La rilettura: fino a quando è necessaria (e quando diventa inutile)?

Scrivere, correggere, rileggere, pubblicare, promuovere. Questa, più o meno, è la “filiera” dell’editoria — tradizionale e no.

Oggi mi fermerò sul terzo punto: rileggere.

Sì, è un passaggio che non puoi saltare… ma fino a un certo punto.

Perché troppe riletture fanno male, e in questo articolo scoprirai il motivo.


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Rileggere: sì, perché…

In un articolo di qualche tempo fa avevo disquisito (che parolona!) sull’importanza della rilettura, poiché serve soprattutto a “sentire” la musicalità del testo e a scovare refusi e sviste.

Troppi autori dimenticano questo passaggio fondamentale, ritenendo che, una volta corretto, il libro sia pronto per essere pubblicato.

In realtà la correzione NON elimina refusi o altro — sennò i correttori di bozze che senso avrebbero? Né tanto meno aiuta ad ascoltare il testo per capire se sia fluido. Certo, parte della correzione mira a quello, ma senza la rilettura non potresti vedere se scorre o se è pesante.

Già per questi due motivi, dovresti aver capito che la rilettura è una tappa che devi assolutamente fare.

Tuttavia…

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Rileggere… ma quanto?

Dall’altro lato, tantissimi autori hanno la “fobia” della perfezione, e rileggono, rileggono, rileggono, rileggono…

… fino a snaturare completamente il loro libro.

C’è un punto, durante la rilettura, che se lo superi smetti di migliorare il libro e inizi a peggiorarlo.

Certo, scovarlo è difficile, e non è nemmeno così matematico: non è che esista la regola che dopo quattro riletture, ad esempio, devi smettere sennò lo peggiori.

È qualcosa che dovresti avvertire, una vocina interiore che ti dice: “Fermati!”

Purtroppo, in tanti non la ascoltano e vanno avanti a limare e limare, magari inserendo uscio anziché porta perché sennò si ripeteva, ma poi uscio c’è anche dopo, e allora lo togliamo e mettiamo portone, ma poi fa ripetizione con porta, e allora togliamo portone e porta e mettiamo finestra, ma diamine, come fa Pinco Pallino a uscire dalla finestra, e allora togliamo porte, portoni, usci e finestre e spostiamo il Pallino di fuori…

… e ciò cambia la storia, perché Pinco Pallino, uscendo e sbattendo la porta, fa cascare una tegola in bilico sul tetto che finisce in testa alla suocera, ma se adesso Pinco è fuori, la tegola come fa a cadere? Forse, con un temporale e un bel fulmine… ma allora Pinco e suocera dovrebbero ritornare in casa, e di nuovo porte, portoni, usci…

L’ho estremizzata un poco, ma, fidati, che non è qualcosa che capiti raramente!

Troppe riletture ti portano a eccessive correzioni, che non solo snaturano il libro, come dicevo, ma potrebbero causare situazioni ridicole o paradossali — vedi sopra.

Soprattutto con le ripetizioni: magari ti sforzi tanto per trovare una parola che non si ripeta, da inserirne una ridondante o che c’entra come un cavolo… a colazione.

Che fare, allora?

Rileggere più e più volte spesso è sintomo di incertezza.

Se rientri in questo caso, ti consiglio un correttore di bozze o un beta reader che ti aiutino a migliorare il libro e che ti rassicurino che più di così non puoi fare.

Se, invece, preferisci fare tutto tu, la soluzione migliore è lasciar riposare per qualche tempo il libro, e poi riprenderlo e rileggerlo con sguardo più critico come se facessi mantecare il risotto: non è più buono dopo cinque minuti?

L’importante è saper fermarsi al momento giusto, anche se c’è la foga di rileggere correggere; ma, fidati, che se hai corretto ed eliminato ogni refuso, ripetizione, ridondanza, eccetera, di più non puoi fare!

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