Scrivere in prima persona: sì o no?

Scrivere in prima persona è forse una delle tecniche più semplici e allo stesso tempo più difficili che esistano.

Da una parte, infatti, suona semplice perché, per molti autori, è più facile scrivere usando l’io narrante; è più facile esternare i pensieri e le emozioni.

Dall’altra parte, però, se non si è davvero bravi (o astuti), la prima persona può rappresentare una trappola: l’autore rischia di immedesimarsi troppo nel suo personaggio per sostituirsi a esso; oppure rischia di essere troppo “elementare”, banale, quasi semplicistico, e rendere la scrittura piatta e noiosa.

Se anche tu hai già scritto in prima persona o se vorresti farlo, allora leggi questo articolo: qui scoprirai come usare l’io narrante nel modo migliore possibile per far uscire la voce dei tuoi personaggi e limitare la tua.

Iniziamo!

La prima persona: solo da emergenti?

Innanzitutto, ci tengo a precisare e a rispondere alla domanda qui sopra, che spesso si sente nei “salotti” letterari internettiani o chiacchierando con altri autori.

Scrivere in prima persona è solo da emergenti?

Una recente recensione del mio romanzo (non sai ancora qual è? Male, male! Eccolo) ha puntato il mirino sul fatto che abbia scritto usando l’io narrante e che ciò sia “intrinseco” del fatto che abbia appena intrapreso questa carriera avventurosa.

Lungi da me fare digressioni su questo aspetto, ma ci tengo solo a specificare due cose: la prima è che, che scriva bene o da cani, di certo non lo faccio da ieri, anche se solo di recente ho iniziato a pubblicare; la seconda è che la scelta dell’io narrante, nel mio romanzo è stata frutto di numerosi tentativi di trovare la voce giusta.

Questo per dirti che scrivere in prima persona può essere sia una scelta da esordiente, perché magari ti aiuta, come scrivevo prima, a esternare meglio le tue emozioni; sia da autore già “rodato” o comunque frutto di scelte ponderate con attenzione.

Vogliamo ricordare che grandi nomi della letteratura classica, come Lovercraft o Melville, hanno scritto spesso in prima persona (basti pensare a Moby Dick o ad alcuni racconti di Lovercraft)?

Ciò detto, quale che sia la tua carriera e le tue scelte, se decidi di usare l’io narrante devi tenere a mente alcuni aspetti molto importanti, ed evitare errori altrettanto fondamentali.

Vediamoli subito.

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3 aspetti fondamentali dell’io narrante

Per primissima cosa, inquadriamo brevemente che cos’è l’io narrante:

Si scrive in prima persona quando l’autore mostra i fatti e i pensieri del suo personaggio entrando nella sua testa, vedendo e sapendo solo quello che vede e che sa lui.

Trattasi di una prospettiva limitatissima e opposta al narratore onnisciente, che invece vede tutto e conosce tutto.

Prima di iniziare a scrivere in prima persona (passami la ripetizione), devi però tenere a mente tre aspetti fondamentali di questo approccio.

Il primo è che deve essere il tuo personaggio a parlare.

In un certo senso, è come se tu ti annullassi per lasciare che il personaggio parli al posto tuo, con i suoi modi di dire, i suoi pensieri, le sue emozioni. Un errore frequente, lo vedrai meglio dopo, è sostituirsi al personaggio e usare la tua voce al posto della sua.

Il secondo aspetto riguarda il punto di vista.

Hai letto prima come la prospettiva dell’io narrante sia limitatissima, quindi non sono possibili sconfinamenti nella testa di altri personaggi (salvo che farlo in capitoli distinti), né il tuo personaggio può sapere cose di cui non è venuto a conoscenza, o vedere cose che non può vedere perché si trova da un’altra parte. Lo sconfinamento del punto di vista è un errore molto frequente, ma è semplice da evitare.

Il terzo e ultimo aspetto fondamentale dello scrivere in prima persona riguarda il corretto utilizzo dei tempi verbali.

Oggi va molto di moda scrivere in prima persona e al presente, ma è una narrazione difficile da portare avanti, soprattutto se decidi di coprire un lasso temporale molto vasto in poche pagine.

Mi spiego meglio.

Personalmente, preferisco usare la prima persona presente quando descrivo qualcosa che sta avvenendo in questo preciso istante.

Mi alzo dal letto, in bagno sciacquo il viso, faccio un salto in cucina a prendere il panino nel frigo e con un altro salto esco di casa.

Avrei molte difficoltà ad accelerare la narrazione e, usando sempre la prima persona, scrivere in poche righe avvenimenti che accadono a lunghe distanze l’una dall’altra.

Mi alzo dal letto, in bagno sciacquo il viso, faccio un salto in cucina a prendere il panino nel frigo e con un altro salto esco di casa. Non mi accorgo dell’auto che corre sulla strada che è subito buio. Le settimane successive sono un va-et-vien di immagini sfocate, ma dopo un mese riacquisto finalmente padronanza di me stessa.

Prendila come una considerazione soprattutto personale, ma usare la prima persona così mi sembra troppo… veloce.

Preferirei, allora, scrivere al passato per parlare di eventi già accaduti:

Mi alzai dal letto, in bagno sciacquai il viso, feci un salto in cucina a prendere il panino nel frigo e con un altro salto uscii di casa. Non feci in tempo ad accorgermi dell’auto che correva sulla strada che divenne buio. Le settimane successive furono un va-et-vien di immagini sfocate, ma dopo un mese riacquistai finalmente padronanza di me stessa.

