Le filter words: il verbo guardare

In fase di editing uno dei tanti accorgimenti riguarda il cosiddetto “snellimento”, ossia eliminare parole scomode e inutili e riscrivere frasi ridondanti in modo più semplice.

Il verbo guardare, usato in modo frequente nella nostra scrittura, può sembrare strano ma spesso è del tutto inutile.

Mi spiego meglio: in molti casi è possibile evitare di “filtrare” un’azione attraverso gli occhi del personaggio a cui è ancorato il punto di vista, eliminando le cosiddette filter words, o parole filtro, di cui il verbo guardare (e sinonimi) fa parte.

Oggi parliamo del verbo guardare e di come certe volte è meglio eliminarlo dalla nostra scrittura.

Guardare

Iniziamo subito con un esempio.

Maria guardò l’entrata che conduceva alla stazione e vide che c’era qualcuno che suonava una fisarmonica. La sottile e dolce melodia contrastava con la cupa desolazione di quel luogo abbandonato. Maria guardò più attentamente e si rese conto di conoscere la persona appoggiata al muro, jeans stinti e cappotto di lana rosso fino alle ginocchia. Mentre guardava l’uomo, questi smise di suonare e le restituì lo sguardo.

Questo paragrafo presenta numerosi problemi, non tanto a livello di grammatica, ma per quanto riguarda lo stile.

Non ti sembra pesante la lettura, con quella fastidiosa ripetizione del verbo guardare e sinonimi?

Io dico di sì.

Prova a riformularlo diversamente, rimuovendo il filtro e osservando la scena direttamente dagli occhi della protagonista.

Qualcuno suonava la fisarmonica accanto all’entrata della stazione. La sottile e dolce melodia contrastava con la cupa desolazione di quel luogo abbandonato. Maria si avvicinò di qualche passo e riconobbe la figura appoggiata al muro, jeans stinti e cappotto di lana rosso fino alle ginocchia. L’uomo smise di suonare e i loro sguardi si incrociarono.

Stesso paragrafo, stesso significato, solo che hai rimosso un po’ di superfluo.

A parte l’ultima frase, che potrebbe essere mostrata meglio (sguardi che si incrociano è usata spesso), il resto viene visto attraverso gli occhi di Maria, senza il filtro che dice al lettore di guardare la scena.

Ecco altri esempi dell’utilizzo superfluo del verbo guardare:

Luigi guardò l’auto sparire oltre la curva –> L’auto sparì oltre la curva

Guardai mia figlia mentre scendeva le scale e mi salutava –> Mia figlia scese le scale e mi salutò

Luca guarda un uomo avvicinarsi a lui e lo riconosce: è suo padre –> Un uomo si avvicina a Luca: è suo padre

Guardo Clara e le sorrido –> Sorrido a Clara

Evita, se possibile, di inserire troppi verbi che denotano la vista durante i dialoghi: ripetere sempre che Mario guarda Luigi è superfluo. A meno che i due non si sopportino o altre circostanze, è scontato che due persone, mentre parlano, si guardino.

La sabbia è morbida sotto i nostri piedi nudi. Mara indossa un cappellino di paglia il cui fiocco ondeggia nella brezza.

Mi avvicino e la guardo. “Ciao.”

“Ciao.” Mi restituisce lo sguardo fissandomi con aria assorta.

“Un tempo qui facevamo i castelli di sabbia.” La osservo di sottecchi. “Te lo ricordi?”

Mi guarda dritto negli occhi. “Mi ricordo quando infilavate la sabbia nel mio costume.”

Se vogliamo dare più colore a questo dialogo, rimanendo nel gioco di sguardi, è opportuno, però, limitare alcune espressioni ed eliminarne altre.

La sabbia è morbida sotto i nostri piedi nudi. Mara indossa un cappellino di paglia il cui fiocco ondeggia nella brezza.

Mi avvicino. “Ciao.”

“Ciao.” L’espressione assorta.

“Un tempo qui facevamo i castelli di sabbia. Te lo ricordi?”

Il suo sguardo brucia come l’acqua di mare negli occhi. “Mi ricordo quando infilavate la sabbia nel mio costume.”

editing

Vedere

Non fare il furbo ed evita di usare sinonimi del verbo guardare, come il verbo vedere: sono la stessa cosa ed entrambi vanno usati con le pinze.

