Pianificazione VS spontaneità

Un interessante articolo sull’architettura narrativa mi ha spinta a pensare più e più volte al mio modo di scrivere. Raramente mi sono affidata a scalette, più spesso ho preferito buttare su carta le idee mano a mano che mi venivano in mente. Solo a scrittura ultimata ho fatto luce nel caos degli appunti, cercando di trovarvi un senso. E solo successivamente ho organizzato i miei appunti strutturandoli in capitoli e paragrafi, aggiungendo e tagliando. Così sono nate, ad esempio, e uscendo dal contesto narrativo, le mie due tesi di laurea. E così pure tante ricerche che ho svolto per l’università.

Anche in narrativa i miei scritti sono sempre nati dalla spontaneità. Le mie storie si sviluppano meglio se lascio correre la mente a briglia sciolta.

Spontaneità o pianificazione? In questo articolo cercherò di fare un po’ di luce su questi due aspetti, che comunque, ci tengo a precisare, sono molto soggettivi.

Spontaneità: scrivere di getto

Ammettetelo anche voi: quanto è bello scrivere lasciando cadere i freni inibitori e buttando su carta tutto ciò che ci viene in mente? Senza preoccuparci di capitoli, fabula, intreccio. Ovviamente lo scrivere “spontanei” ha anche molti svantaggi. Elenco i tre principali:

  1. Possiamo perdere il filo del discorso e arrivare a un punto in cui non riusciamo a far andare avanti la storia;
  2. La nostra storia è… troppo spontanea, nel senso che nessuna parte è coerente con le altre, non c’è alcun filo logico… insomma, un bel minestrone;
  3. Non esiste coerenza né di contenuti né strutturale, con capitoli di tre pagine alternati ad altri di venti, personaggi sbucati dal nulla e che cambiano nome e carattere almeno tre volte in dieci pagine.

Pianificazione: l’importanza della scaletta

Molti autori che conosco prediligono questa (chiamiamola così) opzione: redigono una scaletta nella quale metteranno avvenimento dopo avvenimento, capitolo dopo capitolo. Il risultato finale è un libro pronto da scrivere. Questo metodo è quello che viene consigliato in molti corsi o libri di scrittura; anzi, talvolta viene presentato come IL metodo che, se non lo segui, non concludi nulla. Anche in questo caso mi sento di elencare almeno tre svantaggi.

  1. La trama è troppo “ingabbiata”, e qualsiasi modifica intaccherebbe l’intero castello di carte, e non è detto che stia in piedi;
  2. La nostra spontaneità viene imbrigliata costringendoci quasi a scrivere qualcosa di preconfezionato, al quale dobbiamo attenerci;
  3. Anche se giunti alla fine, non siamo soddisfatti e rosichiamo con i “e se avessi messo così?”

E voi?

Insomma, scrivere di getto o seguire scrupolosamente una scaletta hanno i loro pro e contro. Non mi sento di criticare né l’uno né l’altro metodo, anzi, sono sicura che si tratta di due aspetti intercambiabili e da testare di volta in volta.

E voi? Scrivete di getto o seguite una scaletta?