Caro editore, o aspirante editore.

Questo articolo è per te. Per te che ogni giorno devi schivare i sassi che i tuoi autori ti tirano contro. Per te che ogni ora devi fronteggiare minacce di querela e quant’altro. Per te che fai il tuo lavoro ma raramente riceverai un grazie.

Questo articolo è per te (anche perché i “tipi di autore” di cui scriverò hanno l’ego talmente enorme da non rendersi conto che si sta parlando di loro).


Non solo gli editori sono cattive persone

Talvolta i miei articoli vogliono gettare uno sguardo al di là, vogliono sollevare il sipario e considerare non soltanto il punto di vista dell’autore, ma anche dell’editore e di ogni altro professionista che lavora in editoria (e quindi trovi riflessioni dagli occhi non soltanto di chi scrive, ma anche di chi corregge e di chi pubblica).

Se da un lato parlare degli autori è sempre a rischio linciaggio, dall’altro è pur giusto dar voce anche a chi è dietro le quinte e si dà da fare perché nuove voci possano emergere.

Purtroppo, come in tutti i settori, anche in editoria c’è chi si fa la grana alle spese dell’autore ingenuo, e purtroppo c’è chi, poi, fa di tutta l’erba un fascio. E quindi: tutti gli editori sono cattive persone. Non ti fidare.

Con il risultato che l’editore serio, ahimè, deve ogni giorno fronteggiare pale e pale di… che certi tipi di autore gli gettano contro.

Attenzione! Nemmeno io voglio fare di tutta l’erba un fascio, e quindi parlo di “tipi di autore”. Non tutti, per fortuna!, sono così. Anzi, dei “tipi di autore” che vedremo adesso, e dai quali consiglio di scappare a gambe levate, non ce ne sono tanti. Con questo però non voglio dire che non esistano.

Ps. tutti gli esempi, sebbene possano sembrare esagerati, sono frutto dell’esperienza mia e delle persone con cui ho collaborato e che mi hanno raccontato le loro disavventure.

Tu discepolo, io Messia

Un esempio preso dal pro-wrestling (che seguo con piacere da quasi vent’anni). Tempo fa, Lottatore A personificava un Messia che avrebbe portato la verità a tutti (a suon di mazzate). Si accompagnava sempre con Lottatore B, il suo (unico) discepolo. In realtà, Lottatore B non era tanto un discepolo quanto lo schiavetto di Lottatore A: le prendeva al posto suo e finiva immancabilmente col sedere a terra quando Lottatore A si incavolava e se la prendeva con lui (praticamente sempre). E soleva dirgli: “Tu discepolo, io Messia”. In altre parole: “Tu esegui, io comando”.

Questo esempio per introdurre il primo “tipo autore”: l’autorimperatore.

L’autorimperatore (maschio, femmina, duo, trio…) considera l’editore alla stregua di mero esecutore dei suoi ordini. Non ritiene l’editore una persona ma un sottoprodotto umano da schiacciare a proprio piacimento ogni qualvolta c’è un problema o non gli va bene qualcosa. Ogni azione dell’editore (e di chi lavora per e con lui, come redattori, correttori di bozze, ufficio stampa…) è criticata con arroganza e saccenteria, partendo dalle correzioni sul testo, passando per impaginazione e copertina, fino ad arrivare a mettere in dubbio la professionalità dell’autore anche nella stessa pubblicazione e promozione (spesso accusando l’editore di qualsiasi crimine, anche e solo per quisquilie che si possono risolvere in poco tempo e senza dover passare per un tribunale).

Una gatta da pelare che ogni editore ha incontrato almeno una volta nella vita (e se non l’ha incontrata non sa che fortuna ha avuto, parola di chi c’è passata ed è stata rosolata a carni scoperte).

La soluzione? Ah, perché, esiste?

Scherzi a parte, aver a che fare con autori di questo tipo è difficile, perché ogni riscontro da parte loro è logorante sia sul piano professionale sia su quello umano, e l’editore (o chi lavora per e con lui) deve avere due… così per tenergli testa. È sempre bene, comunque, rimanere professionali (abbassarsi al loro livello equivale a dar loro ancor più materiale su cui ribattere e minacciare), ma facendo valere diritti e obblighi. Non raramente la situazione si risolve con la scissione del contratto da parte dell’editore: certe persone, meglio perderle che trovarle.

Caro amico, ti scrivo…

Questo “tipo di autore”, in realtà, è un autorimperatore mascherato da grande amicone.

Sotto il profilo umano, è il peggior “tipo” che potrebbe capitare all’editore e al suo entourage (adesso vediamo perché).

Il Grande Amicone è, a prima vista e solo in apparenza, un vero amico, appunto. Durante i primi tempi l’editore è anche felice di averci a che fare, perché questo “tipo autore” è alla buona, rispettoso (sembra), pronto a risolvere insieme a te qualsiasi problema. A volte intende instaurare un rapporto che vada oltre la sfera professionale. Insomma, ti vuole essere amico e (almeno i primi tempi), lo è veramente.

Questi “tipi autore” si differenziano però dagli autori che ti sono davvero amici (e ce ne sono tantissimi, per fortuna!) perché, dopo un certo periodo (di regola è molto breve, in alcuni casi però rischia di allungarsi arrivando anche all’anno, ed è qui che l’editore, umanamente parlando, rimane fregato più duramente), svestono i panni del Grande Amicone per indossare quelli dell’autorimperatore.

Per quanto concerne i comportamenti, si veda sopra.

Dicevo, per l’editore e il suo entourage questo “tipo autore” è il più difficile da fronteggiare, soprattutto sul piano umano. È come se un amico, dall’oggi al domani, smettesse di essere tale e anzi, iniziasse ad accusarti di qualsiasi cosa (poca serietà, professionalità ecc.). Spesso, il rapporto termina senza che tu sappia il motivo (è capitato). Talvolta sono le quisquilie di cui parlavo sopra a interromperlo, e da lì per questo “tipo autore” diventi l’Editore da cui Stare alla Larga.

La soluzione? Non ce ne sono. In genere autori di questo tipo hanno brutte storie editoriali alle spalle, e basta un niente (anche un solo refuso) per etichettare il loro nuovo editore come “poco serio”. Oppure sono diffidenti per natura, o ancora sono autorimperatori con una marcia in più. È meglio, comunque, tenersi a debita distanza, soprattutto quando ci si accorge che questo “tipo autore” inizia a insidiarsi lentamente nella tua vita, con troppi messaggi, troppe chiamate e, sempre troppe, pretese. Di solito dietro si cela il “tipo autore” di cui sopra.

Cado dalle nubi

Questo “tipo autore”… non esiste.

Mi spiego meglio: non ha rapporti con l’editore e il suo entourage. Dopo le pratiche per la pubblicazione del romanzo, sparisce. Non partecipa a eventi della casa editrice, non si interessa della promozione, non risponde alle “call agli autori” per concorsi, manifestazioni, contest… Insomma, c’è ma non c’è.

E un bel giorno, poi, di punto in bianco si fa vivo, cadendo letteralmente dalle nubi, con richieste surreali e accuse altrettanto surreali alle quali l’editore risponde con pazienza e calma, come si farebbe con un bambino.

In effetti questi “tipi autori” vanno presi per mano e accompagnati, e, proprio come bambini, va spiegato loro tutto, e i capricci vanno sedati con amore e cura. È questa la soluzione, se questo “tipo autore” rimane nel rispetto dell’editore. In caso contrario, si veda tutto quanto è stato scritto per autorimperatori e Grandi Amiconi.