Lorenzo ha vent’anni e non ha mai accettato del tutto la sua omosessualità. Vagando per le vie del quadrilatero di Torino, in una sera qualunque incontra Cristian, un uomo affascinante con cui finisce per fare sesso in un albergo, dopo avere bevuto insieme qualche drink.
Lori scopre così il piacere di condividere la pelle con un uomo e la gioia di sentirsi desiderato, però, in fretta, capisce anche che, per lui, la semplice attrazione carnale non è abbastanza. Cris è, al contrario, uno spirito libero, non ama raccontare di sé e non è disposto a lasciarsi coinvolgere in relazioni sentimentali.
Tra gelosia, equivoci e rivelazioni ha inizio così la loro storia. Fragile ma travolgente, nata dal caso e da proteggere per scelta: una rosa che lotta per sbocciare nel ghiaccio.
Lorenzo è un ventenne come tanti altri, ma a differenza di molti, deve anche convivere con quella che lui definisce diversità: egli è infatti omosessuale. Proprio per questo ha dovuto reinventarsi in una nuova città, Torino, con nuovi amici e nuovi luoghi in cui vivere. Non sopportava più la stigmate che in tanti avevano dipinto sul suo petto: la esse di strano.
Lorenzo è un ragazzo insicuro, spesso goffo (tranne quando pattina), intimidito, a fatica osserva l’interlocutore negli occhi. La sua diversità gli impedisce di godersi appieno la vita.
E come c’è finito, allora, nella stanza di un motel a ore, in compagnia di uno sconosciuto che ha abbordato in un bar? Continua a chiederselo, fino a quando Cristian, lo sconosciuto, non lo soggioga con il suo sguardo e i suoi modi di fare.
È un attimo, e tutto cambia.
Non siamo padroni delle nostre emozioni, e i colpi di fulmine arrivano quando meno ce lo aspettiamo. Spesso sono fuochi fatui, altrettanto spesso ci logorano per mesi e mesi.
Ed è quello che accade a Lorenzo: sempre più preso da Cristian, non passa molto tempo prima che capisca che dal suo amante vuole qualcosa di più. Ma Cristian, spirito molto libero, saprà darglielo?
Leggo pochi romance e altrettanto pochi m/m (ossia, i romanzi lgbt con protagonisti due uomini). Spesso li trovo stucchevoli, con personaggi al limite del cliché. Però di Lara ho letto anche gli altri due suoi romanzi, Io, Omega e Varaldien, e li ho adorati. Quindi ho voluto dare una possibilità anche a Lori e Cris, certa che non mi avrebbero delusa (e ringrazio l’autrice per avermi gentilmente fatto avere la copia digitale per la recensione).
Infatti!
Ho adorato Lorenzo: mi ha ricordato me quando avevo la sua età. Insicura, indecisa, fluida, le ali ancora tarpate. Spesso sento dire che l’adolescenza è un periodo difficile. Vero, non lo metto in dubbio. Ma anche l’età dai venti ai venticinque, ventisei anni è difficile. Abbiamo più consapevolezze, più responsabilità, la nostra sessualità inizia a sedimentarsi ma al contempo ci sentiamo fluidi, come sulla soglia di qualcosa che non si è ancora palesato ai nostri occhi.
Il personaggio di Lorenzo rappresenta bene il dramma di questa età, della sua sessualità repressa, non da lui ma da chi lo circonda.
Ed è triste pensare che nel XXI secolo ci sia ancora qualcuno che ti considera diverso se ami qualcuno del tuo stesso sesso. Come dico sempre: l’amore è amore, cosa importa il sesso, l’età, appartenenze politiche o religiose? Ma lo dico io, e io non sono nessuno.
Ritornando a questo romanzo breve, mi è piaciuto molto anche lo stile di Lara (che avevo già apprezzato anche negli altri due libri): avvincente, scorrevole, insomma, un page-turner! Se inizi a leggerlo devi smettere solo arrivato alla fine, e infatti ci ho messo un giorno e mezzo a terminarlo (okay, è corto, ma anche con gli altri due suoi romanzi ci avevo messo poco 😉 ).
Avrei preferito una maggiore caratterizzazione anche di Cristian, di cui sappiamo poco, e lo veniamo a sapere alla fine, e tutto dagli occhi di Lori. Soltanto l’estratto finale (magico, a mio avviso) ce lo mostra nel suo Io più profondo, ma mi sarebbe comunque piaciuto saperne di più.
No problem, non è quello a impedire la lettura.
In definitiva, Di rose e ghiaccio è una storia magica, adatta all’atmosfera natalizia priva di consumismo e orpelli vari che alcuni ancora vivono. Una storia romantica ma di un romanticismo tenue, non esagerato né tanto meno stomachevole. Da leggere d’un fiato o da gustarsi parola per parola, lasciandole scorrere in bocca e sulle labbra come un dolce di marzapane.