
Sono loro, i cliché! Insidiosi, fastidiosi, obbrobriosi… ma presenti in ogni dove. Sarebbe bello allora tentare (o quantomeno provarci) di evitarli, tuttavia non è affatto semplice! Oggi ho selezionato per te i cinque cliché in assoluto più frequenti (e che consiglio sempre di evitare… se possibile). Attenzione: ironia a gogò, e anche un pizzico di cattiveria. Se sei permaloso non continuare la lettura 😉

Per raggiungere la piena padronanza del proprio stile non servono né anni né una vita intera: lo scrittore migliora e si affina riga dopo riga, pagina dopo pagina, e peccherebbe di saccenteria se si dicesse che ormai è “arrivato”. Lo stile di ciascuno è… lo stile di ciascuno. È personale e guai a volergliene imporre un altro. Però (perché un “però” c’è sempre), alcuni accorgimenti sono molto utili, per migliorare e per affinare… e per imparare.

Letteralmente “saltare da una testa all’altra”, è uno degli errori più frequenti del punto di vista. Lo scrittore, credendo di far bene, e forse spinto da incertezza, vuole mostrare a tutti i costi ogni pensiero di ogni personaggio… nello stesso tempo. Risultato: un minestrone in cui non si capisce più niente.

La paura è una delle tante emozioni che prima o poi ti capiterà di raccontare nelle tue storie, che siano d’orrore o di altro genere. In effetti, l’atto di essere spaventato può capitare tutti i giorni, anche per un nonnulla. Ma come raccontare quel sentimento che ti blocca sulla porta e ti mozza il respiro in gola senza cadere nel banale?