Il plagio è grosso problema.

Difendersi è davvero difficile, perché a volte purtroppo non sappiamo che un nostro contenuto è stato copiato.

Peggio ancora se si tratta di un libro.


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Assomiglia a… mi ricorda…

A parte il vero e proprio plagio, sfido chiunque a non essersi sentito dire che quanto ha scritto ricorda un altro libro.

A me praticamente succede sempre!

Il libro mi è piaciuto, ma mi ha ricordato…

Chissà perché, ma ogni volta devono tirare fuori qualche altro libro/film e affini, forse per non darti la felicità di essere per una volta stato originale?

Chissà.

In ogni caso, “assomigliare a”, “ricordare” qualcosa è pur sempre un gusto personale, e non ha nulla a che vedere con il plagio vero e proprio.

Cosa ci dice la legge

Treccani definisce il plagio “il fatto di chi pubblica o dà per propria l’opera letteraria o scientifica o artistica di altri; anche con riferimento a parte di opera che venga inserita nella propria senza indicazione della fonte”.

In questa definizione troviamo i due casi più noti di plagio letterario: spacciare l’opera altrui per propria e copiare parte di opere altrui, ad esempio a mo’ di citazione, senza indicare la fonte.

Il reato di plagio è perseguibile per legge.

L’articolo 171 sulla legge del diritto di autore dichiara che chiunque “a) riproduce, trascrive, recita in pubblico, diffonde, vende o mette in vendita o pone altrimenti in commercio un’opera altrui o ne rivela il contenuto prima che sia reso pubblico, o introduce e mette in circolazione nello Stato esemplari prodotti all’estero contrariamente alla legge italiana; a-bis) mette a disposizione del pubblico, immettendola in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, un’opera dell’ingegno protetta, o parte di essa; […]” deve pagare una somma che va 51 euro a 2.065 euro (questo in linea generale, la legge poi prevede numerosi casi che potrai vedere cliccando sul link a inizio paragrafo).

Interessante anche l’aspetto dedicato alla messa in circolazione e in vendita dell’opera altrui, aspetto che mi ricorda molto la pirateria, ma non è sede questa per parlarne.

Occhio quindi a spacciare opere altrui per proprie, o a citare senza menzionare le fonti!

Che fare?

Un buon avvocato è sempre la giusta soluzione, evitando leggi del taglione o altro. La legge parla chiaro e ti tutela adeguatamente.

Purtroppo, spesso è difficile proprio accorgersi se un contenuto è stato plagiato o meno.

Articoli online vengono spesso copiati e incollati altrove senza che l’autore se ne renda conto, infatti in numerosi siti viene disabilitato il tasto destro per impedire la copia (in alcuni ho visto l’impossibilità anche di usare i comandi da tastiera), ma serve? Basta ricopiarlo altrove usando metodi analogici…

Quando viene plagiato un libro, sia di fiction sia di non-fiction è ancora più complesso: stiamo parlando di qualcuno che spaccia per propria un’opera altrui, e non solo si diverte a scrivere articoli copia-incolla da altri.

Per fortuna che Amazon, la piattaforma principale di autopubblicazione, è molto rigida nella selezione dei suoi contenuti. Nelle linee guida viene espressamente dichiarato: “Consideriamo molto seriamente le violazioni delle leggi e dei diritti di proprietà. È tua responsabilità assicurarti che i tuoi contenuti non violino leggi, copyright, marchi, privacy, pubblicità o altri diritti. La disponibilità gratuita dei contenuti non ne autorizza la copia e la vendita.”

Inoltre, Amazon blocca la pubblicazione di testi palesemente copiati da altri, il che è un bene per l’autore. Un po’ meno per il furbetto. Utile, ma non basta.

Se ti sei accorto che il tuo libro o i tuoi contenuti sono stati plagiati, agisci immediatamente: più attendi e più danni ci saranno. Anche perché chi plagia potrebbe anche guadagnarci parecchio! Oltre al danno, la beffa, come si suol dire.