dire che ci vorrebbero molti più libri incentrati sulle tematiche sociali più spinose, ma la realtà dei fatti dice che a taluni bisognerebbe sbatterli forte in testa per instradarli sulla via dell'emancipazione socio-culturale.
Comunque, gli autori che si prendono la briga di occuparsene andrebbero premiati in ogni modo.