Parole a tu per tu è la nuova rubrica letteraria dedicata ad autori e autrici, vecchi e nuovi, famosi ed emergenti. Mi piaceva dar voce a tanti autori e autrici che magari hanno meno spazio in giro per il web, oppure ne hanno già ma un coin in più non poteva che far loro bene… e così ho ideato questa nuova rubrica, in collaborazione con il Collettivo Scrittori Uniti. Sarà a cadenza settimanale, escludendo agosto.

Oggi, la nostra prima ospite è Chiara Domeniconi, autrice di libri autobiografici e di poesie.

Il libro di cui ci parla, nello specifico, è la silloge Mani in Extasy, selezionato per partecipare al Premio Strega Poesie.

Ciao, Chiara, come stai? Ti ringrazio di aver acconsentito a partecipare a questa intervista. La prima domanda che ti faccio è semplice. Scrivere poesie è difficile e si rischia spesso di cadere nei cliché o nella banalità. Cosa ti ha spinto a scrivere questa raccolta?

Ciao, sto bene, grazie a te. Più che spingermi qualcosa sono nate dentro di me come capita spesso con quello che scrivo, o ancora, come qualcosa che fosse già lì e avesse la necessità di venire fuori. Anche se lo posso considerare il giusto seguito di Come un chiodo nella carne, il mio libro autobiografico del 2020. 

 C’è un messaggio dietro ogni poesia e in generale dietro ogni silloge. Non voglio tanto che tu ci dica qual è il tuo quanto che tu ce lo mostri con una breve poesia, o un estratto, da Mani in Extasy.

Lo posso dire con una delle mie poesie preferite, “BlasfeMia”. È negli incroci che succedono le cose…Cioè… sono proprio e per assurdo le croci che ci portiamo sulle spalle il sale della vita, gli incroci di fatti, situazioni, persone, gioia e dolore. Vita e morte. Nella vita sì che bisogna mischiare! Sennò non c’è gusto, nel bene e nel male.

“BlasfeMia”

Credo.

Perché è nelle cose che si incrociano

che succedono le cose.

Così, per caso, o no.

Così per volontà casuale o voluta.

Così, perché si fa o arriva.

La vita è fatta di croci e incroci.

Di chiodi che ti si infilano nella carne e nelle ossa.

Per il cambiamento.

Perché la morte fa più paura quando si è felici e

allora meglio tenersi il dolore e vivere e morire

tristi.

In croce. Inchiodati alla vita.

E fanno male i chiodi quando dicono la verità

proprio nel momento più bello.

Quando ti ricordano che l’inferno e il paradiso

sono sulla terra e la vera morte e già dentro la vita e

Dio Sei tu, la tua extasy e la tua salvezza e

resurrezione.

La vita è fatta di croci e incroci tra uomini e donne

che possono chiudere o separare mari e moltiplicare

pani e pesci e ridare la vista ai ciechi senza far

aprire loro gli occhi.

Perché abbiamo tutti paura.

Perché siamo tutti su croci, con o senza buoni o

cattivi chiodi, tutti i giorni, lungo incroci di

uomini e donne e azioni e fatti.

La tua silloge è stata candidata al Premio Strega Poesia di quest’anno. Come ti senti? È un bel traguardo!

Felice, mi sento felice e nel posto giusto. Una bella sensazione, una bella tappa più che un traguardo. Niente finisce e niente inizia. È tutto un continuo. Crediamo e ci disperiamo che le cose finiscano, spariscano e si distruggano, ma è solo viaggio, cambiamento e trasformazione. Nessuna meta, nessuna morte.

Parliamo di te come scrittrice. Oltre a Mani in Extasy, hai pubblicato svariati romanzi, tra cui Diversamente abile e Come un chiodo nella carne. Entrambi affrontano temi difficili, come la disabilità e l’anoressia. Cosa ti ha spinto a toccare argomenti che spesso, purtroppo, sono ancora tabù?

Li ho vissuti, questo mi ha spinto in primis. E vedendo appunto quanto sono ancora tabù, questo mi ha motivato maggiormente a scrivere e a non smettere di farlo.

A me piace molto conoscere vizi, tic e routine di ogni scrittore. Tu ne hai? Scrivi a ore particolari? Hai qualche routine? Ti dai scadenze?

Notte. Ho sempre dormito poco, fin da piccola. Ora, da grande, ancora meno. Mi sveglio alle tre: gatto, sigarette, caffè. Occhiali… Un’occhiata alle scorpacciate di chef Rubio in trattoria per distrarmi. Guardo poco la tv. Scadenze solo con le case editrici, le riviste, le presentazioni. Per passione, ovviamente, no. Anche se poi molto verrà usato anche per “lavoro”.

E veniamo alla domanda scomoda, ne farò una per ogni intervista e non potete sfuggirmi 😊 Cosa ne pensi dell’editoria di oggi? La trovi troppo commerciale, troppo consumistica?

Forse sì. Molte pubblicazioni simili ma ci sono tante case editrici che sanno fare il loro dovere e stanno emergendo. Credo la gente capirà, possa capirne il valore e farle uscire dalla nicchia finalmente e prima o poi.

Cosa c’è nel futuro di Chiara Domeniconi autrice? Ci fai uno spoiler?

Un’altra silloge a marchio SBS, presentazioni in giro per l’Italia, con la mia agente Sheyla Bobba e il Collettivo Scrittori Uniti con cui parteciperò anche al contest di Noale il 15 settembre. Ho qualche idea che mi frulla per la testa tra musica e teatro…

Grazie, Chiara!