Il problema che hanno molti autori, soprattutto emergenti, è di non riuscire a esprimere al meglio quanto hanno dentro.

Il più delle volte è la fatica di tradurre su carta i propri pensieri, che si risolve in frasi difficili da leggere e da digerire.

In questa terza parte di una breve guida, ti mostro come rendere la tua scrittura più incisiva.

Qui trovi la prima parte e qui la seconda.

Giri di parole

Spesso chissà perché, abbiamo la tendenza a dire poco usando tante parole. Forse perché temiamo che non ci comprendano?

Mario rivolto a Luigi gli chiese…

È naturale che se chieda qualcosa si rivolga a lui! La frase è pesante.

Mario chiese a Luigi…

Più diretto e più d’impatto.

Mario e Luigi incrociarono i loro sguardi stupiti.

Sebbene l’espressione “incrociare lo sguardo di qualcuno” venga utilizzata spesso e sia formalmente corretta, talvolta è bene snellire.

Mario e Luigi si guardarono stupiti.

Il senso non cambia e la frase è più scorrevole.

Dire quanto già detto

Ne abbiamo già parlato nelle parti precedenti di questa guida, ma c’è sempre qualche sottigliezza da scovare.

Mario voleva vivere di scrittura, ma doveva calcolare i guadagni che ne sarebbero derivati.

Be’, parlando di scrittura, è implicito che i guadagni derivano da questa e non da altro.

Mario voleva vivere di scrittura, ma doveva calcolarne i guadagni.

Frase più corta ma il cui significato non cambia.

Mario rimase senza parole ascoltando il racconto di Luigi.

Di solito frasi così vengono scritte subito dopo un racconto, come nell’esempio, o rivelazioni, aneddoti, e così via. Sappiamo comunque il motivo per cui Mario può rimanere senza parole. Quindi perché spiegarlo?

Mario rimase senza parole.

Cosa è questa cosa

Il passepartout “cosa” viene usato praticamente ovunque.

A volte si può anche lasciare (sebbene io storca il naso), però è sintomo di pigrizia e poca volontà di cercare il termine più appropriato.

Mario doveva risolvere la cosa entro due ore.

Che cosa? Un problema, una situazione? Oppure, entrando ancora più nello specifico: comprare un biglietto? Effettuare un pagamento?

“Cosa” è troppo generico e non dà piena idea di quanto vogliamo dire.

La cosa migliore era chiamare Mario.

Meglio “la soluzione migliore”.

Risolvo la cosa a modo io.

Meglio: “la questione”.

Ogni volta che impieghiamo “cosa” stiamo dando un’idea di “generale” che la scrittura non ama molto. Per ogni “cosa” c’è sempre un termine più adeguato al contesto.

Ridondanze

Le ridondanze non apportano nulla a quanto già scritto, anche se a volte rendono una frase più espressiva.

Attualmente in vigore

Se è in vigore, è già attuale. L’avverbio appesantisce.

Biforcarsi in due direzioni

Il verbo biforcare indica già che un punto si divide in due parti, non serve aggiungere altro.

Giovane ragazzo (o giovane ragazza)

Un ragazzo è giovane a prescindere, sennò sarebbe un bambino, un adulto, un anziano… L’aggettivo non serve.

Trenta chili di peso

Il chilo indica soltanto il peso, nient’altro.

Progetto futuro

Il verbo progettare indica già l’idea di qualcosa che si farà in futuro, un viaggio, una festa, eccetera. Idem per progetto. L’aggettivo non serve.

Altri quattro esempi per rendere la tua scrittura più incisiva. Ne sto scovando altri, anche che commetto io stessa, quindi continua a seguirmi per la prossima parte!