I verbi transitivi e intransitivi

I verbi transitivi e intransitivi si distinguono perché uno prevede il complemento oggetto, l’altro no. Sembra semplice? In realtà non lo è.

Perché dovrebbe interessarti tutto questo?

È semplice. Spesso noto confusione nell’utilizzo corretto dei verbi transitivi e intransitivi: sbagliarli è un errore che potrebbe costarti caro. Se non li conosci, devi studiarli.

In questo articolo ti spiegherò passo passo che cosa sono i verbi transitivi e i verbi intransitivi, come vanno usati e quali sono gli errori più frequenti.

Pronto? Partiamo.

Premessa: una (semplice) definizione di complemento oggetto

Innanzitutto diamo una definizione di complemento oggetto, e lo facciamo come se fossimo a scuola:

Il complemento oggetto risponde alle domande chi? che cosa?

Mario mangia una mela

Mario = soggetto

Mangia = verbo

Una mela = complemento oggetto

Il complemento oggetto rappresenta “l’oggetto dell’azione espressa dal predicato” (Grammatica Italiana).

Un modo semplice per riconoscere il complemento oggetto è trasformare la frase dalla forma attiva a quella passiva.

Nell’esempio precedente, Mario mangia una mela diventa: una mela viene mangiata da Mario. Il complemento oggetto diventa soggetto.

Nel caso non fosse possibile questa trasformazione, non abbiamo un complemento oggetto.

Luca dorme non può essere trasformata, pertanto non ha complemento oggetto.

Ma che cosa c’entra, dirai, il complemento oggetto con i verbi transitivi e intransitivi?

Ci arriviamo subito.

I verbi transitivi

I verbi transitivi e intransitivi, abbiamo visto, si distinguono perché uno prevede il complemento oggetto e l’altro no.

I verbi transitivi ammettono la presenza del complemento oggetto.

Il verbo è transitivo perché “fa passare l’azione” dal soggetto all’oggetto.

verbi transitivi e intransitivi

I verbi intransitivi

I verbi intransitivi non prevedono il complemento oggetto: “non fanno passare l’azione” dal soggetto all’oggetto, perché essa si esaurisce nel soggetto stesso o in un complemento indiretto.

Ps: i complementi indiretti sono quelli che si legano al verbo tramite preposizioni!

L’azione del verbo si esaurisce nel soggetto in frasi come queste:

Mario ride.

Luca dorme.

Luigi passeggia.

Più semplicemente, in queste tre frasi non possiamo rispondere alla domanda chi? che cosa?

L’azione del verbo si compie in un complemento indiretto come in questi casi:

Michela telefona agli amici.

Siamo stati tutto il giorno in piscina.

Michela telefona = a chi? = agli amici (agli: preposizione)

Siamo stati tutto il giorno = dove? = in piscina (in: preposizione)

verbi transitivi e intransitivi

Come funzionano i verbi transitivi e intransitivi?

A questa domanda abbiamo già in parte risposto.

I verbi transitivi spostano l’azione del soggetto su un oggetto.

Mario mangia una mela.

I verbi intransitivi non spostano l’azione del soggetto su un oggetto, poiché essa di esaurisce nel soggetto o in un complemento indiretto.

Mario ride.

Michela va al cinema con gli amici.

Ma come possiamo sapere quali verbi sono transitivi e quali intransitivi?

Alcuni verbi sono solo transitivi:

leggere, scrivere, mangiare

Altri solo intransitivi:

andare, nascere, partire

Tuttavia esistono altri verbi che funzionano sia come transitivi sia come intransitivi.

Vediamo alcuni casi.

1. Verbi intransitivi costruiti con un complemento oggetto in determinate condizioni

Talvolta alcuni verbi intransitivi sono usati in azioni che prevedono un complemento oggetto e diventano, quindi, transitivi.

Ti faccio subito un esempio per schiarirti le idee:

Mario sbadigliava per la noia.

Sbadigliare è un verbo intransitivo.

Ma osserva questa frase:

Mario sbadigliò un saluto e se ne andò.

In questo caso il verbo sbadigliare fa da tramite dal soggetto (Mario) all’oggetto (un saluto). Pertanto è transitivo.