A parte queste mie considerazioni, controlla attentamente il tempo narrativo scelto e il tuo intreccio. Banalmente, se racconti di fatti passati, usa il passato; se racconti di qualcosa che sta avvenendo adesso, usa il presente. Non mischiare presente e passato perché rischi un bel minestrone.

Scrivere in prima persona: qualche errore da evitare

Tenuti conto i tre aspetti fondamentali dell’io narrante, vediamo adesso quali sono gli errori da evitare.

In realtà, li hai già intravisti leggendo queste righe, ma è tempo di essere più specifici.

Degli errori da “scrittura in prima persona alle prime armi”, quattro sono i più antipatici:

  1. Sostituirsi al personaggio
  2. Dare più informazioni del dovuto
  3. Usare un tempo verbale poco adatto alla narrazione
  4. Essere “piatti”

I primi tre errori li hai già visti, l’ultimo no.

Riassumo brevemente.

Sostituirsi al personaggio

Il rischio di scrivere in prima persona è di sostituirsi al personaggio e usare la tua voce anziché la sua.

Come leggevi prima, devi annullarti e lasciare che sia il tuo personaggio a parlare.

Ad esempio, quindi, se sei una femminuccia e il tuo personaggio è un maschietto focoso, non c’è nulla di male se si sofferma a osservare il seno di qualche donna o il loro lato B. Se questo maschietto focoso è anche uno scaricatore di porto, che male c’è se inserisci qualche parolaccia qua e là, sempre senza esagerare (parliamo di letteratura e non di spazzatura)?

Oppure, se il tuo personaggio è una bambina di sei anni, dovrai per forza di cose lasciarla parlare con la sua voce e non cadere in ragionamenti da sedicenne o, peggio, da trentenne.

È molto difficile, soprattutto agli inizi, annullarsi nei propri personaggi. Il più delle volte, per evitare questo fastidio, si creano personaggi simili all’autore stesso, con stessi gusti e stesse idee. Però non si può sempre ricorrere a questo escamotage: è giusto imparare a parlare secondo diverse voci, un po’ come fa un attore sul set di un film. Anche lui si annulla nel personaggio che interpreta.

Dare più informazioni del dovuto

Ho già scritto alcuni articoli sugli errori del punto di vista e quindi non mi ci soffermerò troppo qui.

Come leggevi prima, la prospettiva del narratore in prima persona e io narrante è limitatissima: il tuo personaggio sa solo quello che gli dicono e vede e sente solo quello che ha davanti a sé, o poco distante.

Un esempio può essere questo, che ho riportato anche nell’articolo su questo errore del punto di vista:

Mi muovo circospetto lungo tutto il perimetro della casa. Sbircio da una finestra. La stanza è deserta. Mi appiattisco e mi avvicino alla porta di ingresso. Faccio per aprirla, quando Luigi, dietro di me, mi colpisce alla testa con un bastone.

Come faccio a sapere che Luigi è dietro di me e mi colpisce alla schiena con un bastone? Il tempo narrativo è al presente, la scena sta accadendo in questo momento, e quindi non posso sapere che Luigi è dietro di me. Al più potrò scrivere: Faccio per aprirla, quando un colpo alla testa mi stordisce.

Usare un tempo verbale poco adatto alla narrazione

È la considerazione che ti ho fatto prima: se scrivi di un evento che sta accadendo adesso, è meglio che usci il presente; se racconti qualcosa già accaduto, il passato.

Come hai visto nell’esempio, ti sconsiglio anche di usare il presente per parlare di un lasso temporale lungo in poche righe; al più, spezzetta la frasi in vari paragrafi.

Essere “piatti”

La piattezza è quando il personaggio non ha voce.

Attenzione! Questo è diverso da dire che il personaggio ha la tua voce.

In questo caso, non ne ha proprio.

Il tuo io narrante è monocromatico, per così dire. Non riesce a esternare le sue emozioni e parla come se fosse esterno a tutto. Il che non dovrebbe accadere, perché la prima persona è la prospettiva più interna al personaggio che esista.

Hai mai letto romanzi in prima persona, magari con più io narranti, dove le voci sembrano tutte uguali? Io sì, ma per correttezza non faccio nomi (alcuni sono anche molto conosciuti ed etichettati come casi editoriali).

Il problema, in questo caso, può essere risolto arricchendo la scrittura di immagini e usando i cinque sensi. Se non conosci bene il personaggio o i personaggi della tua storia, ti consiglio di creare una scheda e una biografia per sapere chi sono ed entrare nella loro testa.

Conclusioni

In questo articolo hai scoperto come scrivere in prima persona non sia così facile come sembra a prima vista: devi adottare alcuni accorgimenti ed evitare altrettanti errori.

La scrittura in prima persona non è un paravento dietro cui si nascondono gli emergenti e spesso è una scelta ponderata, di stile o di prospettiva.

Riuscire a creare un io narrante vivo e annullarsi nel personaggio, penso sia uno dei più grandi raggiungimenti in tema di scrittura.

Personalmente non amo molto scrivere in prima persona, ma se ciò capita, come nel mio romanzo, cerco sempre di far parlare il mio personaggio e nascondermi in un cantuccio.

E tu?

Scrivi in prima persona? Se sì, come ti trovi? Se no, come mai?

Scrivimelo nei commenti!

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