Doolway è la tipica cittadina in cui gli abitanti sembrano usciti dalle pagine di un libro e il tempo pare essere immobile. Per Sara e sua madre è il posto perfetto dove trasferirsi e sfuggire a un passato fatto di sangue e dolore.
Eppure, anche Doolway ha i suoi segreti e continua a mormorarli tramite i Sussurri, insinuandosi nella mente delle persone.
Chi sono i Guardiani? Qual è il mistero che nasconde il Villaggio? E perché i Sussurri continuano a tormentare Sara chiedendole una scatola dimenticata?
Tra domande e indizi, amicizie e amore, Sara dovrà affrontare una corsa contro il tempo che la porterà a fronteggiare i demoni del passato e sbrogliare il mistero che lega la sua esistenza a quella dei Guardiani.

Primo volume di una trilogia di libri autoconclusivi, Il Villaggio dei Sussurri saprà condurvi lontano, dalla realtà dei giorni nostri, fino alla scoperta di un mondo fantastico.


Prendi una cittadina apparentemente tranquilla (ma non troppo), una ragazza con alcuni problemi alle spalle e uno strano mistero che avvolge la sua vita… e avrai un buon romanzo che ti terrà compagnia per un po’ di ore.

O perlomeno, questo è accaduto a me durante la lettura del libro di Arianna Colomba, primo di una trilogia urban fantasy autoconclusiva.

Ammetto che tra i sottogeneri fantasy, l’urban non mi piace granché, però i pochi libri che mi concedo di leggere mi hanno sempre lasciata soddisfatta, e non è stato da meno questo romanzo, piacevolissimo dall’inizio alla fine.

Di Sara, la protagonista, sappiamo già tutto dall’inizio. O forse dovrei dire che intuiamo già tutto, perché la Colomba è stata capace di lasciare il lettore col fiato sospeso fino alla fine, dosando le informazioni essenziali goccia dopo goccia. Ha evitato così fastidiosi “spiegoni” tipici del fantasy e nemmeno quel senso di “incompiuto” che capita di avere quando uno scrittore racconta poco o niente.

Sara è una ragazza con un rapporto conflittuale con la madre e con chi la circonda, e Doolway sembra giudicarla da subito, da quando si trasferisce lì (o forse è meglio dire: ritorna lì). Ma non pensare che sia una povera vittima della situazione: Sara dimostra da subito un bel caratterino che la distingue da molti altri personaggi femminili, e mi è piaciuta da subito.

La cornice soprannaturale che circonda l’ambiente e la storia è davvero ben orchestrata e direi originale, e questo è un plus non da poco, visto che ahimè ci sono ormai tantissimi romanzi che si copiano l’un l’altro quasi fosse una gara. In questo caso, invece, finalmente c’è quel sentore di “mai sentito” che piacerà molto al lettore, soprattutto se esigente.

In definitiva, consiglio a tutti “Il villaggio dei sussurri”, amanti del genere e no. Anzi: questi ultimi potrebbero ricredersi e iniziare a immergersi in un genere letterario che, se progettato bene, può dare davvero ottimi risultati.