Io sono l'usignolo

Cosa sei disposto a perdere pur di scoprire la verità?

Chi è Florian Chevalier e perché ha bruciato la casa del sindaco di Val Salice?

Questo si domanda il giornalista Rubino Traverso, intenzionato a scoprirne di più e sorpreso che nessuno voglia raccontare nulla. Quando, proseguendo le ricerche, inizia a ricevere disegni bizzarri e strani messaggi intimidatori, capisce la verità non deve venire a galla.

Che cosa nascondono gli abitanti di Val Salice?

In un agosto spazzato dal vento, Rubino scoprirà a poco a poco che perfino un piccolo paese sperduto fra i monti liguri ha i suoi scheletri nell’armadio. E dovrà a tutti i costi scoprire quali.

Cosa sei disposto a perdere pur di conoscere la verità?

La storia è decisamente ben scritta, e lo stile narrativo non perde appiglio dall’inizio alla fine: alcuni punti sono magari troppo allungati e portano il lettore a chiedersi “a cosa mi serve saperlo”, ma poi si arriva qualche capitolo dopo a dirsi “ecco, ora so perché prima mi aveva raccontato che .. “.
Ottimo lo stile e la parte linguistica (grammaticale e lessicale), e sebbene sia un romanzo autoprodotto non presenta nessun refuso e nessun errore: questo a significare che, se si sa scrivere correttamente, lo si sa fare anche senza una casa editrice alle spalle. (Katiuscia)

Scritto in maniera impeccabile, “Io sono l’usignolo” nasconde segreti e crudeltà e alla fine mi è rimasto solo un interrogativo – quello riguardo la sorte di un certo personaggio, ma visto come sono poi andati i fatti posso averne un’idea.
L’autrice ha saputo intessere una storia che, per quanto alcuni dei suoi personaggi risultino sospettabili e viscidi, non è mai così prevedibile da esclamare “ah, lo sapevo!” – anzi, sono rimasta sorpresa più di una volta.
E il finale è qualcosa a cui penserete per qualche tempo. (Alice)

“Non sapevo ancora di essere dentro la gabbia dell’usignolo, pensavo di girarvi intorno alla ricerca della piccola entrata. In realtà la porta si era chiusa dietro di me già da parecchio, e non potevo uscire. L’usignolo mi aveva rinchiuso nella sua gabbia.”

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