2. Verbi intransitivi che hanno come complemento oggetto un nome con la stessa radice del verbo o che ha con esso uno stretto significato

La definizione è oscura, vero? Ma ti basta pensare ad alcune frasi che senti tutti i giorni per schiarirti le idee:

Mario pianse lacrime amare

Luigi visse una vita lunga e serena

Anche in questo caso i verbi piangere e vivere sono usati come transitivi.

Mario piange = che cosa? = lacrime amare

Luigi visse = che cosa? = una vita luna e serena

3. Verbi transitivi quando hanno un complemento oggetto e intransitivi quando sono senza oggetto

Prendiamo subito due esempi:

La grandine rovinò il raccolto.

La frana rovinò sulla ferrovia.

Nel primo caso, il verbo rovinare fa da tramite dal soggetto (grandine) all’oggetto (raccolto). Quindi è transitivo. Nel secondo caso siamo in presenza di un complemento indiretto (la frana rovinò = dove? = sulla ferrovia).

Un altro esempio:

Il fruttivendolo pesò le mele.

Questa borsa pesa.

Il verbo è inteso in due modi: l’atto di pesare una merce e l’atto di essere pesante.

Transitivo uno, intransitivo l’altro.

4. Verbi transitivi se costruiti con il complemento oggetto e intransitivi se costruiti con un complemento indiretto

È all’incirca quanto ho già scritto prima.

Il verbo assume un significato diverso a seconda se ci troviamo davanti un complemento oggetto o un complemento indiretto.

Mario deve ancora finire i compiti

La strada finisce nel bosco

Mario deve ancora finire = che cosa? = i compiti

La strada finisce = dove? = nel bosco

Come non usare i verbi transitivi e intransitivi

Abbiamo visto che cosa sono i verbi transitivi e intransitivi, come devi usarli e quali sono alcune particolarità di funzionamento.

Ma quali sono gli errori più frequenti?

Sicuramente confondere i verbi transitivi da quelli intransitivi e viceversa.

L’errore più urlato a destra e a sinistra è senza dubbio l’uso di verbi, solitamente intransitivi, come transitivi: uscire, entrare, salire, scendere.

In effetti, la grammatica ci dice che questi quattro verbi sono intransitivi.

Sono uscito tardi da scuola

Mario è entrato nella stanza

Michela è salita in camera sua

Luigi scese presto a far colazione

Per quanto riguarda i verbi salire e scendere, sono utilizzati comunemente (e accettati) come transitivi.

Io salgo le scale.

Mario scese lungo il fianco della montagna.

Per quanto riguarda entrare e uscire il discorso è diverso. “Esci il cane” è talmente chiacchierato e contestato da essere ormai virale.

Si tratta spesso di un uso più tipicamente gergale e del parlato, come tanti altri usi che caratterizzano la nostra lingua.

Quello che posso consigliarti, soprattutto se scrivi un romanzo o un saggio, è di limitare espressioni o costruzioni sintattiche tipiche del parlato o di diversi dialetti, ma di mantenerle nei dialoghi per donarvi più colore.

Inoltre, per schiarirci le idee e per vedere come la nostra lingua sia sempre in movimento, ti lascio un interessante articolo sulla problematica dei verbi intransitivi usati come transitivi a cura dell’Accademia della Crusca.

Conclusioni

C’è tanto da dire ma poco da imparare.

Una volta che conosci il funzionamento dei verbi transitivi e intransitivi li puoi usare a tuo piacimento.

Se sei indeciso su un verbo, il consiglio più utile è di controllare il dizionario. Non è mai tardi per imparare qualcosa di nuovo.

Per ogni verbo, chiedi sempre: risponde a qualche domanda? E in che modo? Inoltre leggi le tue frasi. Suonano assurde? Sì? Forse stai applicando male la regola dei verbi transitivi e intransitivi.

La nostra lingua, però, è in continuo movimento, quindi spesso non sappiamo nemmeno noi se certe espressioni usate sono corrette o no.

Limita però le parlate gergali e dialettali ai soli dialoghi se non vuoi confondere i tuoi lettori — o incappare in un vero e proprio linciaggio!

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