Nell’era dell’intelligenza artificiale, gli strumenti di scrittura avanzati come ChatGPT hanno aperto nuovi orizzonti per gli scrittori.
Tuttavia, è importante essere consapevoli dei limiti di questa tecnologia.
In questo articolo, esploreremo cinque aspetti chiave che evidenziano i limiti di utilizzare ChatGPT nella scrittura creativa.
Mancanza di originalità
Sebbene ChatGPT sia in grado di generare testi in modo rapido e fluente, manca della creatività e dell’originalità che solo uno scrittore umano può portare.
L’intelligenza artificiale si basa su dati preesistenti e spesso produce testi derivativi o stereotipati. La vera innovazione e il tocco distintivo dello scrittore emergono solo dalla mente umana.
Una volta, ho tentato di indirizzare il bot verso un genere specifico di un racconto, di cui mi servivano alcuni spunti: e niente, ChatGPT si è impantanato e continuava a suggerirmi una storia fantasy, sebbene io la volessi di realismo magico.
Comprensione limitata del contesto
ChatGPT ha una comprensione limitata del contesto e del significato. Può generare risposte coerenti, ma spesso non riesce a comprendere appieno il contesto di una scena o il significato sottinteso di una frase.
Di conseguenza, potrebbe produrre risposte inappropriate o fuori luogo, compromettendo la qualità del testo creativo.
In effetti, occorre prestare seria attenzione ai comandi (prompt) che diamo al bot: troppo generici non portano a nulla; troppo specifici e con tanti dettagli rischiano di confondere. Inoltre, la macchina tende a dimenticare quanto scritto in precedenza, con la conseguenza che occorre spesso ripetere gli stessi concetti.
Limitazioni nella caratterizzazione dei personaggi
La creazione di personaggi ben sviluppati è fondamentale nella scrittura creativa.
Tuttavia, ChatGPT ha difficoltà a sviluppare personaggi tridimensionali e a catturarne le sfumature psicologiche. Mentre può suggerire alcune caratteristiche, manca della profondità emotiva e della complessità che solo uno scrittore umano può conferire ai propri protagonisti.
Anche in questo caso, facendo riferimento a dati preesistenti, rischia spesso di incappare in stereotipi, generando personaggi piatti e carichi di luoghi comuni.
Rischi di plagio e copyright
È forse l’aspetto più importante.
L’uso di ChatGPT per la scrittura creativa può comportare rischi di plagio e violazione del copyright.
Poiché l’intelligenza artificiale si basa su grandi quantità di dati e testi preesistenti, c’è il rischio che le opere generate possano somigliare troppo ad altre già esistenti, violando così i diritti degli autori “originali”.
Lo stesso vale per idee di trame o intrecci: c’è sempre il rischio che, attingendo alle proprie fonti, ChatGPT non agisca di testa sua ma… copi.
Limiti nella verosimiglianza
Anche se ChatGPT può produrre testi apparentemente realistici, a volte può mancare di verosimiglianza nei dettagli.
Ad esempio, potrebbe non essere in grado di descrivere accuratamente professioni tecniche o particolari scientifici. Questo limite può risultare evidente per lettori con conoscenze specifiche in determinati campi.
Inoltre, come c’è scritto sul sito, la conoscenza degli eventi mondiali di ChatGPT arriva fino al 2021. Dopo, c’è il rischio che le informazioni risultino erronee. E, comunque, spesso risultano erronee anche quelle inerenti agli anni precedenti!
There are 2 comments on this post
E meno male. Sarebbe davvero triste lasciare fare tutto a loro! Ciao
Mah. Io aborro ad un mondo zeppo di automatismi e meccanicismi dove anche a chi è ignorante è non si è dedicato alla conoscenza viene permesso di intrufolarsi nella letteratura. É come andare in barca a vela fidandosi esclusivamente del pilota automatico. C'è sempre una scogliera che ti aspetta.