Case editrici VS scrittori: la storia infinita

Da una parte abbiamo editori che pubblicano solo quello che piace al mercato e che fa “soldi”. O editori che pubblicano solo se pagati.

Dall’altra abbiamo scrittori che pubblicano solo con grandi editori, hanno mille pretese e snobbano piccole e medie case editrici.

La battaglia si svolge ormai da anni, ma non vede né vinti e né vincitori, né ci sono buoni e cattivi: entrambe le forze in campo hanno colpe e sono vittime.

In questo articolo cercherò di mettere su carta vizi e virtù di questi due grandi combattenti… affinché questa storia infinita abbia davvero fine.


ulleo/Pixabay

L’editore succhia-soldi e il Grande Snobbatore

Il sogno di ogni autore è pubblicare con un editore serio.

Dimmi se conosci qualcuno che non lo ha, perché voglio assolutamente chiedergli il perché!

Purtroppo, se sei un esordiente con nessuno alle spalle — in pratica uno sconosciuto, ahimè — è molto difficile che una grande casa editrice si accorga di te.

Dai, non nascondiamo la testa sotto la sabbia: è risaputo come i grandi editori preferiscano pubblicare chi sanno di vendere — che sia un autore famoso, un calciatore o altro, o qualcuno con grande seguito ad esempio su Wattpad.

E magari ciò che pubblicano ha contenuti di bassa qualità o trama e argomenti di banalità estreme.

Cavolo! Io ho impiegato anni per scrivere il mio libro, e ‘sti editori preferiscono pubblicare robbaccia?!

Sicuramente questo pensiero ti sarà venuto più di una volta, ho ragione?

O ancora:

Ho scritto a quattro editori e tutti e quattro mi hanno chiesto dei soldi! Ma non c’è proprio niente di serio?

Da questo punto di vista, tante case editrici sono viste come il cattivo per eccellenza, da combattere o da snobbare per il più tranquillo self-publishing.

Tuttavia se leggi i miei articoli sai che mi piace fare il bastian contrario e dire cose che tanti non vogliono sentire.

E quindi.

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L’autore pretenzioso o l’Odioso… Menabelino

Dalle mie parti, chi “mena” non è solo chi picchia, ma anche chi stressa. E il belino… be’… diciamo che è un termine tipicamente ligure riferita all’organo maschile. In soldoni, un menabelino è qualcuno che rompe le scatole a non finire.

E con grande rammarico mi tocca scrivere che purtroppo ci sono tanti autori che rompono, con richieste assurde o con pretese che nemmeno a Lourdes potrebbero risolvere.

Cambiamo un poco prospettiva e mettiamoci dalla parte degli editori.

Grandi, meno grandi e minuscoli — tralasciando chi si fa pagare ché è un altro discorso.

Orbene: innanzitutto se l’autore ha l’ardire — e l’incoscienza — di spedire un manoscritto che fa orore, sotto tutti i profili, non c’è trama che tenga: sarà scartato in un batter di ciglia — o con la stessa velocità con cui si emette un peto, tanto per variare con i paragoni.

E ciò purtroppo accade, e non te lo dico perché lo so da Tizio, Caio o Fiorellin del Prato, ma perché avendo lavorato in una casa editrice e dirigendo una collana di narrativa me ne sono arrivati spesso.

In questo caso l’autore non si lamenti se nessuno lo considera.

E poi vogliamo parlare degli autori che hanno quarantaquattro gatti… ops… pretese e si credono l’incarnazione di Zeus e altri?

Dai, sicuramente ne conosci anche tu: scrittori che, convinti di aver in mano l’opera del secolo, sobillano il povero editore con richieste tra le più assurde, che questi non tarderà a soddisfare seppur con due o tre imprecazioni, e che vogliono tuttosubitosennòrecedodalcontratto?

Anche in questo caso ci sarebbe molto da dire, ma voglio farla breve.

Per non parlare degli autori che, come gli editori, hanno l’attitudine a snobbare… magari piccole case editrici serie che farebbero i salti mortali per pubblicarli poiché hanno davvero scritto un buon libro, ma no! questi autori vogliono il big e se poi non se li fila nessuno tappezzano la bacheca di Facebook con mille critiche e goccioloni di lacrime… per poi passare con aria arrogante, ancora una volta, al self-publishing.

Capito perché entrambe le parti in gioco hanno colpe?

LUM3N/Pixabay

Storia infinita non avrà fine

Lo scopo di questo breve articolo era di porre fine a una storia infinita…

… ma storia infinita non avrà fine, perché nessuna delle due parti ammetterà mai i propri errori, né tanto meno vorrà scendere a patti, attraversare il ponte levatoio e stringere la mano ai soldati avversari.

In effetti, le grandi battaglie della storia e quelle delle storie raramente terminano con una stretta di mano, perché dovrebbe succedere tra editori e scrittori?

Mi piaceva, però, esporre il punto di vista di ambo i lottatori, perché troppo spesso tendiamo a incolpare di tutto una sola parte, senza renderci conto che anche noi sbagliamo.

Di certo non cambierò la storia con quattro righe scritte alle cinque di sera, però nella mia mente mi è piaciuto immaginare editori e scrittori l’uno di fronte all’altro, come una guerra al fosso di Helm 2.0 🙂

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