Atene 399 a.C.
Il filosofo Socrate è stato condannato a morte. Il suo ultimo desiderio, esaudito, è quello di trascorrere la notte prima dell’esecuzione insieme all’amico e discepolo Platone. Prima di morire vuole confessargli un segreto che ha tenuto nascosto per tutta la vita, custodendolo gelosamente. “Quale segreto, maestro?”
“La leggenda di Atlantide!” L’indomani Socrate morì con l’anima purificata, sereno.
Ma perché era così importante tramandare quella storia?
Cosa era successo di così terribile e sconvolgente in quell’isola prima che s’inabissasse per sempre sul fondo dell’oceano?
“Dorian e la leggenda di Atlantide” è un romanzo particolare, in bilico tra mitologia, storia per adolescenti e fantasy.
Ammetto che quando si parla di civiltà scomparse e di mitologia greca ho sempre le orecchie dritte, perché sono tematiche che mi hanno da sempre suggestionata, e proprio per questo ho scelto di leggere il romanzo di Verbaro.
Tuttavia, se da un lato questa storia mi è piaciuta e sono andata velocemente alla fine, dall’altra mi ha lasciato… un senso di incompiutezza.
Non esistono scelte sbagliate o giuste, esistono soltanto scelte facili dettate dalla paura oppure scelte difficili dettate dal coraggio e io non voglio vivere una vita basata sulla paura.
La storia si dipana in due archi temporali: da un lato abbiamo la storyline principale, ossia la decisione di Platone di raccontare all’allievo Socrate la vera storia di Atlantide, e dall’altro questa storia, raccontata dal punto di vista dell’effettivo protagonista, ossia Dorian, un ragazzo che viene adottato da una famiglia di pescatori della parte umile di Atlantide ma che ha sulle spalle un destino importante.
Dorian è l’eroe che compirà un lungo viaggio per salvare l’amata Dafne, ma anche per riscoprire se stesso e il vero ruolo che avrà nell’isola di Atlantide, un viaggio che è la classica quest fantasy, con battaglie e animali magici.
Un vero e proprio fantasy classico che i lettori di questo genere apprezzeranno, soprattutto grazie a una scrittura semplice e veloce e a uno stile pulito e non troppo pomposo.
L’unico neo che mi sento di commentare è il finale: è aperto ma lascia un segno profondo di incompiuto, come se l’autore avesse deciso dall’oggi al domani di interrompere la storia.
Ed è un peccato perché il resto del romanzo mi ha davvero catturata, come anche l’ambientazione (bellissima la mappa di Atlantide a inizio libro!) e i vari personaggi.
A parte questo, consiglio “Dorian e la leggenda di Atlantide” soprattutto agli amanti del fantasy epico, ma potrebbe piacere anche agli altri, proprio per via dell’elemento mitologico che lo circonda.
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Non è un genere che leggerei ma complimenti per l’articolo
Grazie, comunque se ti capita leggilo perché merita ;)