Affacciandosi al balcone, Lorenzo vide che in strada c’erano due gatti randagi che si mordevano, e sbuffi di pelo grigio e nero si alzavano in aria. Più lontano, vide il vecchio porticciolo di legno che da ragazzino attraversava sul monopattino. Oltre il faro in disuso e la torretta, Lorenzo vide il profilo dell’albergo stagliarsi contro le basse nuvole color antracite.

Anche questa volta stiamo guardando la scena attraverso gli occhi del protagonista: perché ripetere sempre quello che sta vedendo? Non sarebbe meglio rimuovere questa parola filtro e migliorare lo stile?

Lorenzo si affacciò al balcone. In strada, in uno dei tanti vicoli ciechi che puzzavano di pesce marcio e urina, due gatti si mordevano, e sbuffi di pelo grigio si alzavano in aria. Più lontano, ecco il porticciolo di legno che da ragazzino attraversava sul monopattino. Oltre il faro in disuso e la torretta, il profilo dell’albergo si stagliava contro le basse nuvole color antracite.

Se puoi, evita l’accoppiata guardare + vedere: due verbi che denotano la vista in una stessa frase sono pesanti da digerire, come nell’esempio a inizio articolo (Maria guardò e vide…). Se poi aggiungi il verbo essere, la situazione peggiora.

Mirko guarda fuori dalla finestra e vede che c’è qualcuno davanti al cancello –> (snellimento soft) Mirko guarda dalla finestra: qualcuno è davanti al cancello –> (snellimento hard) Qualcuno è davanti al cancello

Notare, osservare

Il verbo guardare ha mille sfaccettature, e sarebbe ingiusto eliminarle solo perché appesantiscono la narrazione.

Se è semplice rimuovere guardare e vedere, sostituendoli con frasi diverse, come puoi riscrivere il fatto che noti un oggetto o che osservi un tramonto senza snaturarne il significato?

Bel dilemma.

In questo caso, puoi essere meno fiscale e mantenere questi verbi, senza ovviamente cadere nell’uso frequente.

Riprendiamo i due esempi precedenti.

Maria guardò l’entrata della stazione e notò che c’era qualcuno che suonava una fisarmonica. La sottile e dolce melodia contrastava con la cupa desolazione di quel luogo abbandonato. Maria osservò più attentamente e si rese conto di conoscere la persona appoggiata al muro, jeans stinti e cappotto di lana rosso fino alle ginocchia. Mentre guardava l’uomo, questi smise di suonare e le restituì lo sguardo.

Come hai visto in precedenza, in questo passaggio ci sono troppi verbi riferiti alla vista che filtrano la scena.

Hai anche visto un esempio del passaggio migliorato, che è la soluzione più semplice.

Se, però, vuoi far capire al lettore che Maria nota qualcuno e poi lo osserva con attenzione, e non vuoi togliere questi due verbi, ecco un esempio.

Mentre si avvicinava all’entrata della stazione, Maria notò qualcuno che suonava la fisarmonica. La sottile e dolce melodia contrastava con la cupa desolazione di quel luogo abbandonato. Osservando i suoi jeans stinti e il cappotto di lana rosso fino alle ginocchia, Maria lo riconobbe. L’uomo smise di suonare e i loro sguardi si incrociarono.

Ecco, in questo caso hai tenuto i due verbi.

Personalmente non mi piace un granché, preferisco rimuovere in toto ogni filtro senza pensarci due volte.

Tuttavia, soprattutto se vuoi essere specifico nel modo in cui i tuoi personaggi guardano qualcosa o qualcuno (quindi notano, fissano, osservano…), sei libero di farlo, ma non cadere nelle ripetizioni ed evita troppi verbi riferiti alla vista in un paragrafo. Due sono passabili, di più la scrittura si appesantisce.

Quindi il verbo guardare va tolto sempre?

Sì e no.

Vi sono casi in cui è impossibile rimuovere il verbo guardare e affini.

Mentre Luca guardava sua figlia allontanarsi, qualcuno lo afferrò per le spalle.

“Ti ho visto sul treno, ieri mattina.”

Avevo notato il pallore del suo viso, ma feci finta di niente.

Osservandolo meglio, il ciondolo era scheggiato da una parte.

In questi esempi non puoi rimuovere i verbi, che non sono più filtri ma parte integrante ed essenziale della frase.

In tutti gli altri casi, cerca sempre di limitare l’uso dei filtri: la tua scrittura ne risentirà in maniera positiva.

Prima di lasciarti, ecco le altre puntate della guida alle filter words:

editing